mercoledì 24 aprile 2013

Sabato 16 - Domenica 17 giugno 1962. “Il Mattino” di Napoli.


Un cenacolo letterario, vecchio di ottant'anni, scomparirà a giorni.

Nell'antiquaria di Lubrano al museo compulsavano libri, Croce, Einaudi e De Nicola.

“Per favore niente fotografie. Deve scusarmi, ma sono stato sempre nemico della notorietà che poteva derivarmi dei miei libri”.

È Luigi Lubrano che parla, un vecchietto ottantenne che trascorre la vita accanto ai suoi libri, alle sue “creature“ come egli li chiama.
Tra poco meno di un mese la libreria Lubrano chiuderà i battenti dopo sessantatre anni di attività gloriosa.
Quanti libri sono passati tra le mani di Luigi Lubrano? Un numero illimitato ma egli li ricorda tutti, uno ad uno un’elencazione precisa.
Dai piccoli negozi di Port’alba e di via Costantinopoli, alla libreria di Port’alba infine a quella di via Pessina Luigi Lubrano ha visto poco a poco crescere la sua notorietà.
”Passavo le mie ore di libertà - ci confessa Lubrano - con Benedetto Croce che spesso veniva a chiedermi qualche libro o un opuscolo, con Einaudi che mi onorò della sua amicizia e con tutti i cultori della poesia napoletana. Ma ora sono stanco.
Sono troppo vecchio per poter continuare a cercare negli scaffali, per curare da vicino i miei libri”.

Un velo di mestizia e nella voce di Lubrano. È evidente che gli costa molto allontanarsi dai "suoi" libri, dai vecchi e polverosi cataloghi che conserva gelosamente.
Da sessantatre anni Lubrano è un bibliofilo. Ha cominciato nel lontano 1899 con un piccolo negozietto a via Costantinopoli, con una libreria antiquaria passando moltissime ore del giorno a cercare vecchi capolavori nascosti, a recarsi nei luoghi dove era segnalata la presenza di opere fino a quel momento credute perdute.
Un lavoro duro, difficile, spesso interrotto da difficoltà e da delusioni ma che Lubrano affrontava senza scoraggiarsi.
E quando, come egli ci ha confessato, il suo sforzo era premiato dal successo ed un vecchio polveroso volume veniva alla luce egli ne ricavava nuove energie che lo spingevano a continuare nelle ricerche.
Vennero le prime soddisfazioni per Lubrano e dal piccolo angusto negozietto di via Costantinopoli si spostò a Port’alba.
Ed invia Port’alba Lubrano stampò quello che è e uno dei migliori documenti sulla storia del regno di Napoli "Bibliografia sulla storia del Regno di Napoli".
Fu un successo incondizionato che lo spinse a continuare nel suo lavoro che egli amava e che svolgeva con una scrupolosità unica.
Da Port'alba Lubrano si spostò nel 1937 a via Pessina ed ai vecchi capolavori unì nella sua libreria le nuove moderne opere.
“Dovevo vivere anch’io - dice Lubrano -. Ai “miei” cari libri, alle polverose opere dei primi anni del novecento dovetti unire i capolavori, i libri in voga, che la gente mi chiedeva.
Ma i miei amici più cari erano sempre negli scaffali, lassù. Libri che la gente aveva dimenticato ma che io avevo nel cuore”.

Dopo sessantatre anni quindi Luigi Lubrano lascia i suoi libri.
Il figlio Aldo che in un primo momento l'aveva aiutato nel suo lavoro è passato dirigere una casa editrice del Nord e lui, Don Luigi, non riesce più a curare da solo i suoi libri.
Un altro pezzo della vecchia Napoli che si sgretola sotto l’usura del tempo, non resterà che ricordo della libreria Lubrano, un ricordo che speriamo il tempo non riuscirà cancellare.
Umberto Carli

1 commento:

  1. Anonimo4:40 PM

    ...una storia che conosco, ma rileggerla è sempre una emozione...
    Lucio

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