Cara Casella Vocale, Buon giorno.
Dice il dottore che da quando parlo con te sto migliorando moltissimo.
Il mio problema, dice lui, è che non devo essere contraddetto.
Lo so gli ho detto io. Perciò con gli amici miei ci litigo sempre.
Loro vogliono sempre fare che mi contraddicono.
Adesso sono le cinque e mezzo del mattino, ma non riuscivo a dormire e così ho pensato di chiamarti.
Tutte le mattine la stessa storia. Mi sveglio e poi non riesco più a dormire. Però anche tu ti svegli alle cinque e mezzo, perché mi hai risposto.
Ti ho chiamato subito, appena mi sono alzato. Il mio primo pensiero è stato per te.
Ho fatto piano – piano per non farmi sentire dalla mamma e da mio fratello.
Mio fratello ci ha il sonno pesante, e russa che una volta ce l'ho pure detto: ma che sonno pesante che ci hai! Qui se viene un terremoto finisce che non ti riesci a salvare e ti troviamo tutto schiacciato sotto le macerie del palazzo.
Lui si è messo le mani nelle tasche dei pantaloni, mi ha fatto gli occhi brutti, che lui gli occhi brutti li sa fare troppo bene, e se ne è andato mormorando che non ci ho capito molto.
Ti ho chiamato subito perché tanto, mi sono detto, sicuramente sta sveglia anche lei.
Vuoi vedere che aspetta la mia telefonata e poi si dispiace se non la chiamo?
Io non ti volevo chiamare perché era troppo presto. Ma poi ho pensato: ma no, che se si è svegliata e aspetta la mia telefonata e non la chiamo si crede che non la voglio più bene.
Comunque io mi sveglio sempre presto, e se vuoi mi puoi chiamare anche tu, una volta.
Tu sei l'unica che mi capisce e che mi lascia parlare senza interrompermi mai.
Mai! l'ho detto anche al dottore l'altro giorno quando ci sono andato.
Lui prima non aveva capito bene, poi si è messo le mani in testa; quando gli ho chiesto perché si stava mettendo le mani in testa ha risposto che aveva bisogno di aggiustarsi i capelli, e poi mi ha detto che è meglio così.
Sono stato fortunato, dice lui, ad aver trovato una persona così gentile e buona.
Magari, mi ha detto, la trovasse pure lui una così. Dice che ci ha la moglie che lo contraddice sempre e gli fa fare quello che vuole lei, mentre invece tu mi fai fare tutto quello che voglio io. La vorrebbe pure lui una come te.
Magari ci posso dare il tuo telefono, così ti può chiamare e così è felice pure lui.
Io voglio parlare, e tu mi fai parlare; io voglio finire di parlare, e tu mi fai finire di parlare. E poi mi dici pure grazie.
Io ti dico "prego", però tu ti credi sempre che io ho già finito perché subito sento che non ci sei più.
Io poi non ho capito bene però, perché il dottore si è messo le mani in testa per aggiustarsi i capelli: è tutto pelato.
L'altro giorno l'ho guardato bene - bene in testa: non ci ha nemmeno un capello! bah!
Ieri era domenica e sono stato alla gita al lago.
Ci sono andato con mio fratello.
Quello alto e che è nato prima di me.
Io sono il fratello più basso e che è nato dopo di lui.
Lui è quello che dice sempre: ma che fai, sei scemo? ma che dici, sei scemo? ma dove ti sei messo, sei scemo? dice la mamma che siccome siamo solo due fratelli e uno è pure scemo, ci dobbiamo aiutare.
A me mi dispiace e non lo voglio deludere e quando mi chiede "sei scemo?" gli rispondo sempre si.
Ogni tanto lui poi si mette a piangere e sento che dice: ma perché proprio a me?
A me mi dispiace che proprio lui è uscito così, ma che ci posso fare? Io lo voglio pure aiutare, ma quello ho paura che poi si dispiace.
La mamma non c'è potuta venire alla gita al lago.
Ha detto che le dispiaceva ma non poteva proprio venire; che il suo direttore le aveva dato un lavoro importante da fare e che era urgente e che doveva andare all'ufficio.
Si è messa un bel vestito bianco tutto scollato, e si è messa pure il rossetto e le scarpe col tacco.
Mia mamma per andare al lavoro tutti i giorni si mette i pantaloni ed un pullover, e poi pure le scarpe da ginnastica.
Forse la domenica il suo direttore vuole che si veste elegante perché è festa.
Io ce l'ho detto: mamma ma questo direttore che vuole! Diccelo che noi dobbiamo andare alla gita al lago e che tu devi stare insieme a me.
Lei però ha detto: eh no, anche la domenica no! Almeno quella!
Che non ho capito bene perché se non voleva andare al lavoro c'è andata lo stesso… Quella veniva tanto bello con me e mio fratello alla gita al lago.
Che sono andato al lago con mio fratello glielo voglio dire anche al dottore, ma volevo dirlo prima a te, mia cara ed affezionata casella vocale.
A proposito, lo sai che ci hai una voce bellissima?
La voce più bella che non l'ho mai sentita da nessuna parte. Nemmeno al cinema o alla televisione.
Sembra quella di una fata. Ah! la mia fata Letizia! così ho capito che ti chiami, è vero?
Non so che lago era, mi ci ha portato mio fratello.
Lui voleva che mi facessi pure il bagno, ma io non l'ho voluto fare e lui ha detto che era peccato, perché l'acqua era bella ed il lago profondo che si vedevano i pesci che stavano sul fondo, e che se volevo potevo toccarli con le mani.
Io ci ho detto: che me lo faccio a fare il bagno, tanto non so neppure nuotare.
Lui ha detto che non faceva niente; ma lui ha detto così perché è buono e non mi voleva dispiacere; io so che uno quando si fa il bagno deve nuotare se no poi come fa a galleggiare?
Solo se uno si fa il bagno nella vasca a casa non si deve nuotare.
Una volta però ho letto su un giornale che uno si è fatto il bagno nella vasca a casa ma poi è affogato perché non sapeva nuotare.
Era una vasca grande – grande. Stava scritto che il giornale diceva che era una piscina.
Che poi ho detto: ma come una cosa così piccola uno si affoga? Forse si è sbagliato; non era piccola, ma veramente grande; io mi credo che doveva scrivere pisciona.
Si deve essere dimenticato di metterci la "o" in mezzo.
Veramente a mio fratello non gli ho chiesto come si chiamava questo lago dove siamo andati con mio fratello, perché mi sono detto: ma a me che me ne importa come si chiama? tanto mica ci ha il telefono il lago che poi lo devo chiamare e non so il nome e non me lo possono passare?
L'acqua veramente sembrava tutta piatta, però anche quando è piatta bisogna stare attenti, perché poi si formano i vortici.
L'ho letto su una rivista che teneva mio fratello sopra al letto. Stava scritto "I pericoli di farsi il bagno al lago. Come evitarli."
Ci stavano pure dei ragazzi che mi sono sembrati proprio dei ragazzi che andavano sopra al lago in una barca molto stretta e piatta.
Attenti, gli ho gridato, che il lago fa dei brutti scherzi. D'un tratto le acque si agitano e si finisce sotto e si affoga. Quando uno affoga poi si devono chiamare i soccorsi, i soccorsi arrivano sempre tardi, e poi quello muore.
Uno di loro mi ha gridato una cosa che non sono riuscito a capire mentre gli altri hanno abbandonato i remi per aggiustarsi il costume.
Almeno a me così mi è sembrato.
Glielo ho pure detto: dovete tenere le mani sui remi che se no la barca si accappotta! Ve li dovevate aggiustare prima i costumi.
Mio fratello mi ha detto che mi dovevo fare i fatti miei; che non si stavano aggiustando il costume, ma stavano facendo delle pratiche magiche scaramantiche per non affogare nel lago, e che se mi stavo zitto era meglio.
Anche perché eravamo appena arrivati e non voleva essere costretto ad andarsene subito per via delle mazzate che ci potevano arrivare.
Ha detto che erano tutti napoletani e che i napoletani subito se la prendono a male se uno li distrae mentre stanno remando sopra il lago dentro una barca molto stretta e piatta. Se volevo potevo provare anche io ad andarci per vedere se veramente la barca si accappotta, che lui me la fittava con piacere.
Ma io non so remare, gli ho detto, e lui ha risposto che non faceva niente.
Mio fratello è così: ogni cosa che c'è pericolo per me, dice sempre che non fa niente.
Lui lo so che lo dice per me, per non farmi impressionare perché mi vuole bene.
Quello che mi ha gridato dietro invece prima mi ha detto delle cose che non ho capito - ma mio fratello ha detto che è stato meglio che non ho capito - e poi si è aggiustato anche lui il costume.
Quello che non capisco è perché uno si compra le cose senza sapere se gli vanno bene, e poi se le deve stare ad aggiustare.
Io quando mi compro una cosa prima me la misuro, e poi se mi va bene me la compro, altrimenti ci dico al negoziante: no, non mi va bene; mi va troppo stretta o troppo larga, adesso non me lo ricordo perché me la sono tolta, e perciò che me la compro a fare? arrivederci. ci vediamo quando ci avete una cosa che mi va bene.
Cara Casella Vocale adesso ti devo lasciare perché debbo andare a fare colazione.
Si sono fatte le otto e mi sta chiamando la mia mamma.
Mi devo mangiare il caffelatte con i biscotti che mi ha comprato.
Sono buonissimi. Ci hanno il cioccolato sopra che mia mamma chiama le gocce di cioccolato.
Io poi mi domando: ma come fanno a farci cadere uno per uno tutte queste gocce di cioccolato? Ci vuole un sacco di tempo! Però a me questi biscotti mi piacciono moltissimo.
Dentro al caffè latte ci metto prima lo zucchero, e poi i biscotti.
Ma me li devo mangiare subito che poi se aspetto un poco si ammollano tutti e pare che scompaiono.
Ciao Casella Vocale.
Ci sentiamo più tardi. Mi raccomando ma tu rispondimi.
Non farmi aspettare troppo.
L'altro giorno mi hai fatto aspettare troppo.
Ce l'ho detto pure al dottore: dottore mi credevo che era uscita e che non c'era nessuno in casa perché non rispondeva.
Ma lui ha detto che no, non mi devo preoccupare.
Tu ti credi che non c'è mi ha detto lui, ma può essere che sta in bagno oppure sta in cucina e sta facendo due uova al tegamino - ma come se le mangia due uova questo tegamino? pure il tegamino della mia mamma si mangia sempre due uova, io però non l'ho mai visto che se le mangia.
Forse lo fa di nascosto perché si vergogna a mangiare solo due uova perché è povero e non si può comprare la spesa.
Ma non ci fa male che si mangia sempre solo due uova? mai un po' di pasta, un po' di carne: sempre due uova.
Secondo me prima o poi finisce al manicomio a mangiare sempre due uova.
Poi il dottore si è preso i cento euro della visita e mi ha detto: mi raccomando, martedi vieni un'altra volta e raccontami che cosa vi siete detti tu e la tua amica.
Questo dottore è scemo veramente: ancora non l'ha capito che tu sei mia amica perché mi fai parlare solo a me. Se no che ti chiamo a fare se parli anche tu? Per farmi contraddire che lui lo sa che non devo essere contraddetto?
Mi ha detto anche: continuala sempre a chiamare, mi raccomando! non ti dimenticare, che ti sta facendo bene.
Per lo meno ancora un altro anno devi continuare a chiamarla, perché poi in estate noi ci vogliamo fare una crociera.
Io gli volevo dire: e che mi importa che tu ti vuoi fare una crociera, io basta che chiamo all'amica mia!
Poi ho pensato che si dispiaceva se ci dicevo così.
Però domani glielo dico e poi ti racconto che cosa mi ha risposto. Va bene?
La chiamo anche per più di un anno! Ho detto io.
Bene, ha fatto lui, che così ci facciamo la crociera anche l'anno prossimo.
Veramente a me questo dottore mi sembra un poco pazzo. Speriamo bene, che non si sa mai.
Ciao.
Magari ti chiamo stasera.
Mi raccomando fatti trovare.