mercoledì 27 agosto 2008

Meno male che c'è il Ministro Mariastella

Sono nella prima pagina di Repubblica online, e leggo l'articolo che trovo alla URL: http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/scuola_e_universita/servizi/docenti-nord-sud/corsi-insegnanti-sud/corsi-insegnanti-sud.html:

Il ministro Gelmini a tre settimane dalla ripresa scolastica "Taglieremo 85mila docenti e abbatteremo gli sprechi"
"Scuola del Sud abbassa la qualità. Corsi agli insegnanti meridionali"

CORTINA D'AMPEZZO (Belluno) - "Nel Sud alcune scuole abbassano la qualità della scuola italiana. In Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata organizzeremo corsi intensivi per gli insegnanti". La risposta alle parole di Bossi arriva dal ministro dell'Istruzione. E' passato un mese da quando il leader del Carroccio, dal palco del congresso nazionale della Liga Veneta a Padova, gridò nel microfono che era l'ora di finirla di far "martoriare i nostri figli da gente che non viene dal Nord". A tre settimane dall'inizio delle lezioni, Mariastella Gelmini annuncia alla platea di Cortina d'Ampezzo che l'ha invitata ad un dibattito pubblico, la strategia per migliorare la scuola italiana: corsi ai prof del Sud; taglio di 85 mila insegnanti; riduzione degli sprechi.
"La scuola deve alzare la propria qualità abbassata dalle scuole del Sud", ha detto il ministro bresciano. "Organizzeremo dei corsi intensivi per gli insegnanti del Meridione". Sembra che un test elaborato da Ocse-Pisa - l'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione - vede la nostra scuola al 37esimo posto con un trend decrescente di anno in anno. "E' una realtà - ha detto il ministro - a cui bisogna porre rimedio".
E il "rimedio", il ministro all'Istruzione lo pone con i corsi agli insegnanti del Sud e il taglio di 85 mila docenti tra il 2009 e il 2011. "Chi critica la riduzione dei professori, indichi una strada diversa". La Gelmini vuole anche aumentare le ore: "E' giusto dare agli insegnanti gli strumenti per svolgere il proprio ruolo e un riconoscimento sociale. Reinvestiremo i soldi recuperati dagli sprechi e dal taglio sulle spese per il personale, premiando chi raggiungerà i migliori risultati".

(23 agosto 2008)

Vivail cielo! finalmente qualcuno che si è accorto che i nostri poveri studenti del Sud sono vessati e giudicati da una masnada di insegnanti ignoranti e presuntuosi.

La speranza quindi, che venga fatta giustizia è alle porte.

Verranno infine, quali orde di intelligentissimi e preparatissimi educatori inviati dal governo centrale, centinaia – forse migliaia! - di sapientissimi docenti docenti del Nord Italia, a rendere giustizia della insipienza culturale all'origine della quale sono nati e cresciuti – vorrei dire “hanno bivaccato” per decenni senza meritare di sopravvivere nemmeno nel ricordo – Pirandello, Verga, Sciascia e tanti altri ignorantissimi personaggi che a quelle stesse inquinate fonti si sono abbeverati.

Meno male che c'è il Ministro Mariastella Gelmini che aiuterà i nostri ignorantissimi figli e nipoti a migliorarsi rendendoli degni dei loro simili del nord.

Il Sud: che immane tragedia il pensare che “riesce”, con la sua indolenza ed insipienza ad abbassare financo il livello della qualità della scuola e dell'istruzione nazionale!


domenica 24 agosto 2008

Sono in “www.asca.it”, e leggo:

Sono in “www.asca.it”, e leggo:

BONDI: POSIZIONI FAMIGLIA CRISTIANA DANNEGGIANO CHIESA (REPUBBLICA).

(ASCA) - Roma, 14 ago - Famiglia Cristiana continua ad ''esprimere opinioni su questioni politiche e sociali che riflettono una cultura che sbrigativamente viene definita catto-comunista. Non capisco perche' il suo direttore neghi scandalizzato questa accusa''. In questi termini il Ministro per i Beni e le Attivita' culturali, Sandro Bondi, valuta i recenti interventi del periodico dei paolini critici verso il governo.

'Quello che mi sorprende - tiene a sottolineare Bondi in un'intervista a 'La Repubblica' - e' soprattutto il tono, che non si addice ad un settimanale cattolico''. Ma l'ex coordinatore di Forza Italia non si meraviglia. ''Il filo conduttore e' sempre quello: la simpatia per i 'cattolici adulti' (primo fra tutti Prodi, ndr) e l'antipatia viscerale per Berlusconi''.

Non credo alle “antipatie viscerali”, ma penso che qualcuno dovrebbe pur prendere infine una volta per tutte le distanze da chi, come sembra di capire, non ha la coscienza a posto; sarebbe in effetti questo, un atto di giustizia nei confronti di tutte le persone oneste e per bene.
Vero è che fino a prova contraria siamo tutti presuntivamente non colpevoli, ma è anche vero che laddove questa presunzione sembra venire a mancare, si faccia chiarezza affrontando senza indugio il giudizio, non paventando inesistenti complotti e soprattutto giammai costruendosi ad hoc leggi tendenti ad annullare quello che per gli altri sarebbe un reato.
Ciascuno di noi normali è tenuto a rapportarsi alle leggi ed alle norme vigenti, e non costruire le norme e le leggi affinchè giustifichino come lecito l'operato.
Opera questa di chi, detenendo il potere farebbe di se un dittatore e non un governante democratico.
Anzi proprio chi detiene il potere in un paese democratico, dovrebbe dare il buon esempio sottostando alle leggi che ne hanno consolidato la storia nel corso degli anni.
Se la legge è uguale per tutti, ed essere a tutela dell'intera collettività, buona o cattiva che sia, e non a vantaggio di pochi singoli, deve essere veramente uguale per tutti.
E se c'è chi non è degno di onorevolezza, è giusto che si ritiri o che venga cacciato via definitivamente fino a che non accetti di essere giudicato.
Al di là del credere o meno in Dio, resta di fatto che non è questa terrena la “vita eterna”.
Anche i presunti “Potenti” sono destinati a finire.
Pur seppelliti in sarcofaghi d'oro e vellutati, all'interno non resteranno di lui che ossa e marciume.
Quello che fa diventare grande un uomo, ed a renderlo immortale è la memoria che riuscirà a lasciare di lui.
Indipendentemente dai suoi possedimenti, seppur molti e di grande valore.
Questi saranno soltanto soltanto come brandelli di carne sparsi nel campo su cui, alla prima occasione, si abbatteranno fameliche iene rimaste ad attendere il momento dell'abbandono.


Sono seduto in attesa, nel corridoio di un Ospedale pediatrico.

Sono seduto in attesa, nel corridoio di un Ospedale pediatrico.
Sono qui per motivi di lavoro.
Vedo passarmi davanti bambini ai quali non riesco a dare un'età.
Troppo esili o minuscoli la gran parte di loro; tutti con uno sguardo indifeso.
Hanno in comune la rassegnazione.
L'impressione è che siano abituati a quell'ambiente.
Magari più che all'ospedale sono abituati a convivere con la loro malattia.
Volutamente non scrivo “patologie”; nessun bambino penserebbe di avere una patologia, ma piuttosto di essere semplicemente “ammalato”.
Mi chiedo se mai prima di mandar giù le loro bombe chirurgiche, o scaraventare le loro sventagliate di mitra tra i bambini mischiati alle folle, qualcuno di quei soldati, o capi di stato, siano mai stati seduti in attesa in un corridoio di un ospedale pediatrico.
Se sui loro volti si sono mai disegnate le stesse espressioni che ho visto in quei genitori, medici, infermieri che li accompagnavano mentre aspettavano che arrivasse il momento della visita, dell'indagine, del risultato.
In un ospedale pediatrico c'è una magica complicità che accomuna genitori, medici ed infermieri, rendendo ciascuno un figlio di tutti.
Lo si legge negli occhi.
Mi è capitato di stare seduto in attesa, anche nel corridoio di un ospedale normale.
Dove davanti mi passano soprattutto gli anziani.
Anche di loro non riesco a dare un'età.
Anche nei loro volti leggo una strana abitudine a quell'ambiente.
Ho provato ad accomunare i visi di questi ultimi, con quelli dei bambini per individuare la differenza di quella strana rassegnazione che li differenzia.
Cercare di interpretare cosa raccontasse quell'apparente identico modo di vivere l'attesa.
Niente li accomuna.
Nei bambini c'è l'immagine di una radicata convinzione di un passaggio momentaneo.
Prima o poi finirà, usciranno fuori, ritorneranno ai loro giochi, amici, familiari; forti e sani come prima se non di più.
Anche se per qualcuno non sarà poi così.
A nessuno di loro l'età impedisce la speranza.
Anche ai più disperati.
Per gli altri c'è la rassegnazione di chi si accorge che forse sta veramente finendo.
Che pur uscendo di lì, non sarà più come prima.
Che nel frattempo qualcos'altro si è consumato ancora un poco.
Qualcosa che non può essere più aggiustato o sostituito.
La testimonianza di un altro pezzo di vita che si allontana.

lunedì 18 agosto 2008

"BAVAGLIO". Io lettore penso che...

Una cronaca degli ultimi 3 mesi (Maggio/Luglio) dell'anno 2008, con dei flashback risalenti a qualche anno addietro giusto per chiarire alcuni dei collegamenti "narrativi". Come leggere uno dietro l'altro gli articoli di un giornale ritagliati e conservati, dove viene raccontata la "storia" di un'Italia irriconoscibile. Leggo il libro quasi d'un fiato. Come si fà con un romanzo d'avventura. Un romanzo "avvincente e ricco di sorprese". Una piccola differenza: tutto quello che viene "narrato" è accaduto e/o sta accadendo. Una sintesi degli avvenimenti recenti di una storia contemporanea, proposta senza alcun commento; semplicemente offerta alla lettura. Neanche la più fervida fantasia di uno scrittore di romanzi polizieschi riuscirebbe a produrre una storia così "fantasticamente" irreale, ma purtroppo per noi proprio per questo quanto mai vera.
Credo o non credo a quello che ho letto? Confesso che non posso non crederci. Se le cose narrate non fossero vere, ci sarebbero state smentite e denunce. Forse il libro sarebbe stato ritirato dalle librerie. Se nulla di tutto questo è accaduto, qualcosa vorrà dire. D'altronde un continuo riscontro dei fatti, trovano conferma in quanto da me nel corso del tempo capito pur se non in maniera così chiara come il libro consente di fare. Mi chiedo perchè i personaggi che fanno parte del "racconto" continuino a restare dove si trovano. Perchè l'imbarbarimento del popolo italiano sia arrivato al punto tale da accettare con entusiasmo di essere governati da simili esseri umani, che di "onorevole" hanno molto poco. Niente in verità.
Una testimonianza intrinseca della pesante e gravosa responsabilità che cade su tutti quegli italiani, sembra incredibile che siano più della metà della popolazione!, che hanno votato questo governo ed i loro pericolosi accoliti.

"Il caffè sospeso". Io lettore penso che...

Ho nuovamente ricomprato un libro di De Crescenzo, e come già accaduto per altri suoi testi precedenti (ne posseggo ahimè! un bel po'), ho abbandonato la lettura senza essere riuscito nemmeno a giungere alla metà. 
Gli euro spesi mi hanno imposto più di un tentativo per portare a compimento la lettura, ma la vacuità del suo contenuto mi ha costretto alla "resa". 
Le premesse davano spazio ad un libro che seppure si presentava essere "senza infamia e senza lode", consentisse di trascorrere un po' di tempo in buona compagnia. 
Se dovessi raccontare cosa io abbia letto, farne un seppur breve riassunto o sintesi, faticherei non poco.
Racconti di una banalità e pochezza sconcertante! 
Visto lo scarso interesse al contenuto, mi sono interessato alla forma narrativa dell'autore. 
La mia impressione è che quest'ultimo non sia affatto "cresciuto". 
Il tempo ed i seppur tanti libri fino ad oggi pubblicati, hanno lasciato una forma "acerba" come ai tempi di "Così parlò Bellavista".
 Che all'epoca era sufficiente proprio perchè scritto agli inizi di una potenziale carriera di scrittore che però non si è affatto evoluta. 
Nel corso del tempo è rimasto quello scrivere scialbo, poco incisivo e banale, per nulla maturato come sarebbe stato logico aspettarsi. 
Quasi da compitino di scuola media. 
Dopo quel primo libro, avrebbe dovuto fermarsi subito, affinchè rimanesse di lui un buon ricordo ed un breve rammarico in chi avrebbe potuto dire “De Crescenzo? Ma chi, quello di 'Così parlò Bellavista'? Peccato non abbia scritto più niente. 
Chissà dove sarebbe potuto arrivare!”

sabato 16 agosto 2008

Inserisco in Google “BOSSI DITO MEDIO”.

Quello che segue è il testo integrale di quanto ho trovato cercando in Google dopo aver inserito "BOSSI DITO MEDIO".

Si tratta di un articolo del "Corriere della Sera" che inserisco integrale con relativa fonte, ma senza alcun commento perché devo dire di essere rimasto senza parole, pensando che chi parla è un ministro della Repubblica Italiana.

Il Ministro delle riforme.

Non sembra più una volgare e sconcia esternazione di un terrorista, che un discorso di un ministro?

Forse che a giustificazione delle sue parole, si debba considerare il suo stato di salute abbastanza precario, che potrebbe aver leso anche altre parti vitali del corpo?

Il suo modo di interpretare il ruolo di ministro non lo rende un "tanti nello" incompatibile con le istituzioni? Non capisco è perché non si faccia nulla per porre rimedio a questo stato di cose.

Corriere della sera – 10 agosto 2008

A Pontida Il Senatur: conosco solo il mio partito. Resterò in politica finché i padani saranno liberi

Bossi: il dito medio ce l'ho ancora. Il Pdl mantenga la parola o lotterò

«Federalismo una tappa. Poi la polizia locale e una scuola che parli al Nord»

PONTIDA (Bergamo) — «Gli antichi romani tagliavano le dita ai prigionieri, quelle con cui tiravano le corde dell'arco. Ma noi, le dita le abbiamo ancora tutte. Anche il dito medio». L'avvicinarsi della grande sfida del federalismo fiscale spinge Umberto Bossi ad alzare i toni. Nella «sua» Pontida, alla festa del locale Carroccio a cui non manca mai di partecipare, l'avviso ai naviganti percorre tutto il discorso del capo leghista, mai così incendiario da parecchio tempo.

Spiega Bossi infatti che «il federalismo fiscale è soltanto un punto di passaggio, ma il nostro obiettivo è la libertà per tutti popoli del Nord». Di più: Bossi ricorda a tutti che il palazzo non è importante, importante è la Padania: «Noi non abbiamo fondato la Lega per vincere le elezioni, l'abbiamo fondata per tornare liberi ». A conferma del momento delicato nei rapporti tra Lega e resto della coalizione, Bossi poco prima aveva alzato le spalle alla domanda sul congresso del Pdl: «Conosco soltanto il mio partito».

Al fuoco, appunto, c'è il federalismo fiscale: «Presto vedremo se quelli con cui abbiamo trattato manterranno la parola oppure no. Ma se non la manterranno, sarà lotta di liberazione». Bossi sembra arrabbiarsi con «la vergogna della spesa storica. In certe regioni abbiamo una classe dirigente che fa accapponare la pelle. Spendere, spendere, spendere... tutto questo finisce con il federalismo ». Quella che non finisce è la missione del Carroccio e dello stesso Umberto Bossi: «Io starò nella politica fino a quando il Nord non sarà libero e non avrà i suoi diritti. E se non si potranno conquistare democraticamente li conquisteremo con il cuore, con il coraggio e con la battaglia». Di qui, alle nuove rivendicazioni il passo è breve: «Dopo il federalismo chiederemo altre competenze, la polizia locale e la scuola». Ed è proprio quest'ultima, secondo il capo leghista, la chiave di volta: «Ci mandano insegnanti che non sanno niente della nostra storia. E invece noi dobbiamo insegnarla alle nostre famiglie e ai nostri figli, altrimenti non saremo mai liberi». Obbligatorio il riferimento al film sulla battaglia di Legnano: proprio l'altro giorno Bossi è andato a prendere a Malpensa il regista Renzo Martinelli di ritorno dalla Romania dove ha girato le scene della battaglia.

Poco prima di parlare al pubblico, Bossi aveva risposto alle domande dei cronisti. Sull'Expo, ad esempio. Nessuna brutta figura per il ritardo nel decreto per la costituzione della società operativa: «La brutta figura l'ha fatta chi non è riuscito a portare a casa niente». Ma ha ragione Giulio Tremonti che vuole un consiglio d'amministrazione o il sindaco Letizia Moratti che punta a un amministratore unico? «Ci sono tanti soldi in ballo, Tremonti si preoccupa...». Marco Cremonesi

Marco Cremonesi
10 agosto 2008

Cinismo 1

Questo pomeriggio il mare è un bel po' più che semplicemente "increspato".

A definirlo "agitato" non si avrebbe alcun timore di esagerare.

Le sue condizioni sono quelle in cui incoscienti, più che temerari bagnanti danno il meglio di sé.

Adulti, ragazzi e bambini, fendono con entusiasmo ingenuo e colpevolmente inconsapevole, le onde che si infrangono sulla spiaggia, infilandosi in un rapido susseguirsi di bianca e dirompente spuma d'acqua.

Sono seduto sulla spiaggia, non troppo esposto alla violenta risacca delle onde, non sdraiato ma guardingo ed osservo il mare veloce ripetersi in susseguirsi di agitato di onde; sento il vento insinuarsi tra le pagine del taccuino tentando di sconvolgerlo; ascolto l'incomprensibile accavallarsi delle voci provenire da lontano.

Mi viene naturale pensare quanti sempre più spesso sfortunati salvataggi si legge dove piuttosto che l'incosciente bagnante, rimane vittima del violento maroso il salvatore – altrettanto non sempre esperto di mare – che ci rimette le penne.

A scanso di equivoci chiedo a tutti di leggere il cartello che ho apposto ben chiaro e leggibile accanto alla mia borsa da mare:

"Mi spiace non essere tanto idiota come voi, ma soprattutto di non aspirare alla gloria. State però tranquilli, se fosse necessario farlo, sono qui per raccontare a chi lo chiedesse, com'è accaduto lo sfortunato incidente".

…e beh! Il solito problema del "lavoro sporco". Se occorre, dovrà pur esserci qualcuno dispostgo a farlo!

giovedì 7 agosto 2008

Apro Google ed inserisco “Bossi vilipendio”.

Apro Google ed inserisco "Bossi vilipendio".

Tra i vari link offerti scelgo http://www.unita.it/view.asp?idContent=77794 .

Leggo dapprima il titolo dell'articolo:


 

"Bossi, vilipendio all'Inno. Procura chiede archiviazione"


 

E quindi di seguito la sintesi del contenuto.

"Non costituirebbero reato ministeriale le espressioni e il gesto sull'Inno di Mameli usati da Umberto Bossi a Padova, per i quali risulta indagato come «atto dovuto». La conclusione è contenuta nella richiesta di archiviazione che accompagna l'invio del fascicolo per l'ipotesi di reato di vilipendio trasmesso al tribunale dei Ministri dal procuratore aggiunto della Repubblica di Venezia Carlo Mastelloni.

Il fascicolo era stato aperto dalla procura della Repubblica di Venezia sulla base di una nota informativa della Digos di Padova riguardante il discorso fatto da Bossi nel corso del congresso della Liga Veneta-lega Nord, il 20 luglio scorso."

Bossi è un ministro della Repubblica; nella fattispecie "Ministro delle riforme".Si tratta di un "Ministero"; niente a che fare con il "Riformatorio" dunque, anche se l'associazione di alcune delle voci farebbero pensare a qualcosa del genere.
Un ministro oltre ad essere "Onorevole" come nome identificativo, dovrebbe esserlo anche come aggettivo.
Insomma ci si aspetta che un "Onorevole" sia di fatto anche "onorevole".

Un ministro della Repubblica, pur se non è Il primo cittadino" della repubblica – quel ruolo è ricoperto dal Presidente della Repubblica" - , ne è comunque uno dei primi.

Su sessanta milioni di persone circa, è una bella posizione!

Più degli stessi semplici "onorevoli", nel senso che non sono ministri, che compongono il Parlamento.

Dunque un esempio; per tutti.

Giovani, ragazzi ed anziani: insomma persone di tutte le età.

Compresi gli stranieri che vi circolano liberamente, a torto od a ragione, per motivi turistici o di lavoro; o perché hanno scelto questo paese come loro residenza.

Davvero un bell'esempio di civiltà e di rispetto per lo Stato e per le leggi che lo regolano, per tutti!

Vorrei anche capire cosa voglia dire "Reato ministeriale".

Il suo significato, confesso, mi è oscuro.

Tranne che non sia una giustificazione per una franchigia ancor più ampia di quanto non sia già concessa a chi ci governa, e dovrebbe farlo con giudizio, accortezza e senza inculcare sentimenti di ribellione o terroristici.

Non vedo giustificabile il motivo con cui sembra sia stato fatto passare l'episodio: "Espressione non detta da un Ministro, ma da un esponente o capo di partito politico".

Bella schifezza di capo e bella schifezza di partito politico, devo dire; forse si tratta di un partito politico sovversivo? Gestito da un capo politico sovversivo?

Io un partito così non lo voterei giammai; ma nemmeno chi ci sta dentro: io non sopporto ignoranza, ignominia, e la sfrontatezza e l'arroganza con cui gli ignoranti si pongono a maestri di vita.

Non sono in grado di confrontare questi episodi con possibili situazioni similari di altri paesi civili.

Devo però constatare che in Italia funziona così:

un ministro può proprio in quanto tale offendere liberamente i simboli dello stato che lo ha eletto e che gli permette di sopravvivere, "curarsi", mangiare e quant'altro, e quindi tutti i suoi cittadini;

un ministro può proprio in quanto tale offendere la memoria di coloro i quali hanno nel passato combattuto e sono morti per quello stato sul quale sputa e vitupera, e che per quei simboli hanno lottato, hanno difeso, in quei simboli si sono riconosciuti;

un ministro può proprio in quanto tale offendere la memoria di tutti quelli per i quali quei simboli sono stati il loro ultimo abito, l'inno la loro ultima espressione di vita sulle labbra.

Questo qualsiasi ministro può restare impunito perché gli è consentito di farla franca grazie a quelle leggi ed a quei magistrati che non perde occasione di offendere e malversare con frasi spesso ingiuriose.

Complimenti; davvero complimenti a chi queste cose tollera e difende, consentendo l'autorizzazione ad eventuali migliorie alla prima prossima occasione.

Ma se quelle cose le avesse dette e fatte un "Tizio Sempronio" qualsiasi, il risultato sarebbe stato lo stesso, o qualcuno si sarebbe fatto scrupolo di denunciare, arrestare e condannare?

Ma la legge non è uguale per tutti? E per chi in quanto "Onorevole" dovrebbe essere un esempio per gli altri, e commette azioni indegne di essere definite "onorevoli", non dovrebbe essere un po' più uguale, ovvero restrittiva?

Non dovrebbe essere cacciato via dal Parlamento in quanto rappresentando così tutti coloro che ne fanno parte, ne disonora il senso ed il ruolo?

Un ministro, è sempre ministro; non può essere una volta ministro ed una volta "Capo di partito".

Secondo questa logica quindi, anche un ladro non è sempre un ladro o l'assassino non è sempre un assassino; resta il fatto però che un "farabutto" resta un farabutto anche quando mangia, torna a casa, accompagna i figli a scuola, mentre si fa la barba.

Mi rendo conto di una sacrosanta verità: il problema non è il "Ministro", ma tutti coloro che lo hanno votato e lo hanno reso tale.

Dove è finita l'Italia! In che mani si trova! Poveri davvero i nostri figli, se dovesse ancora durare così! Spero davvero che se devono passare altri cinque anni, che passino in fretta.