Ciao mammina.
Andato via papà, avevo sempre pensato che sarebbe potuto
accadere a voi come ai nonni.
Ed in questo pensiero si è macerato l’animo mio per sette
mesi.
Quando l’amore diventa una unica entità, come è stato per te
e Papà, la metà che resta deve ricongiungersi con l'altra già partita.
Non riesce a star lontana da quella che va via per prima.
Come una calamita si ricollega alla sua parte distante.
Non riesce a consolarmi la certezza d’essersi tesa verso di
te quella mano che tante volte hai stretto, e nella quale hai tenuto nascosto a
tutti la tua fragilità, venire a raccogliere la sua “Bambolettina” per portarla
via con sé.
Per poterla curare e coccolare per sempre; come sempre aveva
fatto fino al suo addio!
Così trovando il modo per essere sempre accanto a noi figli,
anche quando siamo lontani.
Questa volta però, in un silenzio assordante che mi riempie
la mente.
Com’è difficile Gesù, nell’ora della prova, quando arriva il
momento in cui tutto è compiuto, capire quale sia il confine tra la vita la
morte; quale sia la morte e dove finisce; convincersi che quello è il momento
in cui inizia la vita.
Tante, troppe volte, in tante occasioni cerco di trovare in
me una forza che viene meno; tante, troppe volte m’apello a te fino a quando
innalzo ripetutamente anch’io il mio grido:
”Sì, io credo, ma tu soccorri alla mia incredulità!”
Ciao mammina.
Stringevi piano la mia mano ed io sapevo che questa volta
non ero io bambino ad affidarmi a te, ma il contrario.
E l'ho sentita scivolar via pian piano perché non era più la
mia quella che ti portava via.
Distratto non mi accorgevo del cambio.
Non mi è riuscito in questo breve tempo rimasto, di
sostituirmi al ruolo che avevi tu quando io, bisognoso di cure e indifeso mi
hai aiutato a guarire, a sollevarmi perché continuassi ad affacciarmi al mondo.
Non mi è riuscito di alleviare le tue sofferenze!
Perdono mammina mia, per tutto il niente che ti ho dato!
Ciao mammina, ciao papà!
Non abbandonatemi mai!
Vi voglio bene.
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