giovedì 11 dicembre 2014

I MOTI "LIBERALI" PRODROMICI ALLA OCCUPAZIONE MASSONICA DEL REGNO DELLE DUE SICILIE! - di Rocco Bruno Condoleo

Navigando nella mia affamata ricerca di notizie, informazioni, documenti, approvo al diario personale su Facebook di Rocco Bruno Condoleo.

Intitola il suo post con una frase semplice e significativa:
"Briciole di Storia.”

Ho voluto immediatamente fargli sapere la mia intenzione condividere questo testo sul mio diario di Facebook, cosa che ho fatto subito inserendo una premessa che a questa  che sto qui a inserire assomiglia molto,  e sul mio Blog ottenendo il suo benestare: cosa questa che sto per fare.

Ci sono cose che non possono essere stravolte se le si vuol portare a conoscenza di un pubblico più ampio o comunque diverso, e sopratutto non è bene far finta di conoscerle facendole proprie traducendo gli stessi identici concetti con altre parole.

Basta chiedere il permesso: d’altronde il mio non è un blog a scopo di lucro, e nemmeno ci sono banner pubblicitari a pagamento.

Anche da un giornale come “Il Mattino” mi è stato concesso di ripetere un articolo integralmente: forse proprio per il principio che cerco di seguire: divulgare e fare da ulteriore cassa di risonanza.

Basta essere onesti e corretti.
Più si è meglio è. 
Mi piace scrivere cose che siano frutto di un prodotto personale, ma sono contento e soddisfatto anche quando riesco a essere un veicolo per trasferire cose di altri che condivido.

Dunque riprendo: il contenuto principale del mio post è pubblicato sulla pagina Facebook di "Fratelli meridionali uniti”. 
E come ho scritto per spiegare la mia volontà di inserirlo qui dentro, il motivo è che ci sono persone che mi seguono sul Blog ma che non hanno un profilo su Facebook e voglio che siano più informati. 

E proprio perché alcuni sono insegnanti oppure hanno figli in età scolare che seguono quello che raccontano i loro manuali di storia e potrebbero far uso di queste informazioni per spingerli a migliorare la loro conoscenza, quella dei loro alunni e dei loro figli.

Vorrei fare il possibile per trasmettere la convinzione che è forse opportuno spiegare meglio i fatti storici accaduti durante il periodo definito "risorgimentale", e quanti dolori e sofferenze sia costata la colonizzazione di uno stato fiorente e rigoglioso da parte di chi, “parricida” più che "padre della patria” come è stato definito - addirittura “re galantuomo” si è osato definirlo! - ha imposto che venisse trasmessa alla storia quell'evento vergognoso e indegno presentandolo come "unificazione dello stato italiano".


I MOTI "LIBERALI" PRODROMICI ALLA OCCUPAZIONE MASSONICA DEL REGNO DELLE DUE SICILIE!
"Dagli all'untore....” 
"Nel 1837 scoppiò in tutta la Sicilia una epidemia di colera. 
A farne le spese furono Palermo e la parte più ad oriente dell'isola con grandi città quali, tra le più colpite: Catania e Siracusa! 
Come sempre avviene in casi analoghi, forze politiche avverse al potere dello stato legittimo e costituito, e, nel caso di specie in quel preciso periodo storico massoniche internazionali nemiche dei Borbone, tentarono di sfruttare questa terribile epidemia a proprio vantaggio, tanto che carbonari e liberali non si fecero sfuggire la ghiotta occasione per sobillare il popolo contro il governo! 
Le accuse principali ai Borbone furono naturalmente quelle di aver propagato l'epidemia attraverso un criminale e dissennato contagio, calunnie nel senso vero del termine, e nello stesso modo di come si legge anche nei "Promessi Sposi" a proposito della peste, si iniziò a dare la caccia agli "untori", indicati dagli stessi oppositori politici nelle persone degli amministratori e delle autorità locali, molti dei quali finirono letteralmente sbranate e trucidate dal popolino furente e sobillato a dovere! 
Gli innumerevoli agenti inglesi e mandanti dei signorotti di fede giacobina furono i propalatori di queste terribili menzogne! 
In conclusione l'azione di propaganda negativa che indicava nei Borbone i responsabili della infestazione di colera e la responsabilità di decine e decine di migliaia di morti, ideata subdolamente e messa in scena da liberali e carbonari, fu la vera miccia che innescò la reazione popolare e che provocò una serie di massacri ed eccidi in tutta la Sicilia. 
Ovviamente il risorgimento enfatizzò questi fatti definendoli "moti politici insurrezionali popolari contro il malgoverno "borbonico" senza però preoccuparsi di considerare poi moti analoghi scoppiati a Palermo durante la infestazione di colera del 1868, che ebbe a cagionare nella sola capitale oltre 51.000 morti, moti dai Savoia soppressi nel sangue di ben altre 4.000 vittime innocenti nella successiva rivolta del 7e1/2 attraverso un catastrofico e devastante bombardamento a cui partecipò oltre alla flotta italiana anche la marina da guerra inglese con i suoi micidiali cannoni ad anima rigata, inglesi assassini e opportunisti ed alleati dei massoni italiani e sempre presenti quando c'era da ammazzare i siciliani!"

Qui di seguito il commento finale di Rocco Bruno Condoleo

Si dirà: "Nulla di nuovo, sotto il sole". 
Ma cambiano i tempi, si susseguono i secoli, ma il popolo - aizzato dal "potere" - vuole i colpevoli: sempre e comunque. 
Catarsi personale del singolo e della massa, che chiede sicurezza e punizione esemplare, in poco tempo e senza rispetto per l'altrui dignità. 
Oggi, almeno in Italia, sono diverse le pene; ma la filosofia non è affatto mutata. 
Così come non mutò allora quando il "risorgimento" spacciava i moti siciliani come il famigerato "grido di dolore" che "scomodò" il saBoia a venirci a liberare!

E fu per noi la fine!....

Fonte e autore citati.

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