Trenta Agosto 2010.
Ormai fine mese e prossima conclusione delle vacanze.
Oggi il mare è agitato.
Non molto a dire il vero, ma quanto basta per definirlo "spumeggiante".
Questo a un occhio poco accorto, non a uno come quello di mio papà, espertissimo a suo modo di mare e delle sue peculiari caratteristiche.
Allo sguardo di mio papà sarebbe sembrato sicuramente più pericoloso di quanto non sembrasse apparire.
Lui osservava il colore. Anzi, il susseguirsi delle differenti gradazioni di colore che lo differenziavano in più fasce nette e distinte, e poi comunicava il suo responso incontestabile.
Fate attenzione, avrebbe con voce allarmata avvertito, il mare è agitato sotto! si vede dal colore. Quando è così è molto pericoloso, perchè tende a risucchiare. Se proprio vi volete fare il bagno restate a riva e non vi allontanate. E non giocate con il pallone, e comunque se finisce in alto mare non cercate di recuperarlo!
Come sempre noi avremmo ubbidito seppure adulti, ridendo di cuore della sua continua e perenne preoccupazione.
Negli anni non gli avevamo mai dato motivo o ragione di preoccuparsi.
Gli anziani vanno ascoltati sempre, ci era stato insegnato.
Papà poi, andava ascoltato qualsiasi cosa avesse sentito bisogno di dirci.
Non parlava molto, e forse questo eravamo particolarmente attenti alle cose che ci diceva.
Con figli in aggiunta il suo avvertimento più che accorato era imperativo: Non fate fare il bagno ai bambini. Può essere pericoloso se si allontanano, e non fateli giocare con il pallone nemmeno sulla spiaggia.
Nemmeno lontanamente dunque, ci si sarebbe sognati di disobbedirgli.
Anche sapendo che non ci avrebbe visto, dato che sulla spiaggia non è mai sceso.
Eravamo comunque certi che sarebbe stato in tesione fino al nostro rientro dal mare, perché una volta tornati, il suo viso seppure senza che fosse accompagnato dalle parole, si rischiarava all'improvviso appena oltrepassato il cancelletto di ingresso esprimendo tutto quello che la voce non aveva pronunciato.
Era rimasto per tutto il tempo dal rientro dall'aver fatto la spesa fino al nostro arrivo, seduto fuori al balconcino leggendo il giornale ma con occhio vigile, con solo brevi fughe per obbedire agli ordini perentorï "suo generale" personale.
Generale che lo prendeva in giro, ma che non riusciva a distoglierlo dal suo compito principale: attendere il nostro arrivo per essere certo che il mare non ci avesse portato via.
I ragazzi sono arrivati!
E questo concludeva la sua personalissima mattinata nel corso della quale avveniva fino a che gli è stato possibile, la lettura del giornale anche la eventuale compilazione di un qualche cruciverba.
Oggi il mare è spumeggiante, e i colori che si susseguono mi confermano che sarebbe stata una delle giornate nelle quali essere vigili e all'erta.
Meglio non fare il bagno.
Non ho fatto il bagno. Nè noi ragazzi nè i bambini.
È vero anche che non ci sono più nè quei ragazzi nè quei bambini.
Troppo tempo trascorso e troppe cose cambiate.
Cambiate e anche scomparse.
No, non ho fatto il bagno.
Non ne avevo voglia.
Sono ritornato a casa sorridendo pensando che papà, per sapere che si era rientrati tutti sani e salvi non avrebbe dovuto attendere il cigolio del cancelletto che si apre.
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