Sul quotidiano “Il Mattino di Salerno” di domenica 16 novembre, è stato pubblicato un articolo a firma di Gianluca Sollazzo nella sezione “Scuola” dal titolo:
Il Sud illuminato negato dai libri di testo, "Storia da riscrivere”.
Non avendo l’autorizzazione per proporre integralmente l’articolo in questo Blog essendo esso protetto da specifico Copyright, mi limito a segnalarlo e a sollecitarne la lettura se e per quanto possibile.
Immagino che copia dell’articolo potrà essere richiesto andando sul Sito www.fontesud.it seguendo poi le istruzioni per l'inoltro della richiesta.
L’articolo è riferito alla manifestazione svoltasi sabato 14 dicembre presso l’I.I.I.S.S. “Antonio Genovesi” di Salerno in multiconferenza via Skype con altri siti: Avellino, Catanzaro, Isernia e Udine.
All’appello è mancata la rappresentanza da Potenza dove ci sono stati problemi tecnici per il collegamento.
Docenti e presidi di scuola che hanno partecipato, sono tutti concordi di quanto sia necessario ripristinare un giusto equilibrio nella narrazione dei fatti storici avvenuti dall’arrivo della truppa guidata da Giuseppe Garibaldi in poi, ma sopratutto è essenziale che si effettui una rappresentazione, corretta e completa del periodo storico in cui il Regno delle Due Sicilie ha visto la presenza dei Borbone gestire e trasformare un popolo e un territorio preda continua di avvicendanti popoli bracconieri.
I Borbone, da Carlo di Borbone - poi Carlo III di Spagna - in poi, sono stati fautori di uno stato che era annoverato tra i tre più grandi europei, sotto tutti i più importanti aspetti: economici, sociali, industriali, e legislativi.
E per quanto riguarda il sociale occorre sottolineare e includere l’aspetto medico-sanitario sul quale Ferdinando I ha continuativamente lavorato con il contributo di medici, farmacisti e scienziati ottenendo primati di importanza internazionale.
Un grande lavoro di ricerca è stato già svolto dagli alunni degli istituti I.I.S.S. “Francesco Saverio Nitti” di Napoli, I.I.S.S. “Dante Alighieri” di Avellino, I.T.G. “Fermi” di Isernia; ma sopratutto in particolare dagli alunni di scuola media, e specificatamente dagli alunni che nel corso dello scorso anno scolastico facevano parte della III C della Scuola Media “Alfonso Gatto” di Battipaglia coordinati dal Prof. Gerardo Granito.
La scintilla è scattata nel momento in cui in un paragrafo alla pagina 390 del volume di storia destinato alle scuole medie edito dalla Bruno Mondadori “Chiedi alla storia” a firma di Franco Amerini e Roberto Roveda, affrontando le fasi che hanno portato alla unificazione del regno d’Italia, hanno letto:
"Nel sud della penisola sotto il governo della dinastia dei Borbone, l'economia era bloccata. I sovrani del Regno delle due Sicilie facevano poco o nulla per avviare l'industrializzazione e favorire le attività imprenditoriali.”
Sia il Dr. Candila nel discorrere con l’autore dell’articolo pubblicato, che il promotore dell’iniziativa Donato Crescenzo che partecipava dalla sede dell’I.I.S.S. “Francesco Saverio Nitti” a Napoli in uno dei suoi interventi, hanno sottolineato che
“...non si tratta dell'iniziativa di un gruppo di nostalgici ma di una missione all'insegna della verità storica.”
Riprendo direttamente dalla locandina del programma:
"I nostri eventi, i cui precedenti si possono visionare sul sito www.fontedsud.it (una piazza dove ci si incontra e ci si racconta) narrano esclusivamente le nostre eccellenze culturali, perché come disse, alla fine dell’Apartheid, Mandela :
« Una Storia dimenticata è un futuro perso » …… e aggiunse che era necessario rimanere uniti e crescere insieme."
Sottolineare che è proprio questa l’occasione in cui ricordare che
"Una storia dimenticata è un futuro perso!”
conferma e conforta nel pensare che è forse giunto il momento di rispolverare l’orgoglio nascosto e di un intero popolo.
Occasione questa, in cui siamo in una fase in cui da varie parti continuano a rimarcare che un qualsiasi figlio di quella parte di Italia in maniera spregiativamente definita “Meridione” o “Sud”, altro non è e non rimane che un suddito, un colonizzato.
Un discendente di briganti potenzialmente pericoloso: il DNA non può che autoriprodurre che suoi simili per quanto i suoi geni possano venire modificati nel tempo.
Modificati sì, ma certamente non in positivo! secondo le risultanze pubblicate.
Una testimonianza di questo stato di cose è rappresentata dalla presenza nel Museo di antropologia criminale Cesare Lombroso, un museo di antropologia criminale fondato a Torino da Cesare Lombroso nel 1876 presso la locale università, dove la presenza di teschi umani di briganti, ladri e assassini testimonierebbero la caratteristica dell’appartenere al Regno delle due Sicicile, e quindi dell’uomo meridionale.
Un museo degli orrori che andrebbe chiuso anche per la totale mancanza di accreditamenti sulla scientificità di quanto sostenuto all’epoca dall'antropologo.
Firmare la petizione diventa un impegno morale con noi stessi, con la nostra storia e per le nostre discendenze.
Il SUD continua a essere una colonia dell'ex Regno d'Italia e i suoi abitanti dei sudditi.
I Borboni continuano a essere considerati regnanti di scarso contenuto morale, egoisti, prevaricatori e vigliacchi: Francesco II viene ritenuto un re in fuga dalle proprie responsabilità.
Non v’è chi riesca a riconoscere in lui colui che attirando a sé i nemici ha evitato alla capitale del Regno una sorte ingrata e immeritabile!
L’esercito, uno dei più preparati ed equipaggiati, gestito dai migliori strateghi in europa, decimato dalle fucilazioni sommarie e dagli eccidi perpetrati dai piemontesi, dai tradimenti di una parte dei suoi generali viene ancora oggi considerato approssimativo, scarso, e senza alcuna organizzazione.
Ancora oggi si continua a dire “Me pare l’esercito di Francischiello!” quando si vuole identificare un gruppo di persone senza organizzazione, senza capo, senza idee.
Quei "Soldati" rimasero fedeli al loro RE e fu per evitare che si completasse la loro disfatta e distruzione che Francesco II decise di arrendersi e di recarsi a Roma rinunciando ai suoi diritti sul regno.
************
5 novembre 1860 - 13 febbraio 1861
Gaeta.
Annessione al Regno di Sardegna dei territori del Regno delle Due Sicilie
«Sire, in mezzo ai disgraziati avvenimenti, di cui la tristezza dei tempi ci à fatto spettatori afflitti ed indegnati; noi sottoscritti, uffìziali della Guarnigione di Gaeta, veniamo, uniti in una ferma volontà, rinnovare l'omaggio della nostra fede innanzi al vostro trono, reso più venerabile e più splendido dalla sventura. Cingendo la spada, giurammo che la bandiera affidataci da V. M. sarebbe difesa da noi, a costo del nostro sangue. È a questo giuramento che intendiamo restar fedeli; quali che siano le privazioni, le sofferenze e i pericoli ai quali ci chiama la voce dei nostri capi, sacrificheremo con gioia le nostre fortune, la nostra vita e tutt'altro bene per il successo o pei bisogni della causa comune. Gelosi custodi di quest'onor militare che distingue solo il soldato dal bandito, vogliamo mostrare a V. M. ed all'Europa intera che se molti fra noi ànno col tradimento o viltà macchiato il nome dell'Armata Napolitana, grande fu pure il numero di quelli che si sforzarono di trasmetterlo puro e senza macchia alla posterità. » |
(Charles Garnier, Giornale dell'assedio di Gaeta, 1861[1])
******
|
Chi dal sud sale al nord continua a essere visto come un "emigrante" o un "deportato" come lo erano diventati forzatamente i contadini e gli abitanti del Regno delle Due Sicilie.
In oltre 150 anni dal 1861 a oggi, nulla è cambiato: il Regno d'Italia ha depredato e distrutto uno stato sovrano cercando di distruggerne anche la memoria storica, e tutto questo con il contributo anche degli storici o di chi si paventa tale accusando spregiativamente come "revisionisti" coloro che cercano di ristabilire la verità.
La volutamente cattiva informazione si sta trasformando in travisazione dei fatti storici seminando il seme dell'ignoranza nelle generazioni che stano nascendo: le bugie e le falsità stanno diventando verità!
Verità che la scuola continua e contribuisce a nascondere.
Occorre attivarsi per evitare che tutto venga definitivamente cancellato: occorre fare in modo che i nostri figli, e i figli che loro verranno, sappiano.
Nessun commento:
Posta un commento