giovedì 13 novembre 2014

Scafati e Pompei si dividono un unico rettilineo che fiancheggia il Sarno: Via Bonifica la prima parte e Via Ripuaria la seconda parte.

Superando il passaggio a livello di Via Pasquale Vitiello, bisogna arrivare all'incrocio a "T" debitamente non segnalato né da segnali verticali né da segnaletica orizzontale, e si gira a destra: inizia così via Bonifica, comune di Scafati


Da qui comincia Via Bonifica alla quale farà poi seguito Via Ripuaria in un unicum senza soluzione di continuità. 
Tenere ben presente che il cartello indica che il transito è vietato a camion che superano le 3,5 tonnellate. Più avanti ci sarà un collegamento ideologico.

A venti chilometri orari non è molto semplice far camminare una automobile con gli standard attuali. Io ho una Opel Astra 2.0. Per andare a 20 all'ora devo utilizzare alternativamente la prima e la seconda marcia cercando di non far imballare il motore. Mi è capitato davanti un signore anziano con una di quelle biciclette che erano in uso decenni fa. Andando a venti all'ora non sono riuscito a raggiungerlo: a venti chilometri all'ora non si riesce ad andare neanche in bicicletta, figuriamoci se ci si può far andare una automobile, su un rettilineo di oltre tre chilometri complessivi!

La strada è protetta dal fiume da una balaustra che si presenta nelle condizioni in cui si vede nella foto. In alcuni punti la balaustra manca perché l'acqua ha eroso gli argini riducendone i margini di distanza, ed è finita giù.

I tratti di ringhiera che mancano sono stati "messi in sicurezza" da certi fogli plasticati arancioni che non hanno nello specifico alcuna funzionalità, e che nel corso di un anno sono stati distrutti dal tempo e/o da chi aveva bisogno di riprendersi gli spazi che precedentemente occupava. Ovviamente nessuno ha pensato a mettere riparo al danno. Gli spazi sono necessari per il posizionamento di spazzatura, cartoni (negozianti che si trovano sul lato opposto, materiali ingrombanti come divani, frigoriferi, televisioni nonché per parcheggiare le auto.

Se la balaustra non è finita nel fiume, probabilmente è perché viene sorretta dalle erbe e dai rami degli alberi.

Ecco uno dei punti in cui è stata eliminata la "protezione". Le automobili hanno ripreso a parcheggiare. Una manovra errata, ad esempio inserire per errore la prima invece della marcia indietro per andar via, oppure un calcolo sbagliato dei centimetri che ci sono a disposizione, e si finisce nel fiume. Ovviamente gli amministratori locali sono esenti da responsabilità. Materiali forse sicuramente, ma non certo morali.

Ecco come si presenta agli occhi di chi vi transita un altro tratto di strada: da tenere in conto che dall'altro lato ci sono negozi, bar, tabaccherie, palazzi, pasticcerie, farmacie, pompe di benzina, anche un Hotel.... etc...
Il marciapiede opposto non esiste per nulla in alcuni punti, in altri è diventato parcheggio per le auto per cui i pedoni devono transitare sulla strada percorsa da folli in auto o in SUV, oppure da camionisti  che han fretta di eseguire le consegne.

Questa via (sia da una parte che dall'altra) ogni venerdì viene percorsa a piedi da coloro, nella maggior parte signore e anziane per giunta, che raggiungono la sede del mercato settimanale.

Altro foto tanto per gradire

Sembrerebbe un parcheggio ben organizzato. In effetti lo è. Subito dopo l'incidente tutto il tratto fu transennato sempre con l'utilizzo di una recinzione fatta di fogli di plastica della quale si vedono i resti accanto al palo. Poiché di fronte ci sono una serie di negozi - bar, rivendita biciclette, rivendita merce per la casa tra cui elettrodomestici pesanti, tabaccaio... - i negozianti hanno ritenuto necessario ripristinare il parcheggio. Al di là delle canne si finisce nel fiume. Le canne fungono da muro delimitatore: dubito molto possano resistere a un eventuale urto....

Lo stesso parcheggio di prima da altra angolazione. E i pedoni? Si arrangiano.

Questo è poi un punto bellissimo: a destra non c'è neanche l'ombra di un qualcosa sulla quale un pedone possa passare, a sinistra è tutto occupato dalle erbe. Ogni tanto vengono tagliate, ma si tratta alla fine di una potatura finalizzata a una ricrescita rigogliosa! Forse andrebbe fato un lavoro più radicale? A che serve potare per poi lasciar ricrescere senza alcun controllo?

Stessa immagine precedente: migliore veduta. Questa strada viene percorsa normalmente a piedi da chi vi risiede e lavora e, ripeto, sopratutto da chi il venerdì si reca al mercato e sono in tanti.

Ecco: qui c'è anche il nastro segnaletico rifrangente che delimita le aree vietate al transito: come se si potesse mai pensare di camminare su quel lato in quel punto...!

Altra immagine: il tratto è bello lungo, come si vede.

Certamente in questo punto ci si deve sentire più sicuri..... la parte pericolosa è stata ben circoscritta con il nastro segnaletico rifrangente! Sarà robusto tanto da evitare eventuali tuffi nel fiume da parte di autoveicoli o altro? Non credo che sia più neanche visibile di sera.




Ricordate la seconda foto? Quella in riferimento alla quale ho chiesto di ricordare che all'inizio della strada è riportato un segnale che vieta il transito ad automezzi dal peso superiore alle 3,5 tonnellate? Bene: da questo punto in poi, e cioè circa a metà percorso, il transito è vietato a tutti i tipi di camion.
Peccato che ci siano supermercati, industrie locali e altri tipi di strutture che necessitano l'utilizzo o la fruizione di questa tipologia di veicoli.
Dunque se un camion procura un danno a persone o cose la colpa non è degli amministratori del comune del tratto di strada di competenza. La soluzione è stata trovata: il divieto c'è, non intervengo a vietare il transito fino a quando tutto va bene. Nel caso si vede. 

Altro tratto di strada ben protetto.....! Certo che la sicurezza non è assolutamente cosa di cui da queste parti se ne sappia qualcosa...

Una vista più ampia della strada prima di giungere all'incrocio.

E qui siamo all'incrocio fatidico: quello dell'incidente. Il camion rosso percorre il punto dal quale è sopraggiunta la macchina investitrice.
Da come si può vedere è rimasto tutto come subito dopo l'incidente: tutto rotto, con le transenne che a nulla servono se non a dare una impressione di separazione tra la strada e il fiume, ancora con il lenzuolo commemorativo.
Come se lasciare tutto così possa servire a qualcosa oltre che a testimoniare l'insipienza e il degrado in cui persone e cose versano.

E magari tra qualche giorno si presenteranno gli amministratori del comune, da poco eletti, a commemorare con celebrazioni civili e religiose, e magari cortei con fiori e candele, quello che agli occhi dei più non può non apparire che una sagra della vergogna.

Da come si può vedere sembrerebbe che l'auto ora e il camion prima possano proseguire speditamente perché abbiano la precedenza. Invece non è così: c'è un cartello di stop posizionato ben prima dell'incrocio, che non consente di vedere chi arrivi dalla sinistra, parte dalla quale proveniva la Panda Gialla investita. 
Quando si riprende a camminare quel che è fatto è fatto. Se non ci si ferma perché non si vede nessuno arrivare da sinistra, e alle sette del mattino si può pensare che nessuno arrivi perché nessuno stia passando, può succedere che a una decelerazione segua subito una accelerazione per oltrepassare l'incrocio. Non è una giustificazione ma una mia spiegazione alla dinamica di quel che è accaduto.
Sempre che nessuno venga da destra, cioè da Via Morese: chi arriva da lì ha la precedenza. 
A proposito: chi viene da Via Casone, la strada dalla quale proveniva la Panda per imboccare poi Via Morese, c'è uno stop posizionato con lo stesso criterio: ci si ferma, ma non si può assolutamente vedere se ci sia qualcuno che arrivi da destra. Pertanto si inizia ad attraversare l'incrocio alla cieca.

Questa auto viene da Via Casone e gira a sinistra per imboccare via Bonifica. Qui si ha la fortuna di trovarsi in una immissione, per cui se qualcuno giunge da destra non dovrebbe accadere nulla.

Questo è uno dei punti della "rotonda": quello che da via Bonifica consente di immetter i su Via Casone, su Via Morese o su Via Ripuaria. In questa foto l'auto che ha iniziato questa specie di rotonda ha la precedenza su tutti, per cui può proseguire senza tener conto degli altri.

Un altro punto della rotonda: a destra si va in Via Casone, a sinistra in Via Morese, se si prosegue diritto si imbocca via Ripuaria verso Scafati.
Segnaletica orizzontale? All'inizio c'era.... Poi tutto cancellato dalla pioggia, dalle auto, dal tempo...

Qui ci troviamo su Via Casone. Lo stop è ben lontano dal punto dal quale è possibile vedere se c'è chi sta già procedendo da via Ripuaria. Ricordo che chi viene da destra ha uno stop, ma che dal punto di fermata non vede chi arriva da destra.
L'auto ferma non è in attesa di transitare, ma è parcheggiata: accanto ai segnali c'è un vivaio, e l'autista si è fermato per comprare dei fiori.
Una volta questa era una strada interna di transito senza pretese, e per andare al vivaio c'erano dei punti di parcheggio da utilizzare.

Ecco: vedete? Il signore ha fatto il suo acquisto e ora sale in auto e se ne va. Non era fermo allo stop, ma regolarmente "parcheggiato" proprio sullo stop. Se vogliamo pur stando lì non ha nascosto nulla perché nulla è visibile! 

Ecco dunque libero da auto in sosta lo stop di Via Casone: sia la segnaletica orizzontale che quella verticale è posizionata in maniera tale che dal punto in cui ci si deve fermare non si vede chi arriva dalla destra: se ci sia qualcuno fermo o che abbia già ripreso la marcia.
Posso solo immaginare il motivo per il quale è stata realizzata questa stramba e pericolosa segnaletica: poiché davanti alla striscia trasversale dello stop c'è l'ingresso pedonale/passo carrabile del vivaio, e quindi lo stop non poteva essere sistemato dinanzi all'ingresso della casa o del negozio che sia. Dunque prima.
Ma non serve a niente. Che importa: intanto è stato messo.

Immagine ravvicinata con il campo ristretto: si vede meglio dove sia lo stop, dove l'ingresso/passo carrabile del vivaio, e quale sia la visuale disponibile prima di intraprendere l'attraversamento.

Questa foto sta a testimoniare il tipo di autocarro medio che transita su questa via che è ben oltre le 3,5 tonnellate previste, e il fatto che sia venuta mossa può far capire che la sua velocità non era certo di 20 chilometri orari.
D'altra parte il percorrere la strada camminandovi al centro è di per sé una ulteriore testimonianza di una marcia non adeguata: dunque doppia infrazione, in questo caso.

Tralascio di proseguire con la disamina del resto del percorso: quello che prosegue dopo la insolita rotonda con il nome di Via Bonifica e porta verso le aree periferiche di Torre Annunziata e di Castellammare; questa documentazione vuole restare vincolata al ricordo dell'evento accaduto ormai dodici mesi fa.
Ma se la prima parte della strada è in queste condizioni è facile immaginarne il resto.

Aggiungo che anche il cartello indicante "strada sconnessa" ha un valore semplicemente da "pezza d'appoggio".
La sconnessione influisce forse sui pedoni, sui mezzi a due ruote e sulle automobili vecchie di un qualche decennio.

Certamente quei tratti estremamente sconnessi non intimoriscono al punto tale da far moderare la velocità a chi è al volante delle auto di nuova concezione, degli autocarri, dei furgoni e sopratutto dei SUV.

Non ci si deve meravigliare dunque quando accadono eventi drammatici.

Sembrerebbe che questi quasi quattro chilometri siano abbandonati a loro stessi, e che mai polizia municipale, polizia o carabinieri vi passi o ci sia mai passata.

Errore: polizia e carabinieri la percorrono abitualmente, ma forse non spetta loro segnalare determinate situazioni.
Polizia municipale? Interviene solo se specificatamente comandata in merito a un qualcosa.
Nessuna iniziativa può essere presa.
Credo di aver capito, da come mi è stato spiegato, che funziona così.

Ma possibile che nessuno di loro possa neanche segnalare le anomalie presenti?
Possibile che se un privato cittadino fa presente determinate situazioni, questo viene solo sentito ma non ascoltato per niente?

La gestione delle amministrazioni comunali è affidata a persone diversamente capaci, e coloro che vi lavorano all'interno per altro titolo pur non avendo poteri decisionali non sono loro diseguali dagli altri.

Egoisti, arroganti, prepotenti, qualunquisti che con il loro comportamento insegnano agli altri a comportarsi con lo stesso spirito.

Onestamente io mi vergogno non tanto di risiedere dove risiedo, quanto piuttosto di appartenere al genere umano.

Quello che è stato mostrato in questo post non è un caso unico né raro. Non è episodico o casuale.
Si tratta della normalità.

Qui le strade sono per la loro gran parte penose sotto qualsiasi punto di vista.
Senza segnaletica, senza regolamentazioni, sconnesse, rotte, buie e senza illuminazione.
Abbandonate a sé stesse e alla buona volontà di un qualche singolo cittadino che decide di intervenire direttamente per una eventuale momentanea sistemazione di un qualche piccolo tratto.


(*) - Tutte le fotografie di questo e del post precedente fanno parte dell'archivio privato personale.







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