"Trattoria pizzeria D'Amico."
Il figlio del proprietario dell'appartamento che papà aveva affittato per il mese d'agosto ne era il proprietario, il gestore e il pizzaiolo.
Noi ragazzi non si partecipava alle riunioni preliminari.
Il dove saremmo andati in vacanza lo avremmo saputo solo in un secondo momento.
Il 1968 fu a Sapri.
Una volta stabilito il luogo, funzionava che ci si metteva in macchina, si raggiungeva il posto stabilito, e una volta arrivati si partiva alla ricerca del "sensale". Colui o colei cioè, che avrebbero messo l'aspirante villeggiante in contatto con il padrone del quartino.
Gli hotel erano cose per ricchi e forse per famiglie senza figli, o per chi durante la vacanza viaggiava oppure aveva pochi giorni di ferie. Noi si aveva uno spirito stanziale, andavamo in vacanza per tutto il mese, eravamo in quattro e noi due, seppure ragazzi ormai troppo grandi per usufruire delle riduzioni che praticavano pensioni e hotel per i bambini.
Già da qualche anno ormai, si trascorreva il mese di agosto in casa affitto dando l'idea, al momento della partenza, di starai a preparare per un trasloco.
La speranza di ogni affittuario era che il quartino rimanesse sfitto per il mese di luglio, così che si potesse anticipare l'arrivo qualche giorno prima. In subordine che l'inquilino precedente andasse via almeno al 30 del mese per evitare il traffico dell'ultimo giorno.
Speranza sistematicamente disillusa, ma nella quale si credeva fortemente fino all'ultimo. Alla fine si partiva il 31 con la ferma convinzione di aver comunque guadagnato un giorno.
Dunque il 1968.
Sapri.
L'anno dell'invasione di Praga.
Agosto 1968: il mese e l'anno dell'invasione di Praga, per essere precisi.
Papà si era regalato da qualche tempo una radio portatile che teneva gelosamente sul comodino per accenderla appena sveglio; era il suo primo e unico bagaglio che preparava, insieme alla scorta di pile di ricambio. Le portava anche se le aveva cambiate da poco. Aveva la radio con sè anche quel giorno - aveva una particolare passione per la musica e le canzoni tanto da spingerlo a portarla sulla spiaggia - e la notizia ci raggiunse mentre si era sotto l'ombrellone. Non so se fu per la notizia o per quale altro motivo, la radio finì in un secchio pieno di acqua di mare. Alla iniziale disperazione fece seguito la consolazione che l'incidente non aveva pregiudicato nessuna delle sue funzionalità.
Quell'estate la trascorremmo dunque in un appartamentino in fitto. Un "quartino" all'interno di un edificio non ancora completato e tutto di dei D'Amico. I soldi del fitto occorrevano al proprietario per terminare i lavori. Anche quelli di papà finirono dunque per contribuire al completamento dell'opera. Il 968 fu l'unico anno in cui andammo in villeggiatura a Sapri prima che diventasse, cinque anni dopo, il nostro luogo di vacanza definitivo; in quell'anno, complice il luogo, la possibilità di acquisto facilitata da uno sviluppo turistico ancora in fasce, dalla morte della nonna paterna poco tempo dopo che consentì una breve ma necessaria disponibilità economica, si determinò la scelta definitiva delle nostre estati a partire dal 1973 in poi. L'anno prima infatti, e il 1972 fu l'unico nella storia della nostra famiglia, non si andò in vacanza perché papà aveva investito tutta la sua disponibilità economica - e noi due ragazzi dunque partecipammo con la piccola cifra che ci era stata destinata dalla nonna Emma, trecentomila lire ciascuno, che ci aveva lasciato poco tempo prima - nell'anticipo per l'acquisto di una minivilletta in un villaggio di case estive nella frazione marina del comune che precedeva Sapri di soli tre chilometri. Villammare. Fu la casa delle nostre vacanze.
In quel periodo le "passeggiate", come venivano definite, a Sapri furono diverse fino alla conclusione della trattativa. In quelle occasioni ci si fermava a mangiare da D'Amico. La trattoria pizzeria che ci permetteva di utilizzare un suo tavolo sul quale consumavamo quello che la mamma aveva preparato e infilato nella valigia "Jostyle" complice di tante scampagnate precedenti. Compravamo solo le bibite: acqua, Coca-Cola e birra rigorosamente Peroni. A volte la pizza? Questo non lo ricordo. Di certo quello che ricordo è che la pizza che D'Amico preparava personalmente, mancava del basilico. Cosa questa, che per un napoletano equivale a rendere banale la pur migliore pizza del mondo. Il basilico fuori stagione, ci venne raccontato, era impossibile da trovarsi a Sapri.
La mamma non si lasciò sfuggire l'occasione per manifestare la nostra e la sua personale gratitudine per l'ospitalità che in nome della vecchia conoscenza avuta nel corso dell'estate del '68 ricevemmo, e decise che gli avremmo portato ottime piantagioni di basilico napoletano nel corso di tutte le passeggiate che ancora sarebbero seguite nel tempo.
Lascio scorrere la persiana del balcone lentamente prima di chiudere la casa e lentamente scompare al mio sguardo la piantina che al rientro dalle vacanze, sono in partenza per Villammare e sono ormai trascorsi trentasette anni da quella promessa solo in parte mantenuta, troveremo disseccata. Le foglie migliori e più ricche le ha staccate Anna per surgelarle. Far seccare così, abbandonando al suo destino quel verde saporoso sarebbe un delitto. La Trattoria Pizzeria D'Amico non esiste più. Forse i nipoti di quello che fu il nostro "padrone di casa" oggi fanno altro. Forse hanno cambiato paese. Non saprei dire nè in verità mi preme saperlo.
Mancano ormai tante cose dopo trentasette anni, che raccontarle tutte diventa impossibile. Tante, tantissime forse troppe sono anche le cose che sono cambiate. Una sicuramente.
Oggi, anche fuori stagione, il basilico a Sapri troneggia festosamente sulla pizza e non c'è più bisogno che qualcuno lo porti appositamente da Napoli.
“Traditi ugualmente, ugualmente spogliati, risorgeremo allo stesso tempo delle nostre sventure; che mai à durato lungamente l’opera della iniquità, né sono eterne le usurpazioni”. - S. M. Francesco II - Proclama di Gaeta, 8 dicembre 1860
domenica 8 agosto 2010
Il basilico.
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