Estratto da:
Michele de Sangro Duca di Casacalenda
"I Borboni nel Regno delle Due Sicilie"
Firenze, lì 12 giugno 1884
Nel 1749, morto Filippo V Re di Spagna, gli successe Carlo III, lasciando a Napoli il suo terzogenito, che fu Ferdinando IV, calunniato ed infamato da’ nemici della Monarchia, sol perché seppe superare il terribile 1799, e sol col suo ingegno e buon senso rimediò alla mancata istruzione che il Ministro Tanucci non gli aveva fatta dare. Fu di umore allegro, amava i piaceri, specialmente la caccia e la pesca. Fu cattolico e rispettoso verso la Chiesa.
Nella sua minore età furono aboliti molti Conventi, però le rendite non furono convertite a vantaggio de’ “patriotti”, ma furono invece assegnate a’ Comuni a cui quei Conventi appartenevano.
Ecco le opere pubbliche fatte sotto quel Re.
Il 4 settembre 1762 si diede principio al Camposanto di Napoli, e fu il primo Cimitero fondato in Italia.
Si popolarono le isole di Ustica e di Lampedusa, la prima nel 1760, la seconda nel 1765, togliendo così un asilo a’ corsari barbareschi.
In Ustica edificò un Castello per guarentirla.
Nel 1763 e 1764 fu il Regno travagliato dall’epidemia e dalla fame, ed in quella triste circostanza spiegò il Governo una energia degna di ogni lode.
Restaurò la facciata del Palazzo Reale di Napoli nel 1767.
Ingrandì ed allineò la strada di Foria nel 1768.
Costruì tre Teatri, cioè quelli de’ Fiorentini, quello del Fondo, e quello di San Ferdinando.
Nel 1799 innalzò la Fabbrica de’ Granili.
La Villa Reale cominciò nel 1780.
Sono opere di quel Re i quattro Cimiteri della Città del Napoli. Anche in Palermo edificò un magnifico Camposanto.
L’orto botanico di Palermo, la Villa inglese di Caserta, il Cantiere di Castellamare, il piccolo porto di Napoli, i lavori dell’emissario di Claudio, il Palazzo Reale di Cardito, innalzato nel 1793, debbonsi a lui.
Fece costruire molte case per congiungere Napoli con le Provincie, ed in soli 14 anni ne furono fatte più di mille miglia.
Stabilì la Colonia di San Leucio, facendo venire dall’estero artefici e macchine.
Fondò parecchi Collegi militari.
Rifondò la marina, ed era talmente amato da’ suoi Napoletani che, bruciatosi il 3 aprile 1790 il Vascello Ruggiero, in costruzione a Castellamare, vi volle fare cosa grata al Re, coll’offrigli per sottoscrizione volontaria un milione di Ducati perché costruisse un altro vascello simile a quello incendiato.
Fondò un’Accademia per le armi dotte. Riordinò l’esercito.
Nel 1788 si pubblicarono le ordinanze militari pel servizio delle piazze forti del Regno. L’anno seguente si pubblicò il Codice penale militare.
Nel riordinare l’esercito e la flotta, quel buon Sovrano non trascurò le opere di beneficenza. Fondò la cassa degli orfani militari, provvedendola di una rendita di 30 mila ducati annui, ad unico oggetto di educare i figli de’ militari defunti, e dotarne le figlie.
Molto fece per l’istruzione pubblica.
Nel 1768 stabilì una scuola gratuita per ogni Comune del Regno e per ambo i sessi, e con decreto dello stesso anno prescrisse che in tutte le Case religiose sitenessero scuole gratuite per fanciulli, ed in ogni Provincia introdusse un Collegio per educare la gioventù.
Oggi si pagano tasse ginnasiali e liceali, e prima non si pagava nulla; oggi che hanno regalato l’istruzione obbligatoria, se non si hanno i mezzi come mantenere i figli ne’ capoluoghi di Provincia, gli studiosi non hanno maniera di apprendere utili cognizioni.
Nel 1799 nell’abolita casa dei Gesuiti di Napoli si fondò un Collegio per nobili giovanetti, detto Ferdinandeo, ed un Conservatorio al Carminello per l’istruzione delle orfane povere.
Nel 1778 fu creata l’Università di Cattaneo, nell’anno seguente quella di Palermo sotto il titolo di Accademia, con teatro anatomico, laboratorio chimico, ed un ricco gabinetto fisico.
Fondò una specola astronomica nel Palazzo Reale di Palermo, diventata celebre per l’illustre Teatrino Giuseppe Pazzi; altro osservatorio astronomico fondò sulla Torre di San Gaudioso in Napoli.
Sorsero in Sicilia 4 Licei e 18 Collegi e molte Scuole Normali.
Fondò in Palermo un seminario nautico per l’istruzione di marini, commercianti.
Istituì una deputazione per sorvegliare tutti i Collegi del Regno.
Anche i Greci Albanesi, sparsi in Sicilia e in Calabria, sperimentarono la beneficenza di Ferdinando IV: furono riuniti in colonie, in diversi villagi, si fondarono due Seminarii e varie scuole per essi. S’istituì un Vescovado per ritogreco-unito, ed egli accordò loro, per quei del Continente, uno stabilimento in Brindisi, onde esercitarvi il commercio.
Nel 1778 istituì l’Accademia delle scienze belle arti nel palazzo degli Studi a Napoli. Fondò una Società letteraria Tipografica. Aprì una Biblioteca inPalermo, che è una delle più ricche in Italia, facendole dono de’ libri che egliaveva comperati con proprio danaro dal Canonico Barbarici.
Dopo aver ordinato le 3 Università del Regno, creò quelle cattedre richieste dal progresso delle scienze, così si videro per la prima volta negli ospedali quelle di ostetricia e di osservazioni chirurgiche.
Scelse i più grandi ingegni, senza badare a politica opinione, e così insegnarono il Genovesi, il Calmieri, il Galanti, il Troja, il Pedagna, il Cavalieri, il Serrao, il Gagliardi.
Onorò i sommi dell’arte musicale di quei tempi, come Cimarosa, Guglielmo, Paisiello, destinando quest’ultimo a maestro del Principe ereditario; somministrò i mezzi a molti giovani artisti per perfezionasti in Roma.
Questi è quel Re che i rivoluzionarii hanno l’impudenza di chiamare ignorante, nemico dell’intelligenza e de’ dotti. Molti decreti utilissimi emanò circa l’industria ed il commercio. La pesca del corallo si deve a lui, ed a Napoli fondò la Borsa del Cambio. Cedette a canone e provvide di ottime leggi il Tavoliere di Puglia, facendo sorgere molte colonie in quei deserti.
Nel 27 maggio 1787 esentò per 40 anni da ogni dazio tutti coloro che avessero piantati oliveti in terreni ingombri di macchie, ed agli allevatori di bestiame che li avessero raccolti in determinati luoghi.
Fondò Monti frumentarii che somministravano il grano per la semina negli anni di scarsezza. Restaurò ponti, ne fece de’ nuovi, prosciugò maremme, arginò fiumi, eseguì lavori utilissimi in luoghi malsani, ed acquistava terreni vergini all’agricoltura.
Nel 1790 bonoficò la Baja di Napoli. Abolì i donativi che i cittadini erano costretti a fare al Sovrano ed ai Baroni, e quando diè la sposa al Principe ereditario, e la città di Napoli offrese al Re una gran somma,egli la rifiutò, accettando solo 70 mila ducati che fece dividere ai poveri della città stessa.
Ferdinando fece abolire molte tasse, dirette ed indirette, cioè quella di grascina, degli allogati, del tabacco, de’ pedagi, ed in alcune provincie quella della seta, ed altre.
Nel terremoto delle Calabrie si mostrò vero padre de’ suoi popoli, soccorrendo i danneggiati. In quelle nefasta occasione duecento tra villaggi, paesi e città subissarono, seppellendo più di 60 mila calabresi.
Prima che la rivoluzione francese del 1789 con modi tanto selvaggi ed abominevoli avesse distrutto la feudalità, i Borboni di Napoli l’avevano diveltalegalmente.
Dall’epoca della maggiorità di Ferdinando sino ai primi moti rivoluzionari, il Governo di quel Sovrano fu equo, caritatevole, e di graduale progresso per le leggi, per l’istruzione, per l’industria, per il commercio, per le finanze, per la marina.
Nessun commento:
Posta un commento