mercoledì 18 marzo 2015

Pasqua 2015: una meditazione personale.

La Pasqua: la sera del giovedì fu quella dell’ultima cena.
E la sera della partenza dall’Egitto fu quella in cui gli ebrei mangiarono erbe amare, uccisero un agnello di grandezza tale da poter essere mangiato dai componenti la famiglia senza che ne rimanesse nulla, prepararono pane azzimo.
Una cena veloce e frugale, svolta nel timore di quel che sarebbe dovuto accadere, facendosi coraggio l’un l’altro.
Poi uscirono e partirono di lì.

Era di Giovedì sera quando Gesù ripeté quel rito commemorativo della fuga per la salvezza - non la “cena della festa”! quella fuga non è da ricordare in una festa.

Nel corso di quel giovedì in cui ripercorreva con gli Apostoli gli eventi della ricorrenza cui aveva partecipato da spettatore negli anni precedenti, trasformò ciò che avevano significato fino a quel momento la partenza e l’arrivo degli Ebrei dall'Egitto alla terra promessa, in quello che da quella notte in poi avrebbe significato il partire dalla vita terrena per arrivare alla vita eterna.
Di tutti noi.

È vero: la nostra non è una “Pasqua di fuga” e di salvezza fisica; la nostra è una “Pasqua” di fuga dalla morte e per una risurrezione dell'anima: per una salvezza dello spirito.

Personalmente continuo a credere che la resurrezione del corpo è una immaginazione dell'uomo: l’uomo non può non pensare a una “resurrezione” che non comprenda tutto: anima e corpo.
Quasi come se fosse il corpo a dar credito all’anima e non viceversa; come se senza il corpo sia l’anima a non poter sopravvivere.

Perché noi uomini siamo abituati a credere solo a ciò che vediamo; così come Gesù disse all’apostolo Tommaso: Tu hai creduto perché hai veduto. Beati coloro che senza vedere crederanno!

Il primo giorno dopo il sabato dell’epoca era un giorno normale e non festivo.
È stato sostituito al “sabato" perché fu il giorno in cui le donne che si recarono al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, trovarono la tomba spalancata e vuota.
Dunque non più quello del “riposo” dopo i sei giorni della creazione, ma il giorno del “risveglio” dopo la morte: questo è quello da santificare.

E quando le donne e con loro gli Apostoli compresero che la tomba era vuota perché Gesù era risorto, non andarono a far baldoria, a gozzovigliare, a mangiare e bere!
Non sapevano prima che quel giorno si sarebbe poi trasformato nella attuazione della promessa!
Le ore precedenti furono di dolore e sofferenza vissute da chi non sa; divennero la premessa di una felicità che non avrebbe potuto dare spazio ad altre sensazioni!
   
Noi invece che sappiamo già, non dovremmo proporci in una più profonda preparazione? 
in un silenzioso e infinito ringraziamento per il grande dono ricevuto?

Noi conosciamo la storia: tutta!
Dal principio alla fine.

Sì, è vero, accadrà così, così e così….
Gesù sarà catturato… sarà condannato… sarà crocifisso... con lui ci saranno due ladroni, uno sprezzante e oltraggioso e l’altro invece buono e pentito…  
poi Gesù morirà e succederà il finimondo…! 
si scatenerà un forte temporale… 
verrà un terremoto… 
si squarcerà il velo del tempio e crollerà tutto… 
i cattivi moriranno… 
Giuda - quel fetente! - è andato a impiccarsi... perché poi si è pentito per aver tradito… eh… troppo tardi… 
la Madre di Gesù piangerà, piangeranno tutte le donne che lo seguivano… 
gli Apostoli si sentiranno soli e sperduti… però poi tutto finisce bene!

Ecco qua finalmente! La benedizione: la messa è finita, l’acqua benedetta l’abbiamo presa… eh! io mi sono portato la bottiglietta da casa… quella dei succhi di frutta… ce ne entra di più che mica in  quella cosa piccola piccola che danno in chiesa… 

La minestra maritata è pronta: fumante e ben condita… il capretto con le patate al forno bello e fatto!
Pastiera, Uova di cioccolata per i ragazzi, casatiello con le uova… c’è tutto!
Non manca niente… 
...a Natale ci stanno anche gli struffoli e i rococò… peccato che a Pasqua i dolci sono così pochi…

No: mai al ristorante! A noi la Pasqua ci piace farla a casa: al ristorante si spende un sacco di soldi e poi chissà che cosa ti fanno mangiare… ti fanno pagare il capretto e invece ti danno l’agnello…  tutte ossa e poca carne... a me il capretto il “mio” macellaio me lo mette da parte… "vero capretto!"... io ce lo prenoto già una settimana prima…! L’agnello non ha un buon odore...

Ecco: noi festeggiamo il momento del “tutto è finito bene”; noi siamo quelli che sappiamo già il finale della storia e per questo non è che poi dobbiamo star lì a pensarci sopra più di tanto.

Sì, un po’ di partecipazione, uno sguardo un po’ intristito per le occasioni che precedono il “grande giorno”…. alla fine “basta esserci” no?... “partecipare”...

…l’occasione: la messa durante il periodo di quaresima… dopo l’abbuffata del martedì grasso… è così che si capisce quando inizia la quaresima, mica altro… 

...però dobbiamo fare attenzione ai venerdì… può sempre scappare di dimenticarci di non mangiare carne…
Sì ragazzi: anche il prosciutto e il salame sono “carne”!
Certo: anche quello cotto! Il sandwich ve lo preparo tonno e maionese...

La messa in questo periodo si fa con i paramenti viola e senza il “Gloria” perché pare brutto…! 
ci sarebbe poi anche la Via Crucis tutti i venerdì… 

…eh… tutti i venerdì… non è che poi uno tutti i venerdì sa già se può andare a fare la Via Crucis…!

…vabbè! io però mi faccio la Via Crucis solo il venerdì Santo, quella che fa il Papa per televisione. Mica c’è bisogno che ogni settimana... ne basta una! 
Quella buona! …guarda che quella la fa proprio il Papa, mica un prete qualunque...! 
Così ce la vediamo tutti a casa mentre che mangiamo… sì: il pesce perché il venerdì Santo oltre a non mangiare la carne si dovrebbe pure digiunare! 

…però uno torna a casa dal lavoro, stanco, nervoso… come si fa a non mangiare… 
...eh...! un po’ di fame ci sta sempre… un brodino… sì, certo: vegetale… un pesce…..

ah no! solo se fresco: una bella spigoletta con olio, sale e maionese, due olive di Gaeta… 
e beh, se uno deve mangiare tanto vale che mangia per bene… 
…no, nessuna pagnotta! panini: la pagnotta allora tanto vale che il digiuno non lo fai… i panini invece... 
i panini... sanno di magro già nel pronunciare la parola...
...sì, è vero, quella del Papa è un po’ lunghetta perché dicono la stessa cosa in cento lingue, ma noi la facciamo lo stesso. Tanto abbiamo due televisioni, se i ragazzi si stancano se ne vanno dentro…. 
...io poi… sai… a una certa ora non riesco a tenere gli occhi aperti… ma fino a che ce la faccio seguo tutto...”

Dal Lunedì dell’Angelo, alias “Pasquetta”…! in poi tutto finisce. Tutto ritorna normale.

“Speriamo che domani ci sta il sole, che è Pasquetta e voglio andare a fare la gita! Ci portiamo il casatiello! Non ci sta nemmeno la messa: nessun impegno quindi! Che peccato però, martedì di nuovo a lavorare!

Noi siamo quelli che sanno: tutto finisce bene e se facciamo i bravi e andiamo a messa la domenica andremo anche in Paradiso, al massimo in Purgatorio ma solo per poco tempo…

Anzi: e se prendiamo anche la comunione - ogni tanto si può pure fare! - meglio ancora… 
la confessione….? 

Ma no! questa della confessione è una cosa che ci facevano fare da bambini… ora sono grande, ho preso pure un titolo di studio esagerato! 
…anzi: esageratissimo!
sono diventato un adulto intelligente e consapevole…! 
La confessione me la faccio da solo… il Signore lo sa che cosa ho fatto e quello che mi deve perdonare… Io ci parlo a tu per tu!

Sono le vecchie bigotte che si vanno ancora a confessare! sì, i vecchi e gli ignoranti!
Il sacerdote alla fine è un uomo come me… anzi! ma a lui chi lo conosce… chissà come è e che fa nel privato… magari si comporta peggio di me e io gli vado a dire i fatti miei… e poi lui dovrebbe dare l’assoluzione a me?
Ci penso io… a me l’assoluzione me la dà direttamente il Padre Eterno, mica uno così…!

Io penso che la nostra “Pasqua” quella dei cristiani avviene ogni settimana.
Ogni giorno in cui ci svegliamo e apriamo gli occhi avviene il miracolo, dovunque noi ci troviamo.

I giorni che precedono quello della resurrezione sono anche quelli della nostra passione: la settimana serve per prepararsi alla domenica, non la domenica per prepararsi alla settimana.
Ora il culmine del percorso arriva quando celebriamo in chiesa l’avvento della salvezza: cioè il “giorno dopo il sabato”.

Quando il sacerdote recita: 
"Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio, ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza, e ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale."
individuo il momento culmine della celebrazione eucaristica: quello che condensa in una sola azione la passione e la resurrezione di Gesù.
Condividiamo in pochi secondi la distribuzione del pane e del vino, il dolore della croce, la morte e la resurrezione che avviene direttamente nel cuore!
Questa successione di eventi produce in tanti una grande gioia interiore di cui quei tanti non si rendono conto: ho visto volti sorridenti ed estasiati!

Dunque la domenica non è un giorno come un altro o speciale solo perché si fa vacanza da scuola o dal lavoro.
Ogni Domenica avviene la ripetizione della Passione, morte e resurrezione di Gesù: tutto insieme, senza soluzione di continuità.

Occorre viverlo come tale. 
È un giorno dedicato non a noi ma a Gesù e al Signore:

Sei giorni lavorerai (…); ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro (…). Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra (…), ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. (Es 20,1-17)

Dunque usciamo fuori dalla logica della festa, dalla pubblicità che trasforma qualsiasi cosa in commercio e occasione di far danaro.

Cerchiamo di essere veri cristiani, insegniamo ai nostri figli e nipoti che la Pasqua non è un evento festoso, la Pasqua non è l’uovo di cioccolato, la colomba dolce, che non è un fare a scambio di rametti di palma e chi più ne porta a casa è più bravo.

Che l’acqua santa non serve solo per una benedizione della tavola nella domenica di Pasqua prima del pranzo, fatta dal più anziano perché così vuole la prassi.

Non è riempirsi un bottiglione da mostrare agli altri per poi innaffiarci le piante… è acqua santa… è peccato buttarla…!
Peccato forse è non averla usata e non usarla...

La Pasqua sopratutto nel momento della sua principale ricorrenza annuale, va vissuta con una consapevole moderazione e morigeratezza.
E sopratutto con profondo rispetto e raccoglimento nei confronti di chi ha voluto donare sé stesso per indicare quale sia la via della salvezza.

Noi non siamo chiamati a festeggiare la resurrezione di Cristo con pranzi e torte, ma a ricordare l’ammonimento che con il suo gesto e apoteosi ha voluto darci, e il grande dono di salvezza che ci è stato concesso di poter godere se solo lo vogliamo, con sentimenti di penitenza e di gratitudine.

Gesù ha affrontato l’inaffrontabile per insegnarci che nulla potrà accaderci che sia più doloroso, gravoso, feroce e umiliante di quanto non sia già accaduto a lui; nulla ci verrà richiesto di fare che noi non siamo in grado di poter realizzare.
Perché Lui ci ha detto “Io sarò con voi, fino alla fine dei giorni!”

La Via Crucis deve voler essere un percorso che sia vivo e pulsante nella nostra mente tutti i giorni dell’anno, ogni giorno.
Recitarla ogni volta che ci si sente soli e abbandonati.
Pensiamo a Gesù come al nostro cireneo personale che sta lì, pronto ad aiutarci nell’alleggerire il peso della croce che crediamo di non riuscire a portare!

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Da parte mia auguro a tutti di poter vivere questi giorni che si stanno susseguendo e i prossimi che verranno, gioendo della gloria di Gesù e accogliendo tutti i giorni, con pieno amore, quello che ci offre ringraziandolo per averci fatto far parte del suo disegno di salvezza!







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