giovedì 7 agosto 2008

Apro Google ed inserisco “Bossi vilipendio”.

Apro Google ed inserisco "Bossi vilipendio".

Tra i vari link offerti scelgo http://www.unita.it/view.asp?idContent=77794 .

Leggo dapprima il titolo dell'articolo:


 

"Bossi, vilipendio all'Inno. Procura chiede archiviazione"


 

E quindi di seguito la sintesi del contenuto.

"Non costituirebbero reato ministeriale le espressioni e il gesto sull'Inno di Mameli usati da Umberto Bossi a Padova, per i quali risulta indagato come «atto dovuto». La conclusione è contenuta nella richiesta di archiviazione che accompagna l'invio del fascicolo per l'ipotesi di reato di vilipendio trasmesso al tribunale dei Ministri dal procuratore aggiunto della Repubblica di Venezia Carlo Mastelloni.

Il fascicolo era stato aperto dalla procura della Repubblica di Venezia sulla base di una nota informativa della Digos di Padova riguardante il discorso fatto da Bossi nel corso del congresso della Liga Veneta-lega Nord, il 20 luglio scorso."

Bossi è un ministro della Repubblica; nella fattispecie "Ministro delle riforme".Si tratta di un "Ministero"; niente a che fare con il "Riformatorio" dunque, anche se l'associazione di alcune delle voci farebbero pensare a qualcosa del genere.
Un ministro oltre ad essere "Onorevole" come nome identificativo, dovrebbe esserlo anche come aggettivo.
Insomma ci si aspetta che un "Onorevole" sia di fatto anche "onorevole".

Un ministro della Repubblica, pur se non è Il primo cittadino" della repubblica – quel ruolo è ricoperto dal Presidente della Repubblica" - , ne è comunque uno dei primi.

Su sessanta milioni di persone circa, è una bella posizione!

Più degli stessi semplici "onorevoli", nel senso che non sono ministri, che compongono il Parlamento.

Dunque un esempio; per tutti.

Giovani, ragazzi ed anziani: insomma persone di tutte le età.

Compresi gli stranieri che vi circolano liberamente, a torto od a ragione, per motivi turistici o di lavoro; o perché hanno scelto questo paese come loro residenza.

Davvero un bell'esempio di civiltà e di rispetto per lo Stato e per le leggi che lo regolano, per tutti!

Vorrei anche capire cosa voglia dire "Reato ministeriale".

Il suo significato, confesso, mi è oscuro.

Tranne che non sia una giustificazione per una franchigia ancor più ampia di quanto non sia già concessa a chi ci governa, e dovrebbe farlo con giudizio, accortezza e senza inculcare sentimenti di ribellione o terroristici.

Non vedo giustificabile il motivo con cui sembra sia stato fatto passare l'episodio: "Espressione non detta da un Ministro, ma da un esponente o capo di partito politico".

Bella schifezza di capo e bella schifezza di partito politico, devo dire; forse si tratta di un partito politico sovversivo? Gestito da un capo politico sovversivo?

Io un partito così non lo voterei giammai; ma nemmeno chi ci sta dentro: io non sopporto ignoranza, ignominia, e la sfrontatezza e l'arroganza con cui gli ignoranti si pongono a maestri di vita.

Non sono in grado di confrontare questi episodi con possibili situazioni similari di altri paesi civili.

Devo però constatare che in Italia funziona così:

un ministro può proprio in quanto tale offendere liberamente i simboli dello stato che lo ha eletto e che gli permette di sopravvivere, "curarsi", mangiare e quant'altro, e quindi tutti i suoi cittadini;

un ministro può proprio in quanto tale offendere la memoria di coloro i quali hanno nel passato combattuto e sono morti per quello stato sul quale sputa e vitupera, e che per quei simboli hanno lottato, hanno difeso, in quei simboli si sono riconosciuti;

un ministro può proprio in quanto tale offendere la memoria di tutti quelli per i quali quei simboli sono stati il loro ultimo abito, l'inno la loro ultima espressione di vita sulle labbra.

Questo qualsiasi ministro può restare impunito perché gli è consentito di farla franca grazie a quelle leggi ed a quei magistrati che non perde occasione di offendere e malversare con frasi spesso ingiuriose.

Complimenti; davvero complimenti a chi queste cose tollera e difende, consentendo l'autorizzazione ad eventuali migliorie alla prima prossima occasione.

Ma se quelle cose le avesse dette e fatte un "Tizio Sempronio" qualsiasi, il risultato sarebbe stato lo stesso, o qualcuno si sarebbe fatto scrupolo di denunciare, arrestare e condannare?

Ma la legge non è uguale per tutti? E per chi in quanto "Onorevole" dovrebbe essere un esempio per gli altri, e commette azioni indegne di essere definite "onorevoli", non dovrebbe essere un po' più uguale, ovvero restrittiva?

Non dovrebbe essere cacciato via dal Parlamento in quanto rappresentando così tutti coloro che ne fanno parte, ne disonora il senso ed il ruolo?

Un ministro, è sempre ministro; non può essere una volta ministro ed una volta "Capo di partito".

Secondo questa logica quindi, anche un ladro non è sempre un ladro o l'assassino non è sempre un assassino; resta il fatto però che un "farabutto" resta un farabutto anche quando mangia, torna a casa, accompagna i figli a scuola, mentre si fa la barba.

Mi rendo conto di una sacrosanta verità: il problema non è il "Ministro", ma tutti coloro che lo hanno votato e lo hanno reso tale.

Dove è finita l'Italia! In che mani si trova! Poveri davvero i nostri figli, se dovesse ancora durare così! Spero davvero che se devono passare altri cinque anni, che passino in fretta.


 


 


 


 

Nessun commento:

Posta un commento