venerdì 28 novembre 2014

Incongruenze segnaletiche e menefreghismo a Scafati: ma davvero qui stiamo dando i numeri?

Pur essendo quello tra via Nazionale e Via Pasquale Vitiello un incrocio nevralgico per chi entra in Scafati provenendo da Pompei o uscendo dall'autostrada e deve proseguire per il centro oppure andare verso i paesi dell'entroterra - Sant'Antonio Abate, Santa Maria la Carità e altri - la disattenzione, l'incuria e l'incoscienza sia della amministrazione che della polizia municipale ha dello scandaloso.

All'inizio della strada sono presenti, alla destra e alla sinistra per far si che che siano ben visibili, due cartelli che indicano divieto di transito ai camion.

Fino a qualche tempo fa i due cartelli erano completati da una indicazione fondamentale: il transito era vietato ai camion che avessero un'altezza superiore ai 3,40 metri.
Questo perché a quattrocento metri dall'incrocio ci si imbatte nel ponte dell'autostrada A3.
Questo ostacolo non c’è vero di superarlo anche se qualcuno ci ha provato restando incastrato tra la strada e il ponte.
Ho assistito a una soluzione davvero geniale: sgonfiare le gomme di quel tanto che risultò sufficiente a ridurre l’altezza dell’automezzo.

Vero è che seppur raramente dunque, ogni tanto un qualche autista riusciva a non vedere il riferimento all'altezza o non aveva ben a mente la grandezza del proprio automezzo.
O anche pensava a un avviso “esageratamente cautelativo”.
Vero è anche che non sono ben certo che l’altezza segnata corrisponda a quella reale.
Dunque un qualche camion arrivato all'altezza del ponte era costretto a far marcia indietro per tutti i 400 metri percorsi.

Spesso e volentieri aiutato dai residenti e dal suo compagno di viaggio che provvedevano a bloccare il transito delle auto all'inizio della strada.
Altre volte si son visti arrivare, rivestiti della loro autorità, rappresentanti della polizia municipale che creando più confusione di quanta già non ce ne fosse stata, han provveduto loro malgrado ad agevolare la manovra.

Da qualche tempo quindi, c'è un qualcuno che “là dove si prendono le decisioni importanti e fondamentali per il bene della viabilità comunale” ha avuto la brillante idea di decidere che l'avviso relativo all'altezza massima transitabile andasse eliminato, lasciando intendere che la via è vietata al passaggio di tutti i camion.

Tutti: di qualsiasi tipo, forma, grandezza e altezza, ma dunque solo dei camion.
Ora a tal motivo accadono due cose:
la prima che qualsiasi altro veicolo diverso da un camion, ad esempio gli autisti dei pullman turistici, ritengano che per loro il transito sia permesso;
la seconda che i camion passino tutti indistintamente: ovviamente "di qualsiasi tipo, forma, grandezza e altezza”.

Però tutti i veicoli che risultano essere di una altezza superiore ai 3,40 metri previsti si fermano dinanzi all'evidenza di non poter continuare il percorso baldanzosamente iniziato (il baldanzoso non è casuale, ma indica un tenore di velocità al di sopra di quanto la strada consenta) e son costretti a una retromarcia che mette a dura prova l'abilità degli autisti.

Autoarticolati, autocarri e dunque anche i pullman turistici: tutti che tra le maledizioni e le bestemmie degli autisti e dei loro collaboratori di turno sono costretti a compiere lo stesso percorso all’inverso ma a marcia indietro.
Cosa che per un autoarticolato non è affatto agevole.
Non permettendo la strada la possibilità di invertire semplicemente il senso di marcia.

Chiamare l'autorità non serve a nulla pur se ogni volta ci provo.
L’ultima quest'oggi: seppure questa fosse da ritenersi una emergenza - ma certum non est - non c'è personale disponibile da far intervenire; tutti a far servizio presso le scuole.

Dunque appena possibile.... certo: quando non ci sarà più bisogno!
Ho sottolineato che sarebbe meglio ripristinare l'indicazione dell'altezza massima transitabile: faremo la segnalazione, la risposta all'altro capo del telefono.
Il solito plurale maiestatis usato quando si colloquia con un qualsiasi personaggio della pubblica amministrazione: cioè chissenefrega.
Sappiamo che il plurale in alcuni casi si usa proprio per disimpegnarsi.




FOTO: ARCHIVIO PERSONALE

giovedì 27 novembre 2014

La Via Crucis. Lourdes: una esperienza inimmaginabile!

L'avevo sempre ritenuta un rituale del periodo pasquale.
In particolare del "Venerdí Santo".
Poche volte vi avevo partecipato prima e sempre con scarsa attenzione.
In effetti anche al Venerdí Santo non l'ho mai ritenuta una priorità: piuttosto una ritualità.
Che modo strano quella di vivere la religione per il cristiano!
Fondare sul principio del perdono che arriverà sempre e comunque.
Pretendere che sia sufficiente manifestare un minimo di pentimento per esser giustificati:  alla fine mi va bene anche il Purgatorio; se un'altra vita esiste davvero, mi accontenterò di aspettare un po'. 
Se l'altra vita invece non esiste, vorrá dire che non avró rinunciato a molto. 
No: non avevo mai pensato alla Via Crucis come a un atto di pentimento!
Non ci avevo mai ragionato troppo sopra. 
È comune credere che la religione cristiana pretenda solo di chiedere il perdono delle proprie colpe e magari una semplice riflessione sulle proprie omissioni in qualsiasi momento della vita per essere a posto con la coscienza e con Dio.
Il perdono è sì incondizionato e magari pentendosi all'ultimo istante prima di morire; ma occorre che prima di quel momento davvero non si aveva una piena coscienza di sé e del proprio agire.
Altimenti é solo un gesto di convenienza: alla fine cosa ci perdo...
 Meditare in particolar modo sull'undicesima stazione e la successiva della Via Crucis deve esserci da insegnamento per comprendere quale sia la condizione per il perdono completo dell'ultimo minuto, e quale la nostra predisposizione nel corso della nostra vita terrena per sperare di riuscire a entrare dalla porta stretta!
Quando cioè uno dei due malfattori tra i quali è stato crocifisso dice: Gesú, ricordati di me quando sarai nel tuo regno!
La prima persona a chiamarlo per nome: come parlando a un fratello, a un amico.
In quelle parole si individua il pentimento incondizionato per le colpe commesse e vi si legge una sincera richiesta di aiuto. 
Aiuto: non la soluzione.
"Ricordati di me" e non "portami con te”!
Non una pretesa rivolta a chi si vanta di essere il Figlio di Dio, ma una richiesta di aiuto a chi sta soffrendo una pena maggiore perché financo ingiusta, e che proprio in quanto Figlio di Dio probabilmente avrà cose più importanti da pensare che non a una persona come lui, che non merita più di una semplice attenzione.
È quando ci si trova davanti al passaggio finale che si ha la coscienza di aver bisogno di aiuto, tenerezza, sollievo.
E nella risposta c'é la sintesi di tutto il percorso compiuto: "Oggi stesso sarai con me nel Paradiso!"
Non "Vedró che posso fare per te" oppure "Avresti dovuto pensarci prima!".
Gesú é sulla croce; sta per esalare l'ultimo respiro; sta patendo sofferenze non confrontabili con quelle di nessun altro prima e dopo di lui, eppure fa suo il dolore manifestato da chi gli si trova accanto.
Di chi non chiede una salvezza eterna, immediata, definitiva come quella che chiediamo sistematicamente soddisfatti di noi nel nostro egoismo.
Ma solo gli chiede "Ricordati di me!”.
Gesú ci fa capire che per quanto sia grande e tremenda la nostra sofferenza, non c'é ne potrà essere una maggiore che quella dell'altro che soffre.
Il dolore dell’altro non deve essere valutato, giudicato; non si può paragonare la sua sofferenza alla nostra, il suo dolore al nostro.
Se non ci svestiamo del nostro egoismo rassicurante non potremo chiedere di essere ricordati con la certezza di sentirci rispondere "Oggi stesso sarai con me nel Paradiso!"
Il nostro dolore è e deve essere quello di chi ci sta accanto.
Ed è cosi che il proprio dolore sminuisce.
Noi pensiamo di poter essere perdonati sempre e comunque, di essere salvati e di poterci trovare tra i Santi solo per non esserci comportati male e per aver continuativamente pregato.
Noi viviamo una religione in maniera strana, anomala.
Pensiamo di essere il popolo eletto.
Anzi: più eletto di quello eletto per antonomasia!
Forse bisognerebbe meditare di più su quanto non abbiamo fatto di buono, di quante volte abbiamo girato la testa dall’altra parte, abbiamo attraversato la strada, di tutte le volte che abbiamo nascosto la nostra moneta nel terreno per restituirla poi al padrone al suo ritorno.
"Ti ringrazio Signore per non essere come gli altri: ladri, adulteri, sfaticati, svogliati, invidiosi, atei etc... Etc..."
Noi non ci rivolgiamo mai a Gesú come a un amico.
Non gli chiediamo mai di ricordarsi di noi, di pensarci perché ci aiuti a non sentirci mai soli o abbandonati; chiediamo solo di essere salvati perché abbiamo pregato tanto e spesso.
Pregato… soltanto….
È vero, occorre pregare, sempre e spesso:
"In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 
In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 
**********
E il Signore soggiunse: «E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui?».
Ed è necessario recitare il Rosario come i Santi ci hanno insegnato a fare.
Ed è importante che si continui a bussare alla porta senza stancarci mai.
Ma dice anche che
“ Non chiunque mi dice ‘Signore! Signore!’ entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.”
Io credo che sia importante e necessario meditare sulla Via Crucis e su quelle che per esemplificazione vengono chiamate “Stazioni” più spesso che non soltanto durante il periodo di Pasqua.
La Pasqua va rivissuta tutti i giorni!
Ogni giorno ognuno di noi raggiunge una stazione portando sulle spalle la Croce affidatagli.
"Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.”
Quell’uomo non disse quanto le monete avrebbero dovuto fruttare, nemmeno impose di farle fruttare.
Diede però per scontato che ognuno le avrebbe fatte fruttare “secondo la sua capacità”.
Ciascuno ha avuto un numero di monete diverso come anche la Croce ha un peso proporzionato in base alle capacità che ciascuno ha di riuscire a portarla sino alla cima della collina.
"Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo…. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha."
La Via Crucis: una meditazione continua.
Come posso lamentarmi io che nulla di quel che patisco é paragonabile a quanto sopportato da Gesù!
Come posso piangere su di me se paragono quel dolore al mio!
Come posso chiedere di essere salvato se le mie mani sono vuote! se le mie parole sono di pretesa e non di aiuto! se consegno la moneta ricevuta sporca della terra in cui l’avevo nascosta!
Vivere la Via Crucis, vivere lo stesso identico percorso, lo stesso identico affanno. Non la ricorrenza di un evento.
La Via Crucis é un percorso che va ripetuto ogni volta che ci sentiamo abbandonati, disfatti, derelitti, sofferenti.

Immagini: fonte web - google images 


Scafati. Provincia di Salerno. Gli amministratori locali di turno: uomini o caporali?

Scafati è un comune che conta circa cinquantamila e duecento abitanti, e si estende su di una superficie di quasi venti chilometri quadrati.

Nove sono le frazioni che ne fanno parte e confina con ben otto comuni: cinque appartenenti alla provincia di Napoli e tre di Salerno.
Il confine tra Scafati e buona parte degli otto comuni è senza soluzione di continuità.
Dunque il coinvolgimento nella gestione del territorio dovrebbe essere concertata di comune accordo alfine di rendere il più agevole possibile i collegamenti, le comunicazioni, e il quanto più attenta e accorta la sicurezza.
Amministrazioni pubbliche coscienziose che vogliono fare le cose per bene al di là di qualsiasi interesse personale si comporterebbe secondo questo principio.

Sarebbe già tanto se almeno ciascuna amministrazione si comportasse decentemente almeno con l’utenza residente.

Solo una chimera, neanche un sogno.
Un qualcosa di impensabile che solo menti contorte e strane come la mia potrebbe mai pensare.
Via Catalano. Non si vede ma c'è l'incrocio 
con Via Niglio a sinistra

Ogni comune gestisce nel peggiore dei modi possibile la cosa pubblica di riferimento, disavvenendo al giuramento morale fatto ai residenti di ogni singolo sito.
Eppure volendola includerla in un unicum complessivo, abbiamo davanti una popolazione che assomma a quella di una media cittadina del centro Italia.

Dunque mi limito a soffermarmi su Scafati dove la situazione che sembrerebbe non potrebbe essere peggiore rispetto a quanto ogni giorno appare, di volta in volta raggiunge nuovi record.

Siamo su Via Luigi Cavallaro all'incrocio con Via Niglio.
Dietro l'albero sembrerebbe ci sia un cartello: quale?




E tutto questo mentre non si capisce i pubblici amministratori cosa facciano e come spendano i soldi di chi paga i loro lauti stipendi, feste, festicciole, convegni ed esibizioni da circo equestre.

Le strade: tutte spaventosamente abbandonate.

Siamo su Via Luigi Cavallaro all'incrocio con Via Niglio.
Dietro l'albero sembrerebbe ci sia un cartello: quale?
Ci siamo avvicinati lentamente ma... non si capisce niente!


Mancano di segnaletica: orizzontale o verticale che sia; ogni tanto quella orizzontale appare come un miraggio per scomparire nel giro di poco tempo: invece di vernici utilizzeranno acquerelli per dipingerle.

Gli incroci non sono segnalati e sopratutto quelli che meriterebbero una maggiore e migliore attenzione anche da parte della presenza di agenti della polizia municipale.

Manca una rete semaforica adeguata, l'illuminazione è totalmente insufficiente e insignificante sopratutto nei traggo di maggior scorrimento.
Manca del tutto una segnaletica orizzontale che consenta di identificare la mezzeria sopratutto negli incroci che ciascun automobilista/pilota impegna per come meglio crede.

 Da via Catalano imbocchiamo Via Niglio verso via Catalano.
A metà strada c'è un incrocio: ma dove sono i segnali?
Chi avrà la precedenza? 

Sono state date licenze per negozi che causano disagi alla circolazione sopratutto agli incroci, e peggio ancora in punti in cui il traffico avvelena letteralmente i prodotti alimentari messi in bella esposizione sui marciapiede.

Girando per le vie che appartengono al comune o che del comune sono parte integrante o integrata, ci si rende conto di come quello della sicurezza sia un argomento totalmente sconosciuto al sindaco, agli assessori, alla forza pubblica.

Non esiste controllo delle merci esposte sul marciapiede, non esiste il ragionare sulla inconvenienza di concedere licenze commerciali.

Insomma: Scafati è davvero un comune pessimo e inadeguato sotto tutti i punti di vista.
Nessuna preoccupazione si è mai vista manifestare da parte degli amministratori pubblici nè di coloro che dovrebbero provvedere al controllo delle leggi e dei regolamenti minimi della buona civiltà.

Ogniqualvolta ho inteso manifestare una situazione di disagio presso la sede del comando della polizia municipale, mi è stato risposto sempre evasivamente, e in particolare che le competenze erano altrui e che quanto da me rilevato sarebbe stato posto all'attenzione di non si sa bene chi.
Ovviamente nulla è stato mai attuato e nessuno si è mai attivato per la soluzione delle situazioni che incresciosamente non danno altro risultato che un incancrenirsi.

Sono davvero sconcertato da questa nullità di personaggi che in trenta anni circa da che sono residente in questo comune ho visto avvicendarsi.
Ognuno pensa al proprio utile e tornaconto e a quello dei propri amici o parenti: come pensare diversamente.

Non occorre indicare partiti politici o nominativi, perché sono tutti indistintamente uguali.
Ciascuno pensa a sé stesso, ai propri parenti e amici quando riuscissero a portar voti utili alla elezione di turno.

Sembra quasi che esista un cartello in base al quale "oggi a me e domani a te, posdomani a lui..." e poi si ricomincia da capo.
Nessuno mai che si sia detto: 
"non sono riuscito in quel che avevo intenzione di fare, ho mancato la promessa morale fatta ai cittadini, restituisco i soldi che ho preso nei cinque anni di governo perché non li ho meritati, obbligo chi era con me coinvolto in questa disastrosa gestione a fare lo stesso e mi ritiro dal continuare a fare politica."

A questa gente manca una cosa importante per l'impegno che assumono: l'umiltà!
Manca l'autocritica e il senso del dovere assunto verso la collettività.
Manca il senso della decenza e della responsabilità.

Manca la cosa fondamentale: l'essere uomini.


Le fotografie inserite provengono da archivio personale.
Quelle inserite sono fotografie che esemplificano uno dei tanti percorsi utilizzati dagli automobilisti per esprimere le loro doti di piloti da formula uno o relly.
Via Luigi Cavallaro è sicuramente uno dei più utilizzati.

Lungo il percorso c'è anche un segnale che annuncia la presenza di dossi artificiali.

Nessun dosso artificiale è presente su tutta la strada, ma fa sorridere pensare che in alcune strade sono presenti dei dossi invisibili, per i quali non c'è alcun avviso: ce si li ritrova tutt'ad un tratto sotto le ruote.
Ovviamente le auto normali sono le uniche che vi sobbalzano, mentre per la quantità di SUV che percorrono le vie del territorio è come calpestare un sassolino.

Mancano le foto che testimoniano la situazione critica dei locali commerciali come la pescheria e il bar situati all'angolo tra Via Buccino e Via Martiri D'Ungheria: auto parcheggiate all'incrocio e in doppia fila che creano traffico e pericolo vista anche la totale mancanza di segnaletica e di divieto di sosta o di sosta limitata, oppure dei vari negozi di vendita di prodotti ortofrutticoli che posizionano la merce sui marciapiede alla mercè delle polveri e dei gas di scarico delle auto, dei camion e degli autobus che transitano e che spesso e volentieri sono fermi a causa del traffico: veleno-veleno-veleno che viene fatto inoculare attraverso cibi e bevande ai cittadini grazie alla complicità delle istituzioni e alla scarsa coscienza dei titolari dei negozi.
Le fotografie mancano per evitare ritorsioni da parte degli esercenti ai quali obtorto collo non sarebbe possibile garantire la privacy per ovvii motivi.

venerdì 21 novembre 2014

Ancora Scafati e ancora Via Pasquale Vitiello. Sindaco Aliberti: occorre mettere fine allo scempio!

Mentre dalla home page del sito del comune di Scafati troneggia la fotografia di un sindaco che si presenta con un sorriso immotivato, il comune muore e si depaupera giorno per giorno.


Il sindaco è un "servitore" e non un "eletto da Dio".
Lui e la sua giunta dovrebbe avere a cuore il benessere e la tranquillità dei residenti e degli ospiti del comune del quale ha "l'onore" di essere il rappresentante ufficiale, non stare a magnificarsi con manifestazioni o iniziative che non hanno alcun fine pratico per la cittadinanza.
L'essere eletti alla carica non dà alcun diritto ma solo e soltanto doveri e obblighi.
Chi non è disposto a questo dovrebbe farsi da parte.

Abbellire esternamente le vie, o parte di esse non serve a nulla se la sostanza poi é solo marciume e spazzatura.
Non ha alcuna utilità il promuovere convegni, fare riunioni, invitare chi politicamente appartiene allo stesso partito e aspira a diventare addirittura presidente di Regione.

Non siamo in una perenne campagna elettorale, quanto piuttosto in una continua battaglia per la sopravvivenza!

Voglio di nuovo scrivere di Via Pasquale Vitiello che è l'emblema della non curanza, dello scempio perpetrato in barba ai residenti che al sindaco pagano lo stipendio, e le spese di rappresentanza - che non è una rappresentanza richiesta dai cittadini - e dello sperpero del denaro pubblico.

Questa strada avrebbe avuto sí bisogno di una risistemazione, ma del suo sottosuolo in primis.
Questa strada non ha fogne che consentano di sversare le acque nere dei condominï nel collettore, ma è essa stessa una fogna a cielo aperto!

Non c'era bisogno di decidere in merito ai lavori per il rifacimento dei marciapiede e del manto stradale; sarebbe stato più importante e preponderante, più logico e corretto e una spesa ben fatta, quella di creare finalmente un condotto fognario.
A camminare, a piedi sopratutto, ci si arrangiava alla men peggio.
La "pista automobilistica" per il transito delle auto, i camion e le moto che era già la via Pasquale Vitiello è rimasta come prima.

Anzi il pericolo per i pedoni è aumentato e non di poco!

Da quando per chissá quale motivo è frullato per il capo a qualcuno l'idea del rifacimento dei marciapiede in questa via, siamo davvero finiti dalla padella nella brace.

Tutti gli abitanti della strada dovrebbero manifestare la loro protesta non provvedendo, quando la data del 16 dicembre prossimo sarà giunta, al saldo dell'ICI!
Questa giunta dovrebbe restituire i soldi che fino a oggi ha costituito il suo immeritato stipendio!


Il sindaco e la sua giunta meriterebbero di essere denunciati per l'incuria ancora una volta manifestata nei confronti dei cittadini che - é bene ricordarlo - pagano loro stipendi, spese e feste per esaltare la loro nullità.
Sì, perché alla fine è questo quel che traspare: il loro essere un nulla di fronte ai problemi che già esistendo essi non risolvono, e che ulteriormente creano.
Via Pasquale Vitiello è solo una delle tante indecenze che fanno bella mostra di sé girando per le strade di questo comune.

Lo stato in cui ancora oggi Via Pasquale Vitiello versa è sotto gli occhi di tutti tranne che del sindaco dal suo disarmante e avvilente sorriso, e degli amministratori pubblici che lo contornano.

Eppure per questa via passano in tanti di pubblici ufficiali: polizia municipale, polizia dello stato, carabinieri.
Tutti silenziosi complici di una sciatteria e di una strafottenza che altro non fa che dare una immagine reale di coloro che questo comune amministrano.

Il lavori sono stati sospesi, la ditta appaltatrice - una o più non saprei - ha portato via sia i materiali che erano depositati che gli attrezzi di lavoro.
La loro presenza dava l'idea che i lavori proseguivano anche se senza fretta.
Ora invece è tutto chiaro: voce di corridoio fa sapere che nessuno è stato pagato, o che i pagamenti sono stati sospesi.



Tratti di marciapede lasciati rotti e transennati, buche sui marciapiedi messe in "protezione" infilandoci dentro tubi facilmente amovibili e sottolineati con plastiche che il vento porta via e che chiunque potrebbe rimuovere facendo diventare pericoloso il camminare sopratutto di sera.



 Per non dire della pavimentazione stradale sconnessa già di suo che è diventata ulteriormente pericolosa a motivo degli invasi posti sulla via e della sua situazione in genere che rende pericoloso il transito a chi si trova in bicicletta o in motociclo.
La sabbia di cui la via è pervasa rende scivoloso qualsiasi tipo di camminamento che non venga effettuato su quattro ruote, e questo sopratutto dopo la pioggia.
Scarichi pluviali che scendono dai tetti degli stabili e che finiscono al di sotto della sede stradale producendo danni agli edifici e creando pericoli a chi cammina a piedi.

Una strada senza controlli, che viene percorsa da centinaia di automobili e camion - questi ultimi in barba al divieto posto a inizio della via sia da un verso che nell'altro - che camminano a velocitá imprecisate con pericolo per i residenti che si muovono a piedi

Insomma: un altro scempio perpetrato dalla amministrazione comunale di turno.
Un altra medaglia nera da apporsi sul petto.

Caro sindaco: davvero non c'è da ridere!















* FOTO: PROVENIENZA DA ARCHIVIO PERSONALE.

mercoledì 19 novembre 2014

Anno1832: Ferdinando II emana un editto per la regolamentazione della pulizia delle strade. Anno 2014: a Scafati scarichi fognarï con le acque piovane. Fogne a cielo aperto!

Anno1832: Ferdinando II emana un editto per la regolamentazione della pulizia delle strade.

Fonte: DECRETIAMO. Decreti e leggi del Regno delle Due Sicilie (1815-1860)

Il primo e assoluto esempio di regolamentazione di una specie di raccolta differenziata dell'immondizia antelitteram. 
Non riguardava solo Napoli, giacché quei provvedimenti vennero adottati in tutto il Regno delle Due Sicilie, in base a diverse Istruzioni emanate dall'apposita magistratura della salute pubblica come strumento di prevenzione del colera, che in quel periodo affliggeva diversi Paesi europei. 

Le ordinanze prefettizie, che rigirarono nel luglio del 1832 ai diversi circondari e mandamenti di tutte le province del regno quelle istruzioni, prevedevano in particolare, al titolo I (Nettezza delle strade, ed altri siti), quanto segue: 
Art. 1.    Tutt'i proprietarii, o fittuarii di case, botteghe, cortili, e giardini saranno tenuti...a far ispazzare innanzi a' medesimi in ogni giorno di buon mattino. 
Art. 2.   Le immondezze saranno raccolte in un angolo lateralmente alle rispettive porte, senza avvicinarle alle abitazioni contigue. 
Art. 3.   Restano vietati sulle strade, e ne' recinti qualunque gli accomulamenti d'immondezze, tranne i momentanei, de' quali si è parlato nell'articolo precedente, di calcinacci, rottami, e sfabbricine, come del pari che vi si gittino delle acque lorde, incomode, e nocive alla respirazione. 
Art. 4.   I proprietarii, e locatarii di stalle, e rimesse faranno giornalmente togliere al sorger del giorno, e portar via il letame dalle medesime o vendendolo, od avvalendosene per le campagne di loro proprietà…
Art. 5.   A niuno sarà permesso di aver dentro gli abitati delle stalle permanenti ad uso d'interi armenti di pecore, di capre, o di altra specie di animali gregarii, ch'eccedano il numero di trenta. 
Art. 6.   In ciascun Comune saranno destinati dalle Autorità Municipali de' mondezzai incaricati di pulire le strade, ed a caricare, e portare nelle campagne le materie indicate…
Art. 7.   Non sarà accordata sotto qualunque pretesa la nocevole pratica di scavare de' fossi nell'abitato per raccogliervi il letame, e macerarlo per uso di cancime, e tanto meno lungo le pubbliche strade. 
Art. 8.   Dal primo di giugno fino a tutto settembre di ciascun anno i proprietarj, o locatarii saranno espressamente tenuti di far innaffiare due volte al giorno quella parte di strada, ch'è sita innanzi alle loro case, botteghe, a' loro giardini, cortili ec. ec. Il primo innaffiamento dee precedere lo spazzamento delle strade al mattino; l'altro avrà luogo verso le ore ventuno. 
Art. 9.   Tutt'i proprietari di case...saranno obbligati di far costruire a di loro spese un recipiente, o come altrimenti dicesi, un chiusino nel recento de proprii cortili, atto a raccogliere le acque fetide, ed immonde, affinché le stesse non fluiscano sulle strade in danno della pubblica salute per delle buche che abusivamente soglionsi tenere accosto ai portoni...

Erano anche previste norme particolari per i rifiuti delle industrie, le quali dovevano essere situate in luoghi segregati e distinti dall'abitato. 
Per esse si provvide generalmente con condotti sotterranei...per incanalarvi le acque, o altri materiali guasti risultanti dalla lavorazione. 
Ma anche, specie per i laboratori chimici e le officine degli ottonari, ed altre di simil natura, che per lo sviluppo di certi particolari gas dipendenti dalla liquefazione di alcuni metalli potevano alterare la salubrità dell'aria, per mezzo di fornelli con cappe, e lunghi cammini, superiori alle circonvicine abitazioni, ed atti a portare i suddetti gas al più alto che sia possibile per farli disperdere da' venti, e neutralizzare dall'aria atmosferica. 
I contravventori sarebbero stati multati (per un importo compreso fra 5 e 29 carlini) e puniti con la reclusione da uno a tre giorni.



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Anno 2014. A Scafati. Amministrazione attuale. 

Scafati manca totalmente di fogne. 
La raccolta differenziata avviene fermo restando la buona volontà dei cittadini che vanno alla ricerca delle campane per depositare i vetri e acquistano a proprie spese i bidoni per raccogliere solido e umido.
Raccolgono invece la carta e la plastica con pazienza per poi depositarla al centro di raccolta. Cosa possibile per chi ha una automobile a disposizione.
Gli altri cercano di comportarsi al meglio possibile.

Non tutti: basta vedere la quantità di deiezioni solide di cani abbandonate in strada senza essere raccolte.
Mai visto un vigile della polizia municipale fermare un conduttore di cani per verificare la presenza del sacchetto apposito.

Le strade vengono lavate raramente - almeno credo: mai visto un lavaggio di strade in 37 anni di residenza in questo comune, ma potrebbero non coincidere gli orari - e senza alcun calendario pre-stabilito.

Gran parte del comune non ha fogne per la raccolta delle acque nere e delle deiezioni solide umane.
I condominï hanno dei pozzi neri o vasche che vengono ripulite quando esondano all'esterno.
Poi fare lo spurgo è diventato un problema: le vasche si esauriscono, il numero degli spurghi si moltiplica, il costo lievita in maniera esorbitante.
Come risolvere dunque?

E il problema è stato da tanti risolto con un allacciamento agli scarichi delle acque pluviali.
"Tutta Scafati fa così. Sopra al comune sanno tutto e fanno finta di niente".

In Via Pasquale Vitiello c'è un tombino di raccolta delle acque collegato con lo scarico fognario di un condominio prospiciente.
La pompa che sversa le acque dal pozzo dello stabile è così potente che l'acqua esce fuori zampillando sulla strada. 
Accanto c'è una scuola materna privata gestita da suore.

Non capisco come sia possibile che nessuno protesti: sopratutto i genitori dei bambini che non possono non chiedersi il fetore che si spande nella via da dove provenga.
Io ci ho provato ma senza successo: ho rinunciato.

Quando piove gli effluviï che si spandono per le strade danno a credere di trovarsi in una fogna; e in effetti lo sono: le strade di Scafati, gran parte di esse cioè, sono fogne a cielo aperto con il benestare dell'amministrazione di turno.

Sì, perché si tratta di una situazione che risale a diversi decenni addietro: una amministrazione ogni cinque anni, il costo è presto fatto; almeno 7 da quando posso contare io pur se con sindaci ripetuti.
Come sempre non è una questione di "colore politico" ma di persone.

Intanto questa amministrazione pensa a rifare i marciapiedi e a sistemare lampioni, sempre che i lavori non vengono interrotti, e allora resta tutto in condizioni drammatiche come la situazione che affligge Via Pasquale Vitiello.

Si pensa a far feste, a inneggiare ai falsi trionfi spendendo i soldi dei cittadini per motivi che ai cittadini non interessano per nulla.