giovedì 2 aprile 2015

Messa in Cena Domini. La cerimonia della "Lavanda dei piedi."


La cerimonia cui molti di noi cristiani parteciperanno questa sera, viene in genere vissuta come uno dei tanti momenti liturgici di prassi da svolgersi durante il periodo di quaresima e in particolare nel corso della Settimana Santa.

Il successivo sarà la “visita ai sepolcri” come vox populi definisce (forse però non proprio anche vox Dei) l’adorazione del Santissimo dinanzi all’altare della riposizione - non meno di tre visite in tre chiese diverse, che porta male! - e successivamente la “via Crucis” del Papa trasmessa dalla televisione il venerdì Santo sera, mentre si prepara e si consuma la cena. Frugale come è giusto che sia...
Anche per noi l’ultima: l’ultima di “magra”.

Poi finalmente finisce questo sacrificio! sarò libero di mangiare, e mangiare sopratutto belle bistecche di manzo anche di venerdì… che proprio non ne potevo più di stare lì a domandarmi, ogni giorno se per caso non fossimo di venerdì prima di sedermi a tavola per il pranzo!

La cerimonia della “lavanda dei piedi” in ogni chiesa sarà l’apoteosi finale prima della spoliazione dell’altare.
Con la compiacente partecipazione di almeno cinque volontari pronti a levare scarpa e calzino per porgere il proprio piede, tirato a lustro per l'occasione!, al sacerdote.

Noi dunque vivremo questo come un rito obbligato… 

...sia che io vi partecipi oppure no… come spettatore intendo… che come parte attiva voglio aggiungere…  e sperando che nessuno mi chieda di togliermi scarpa e calzino… non si sa mai… meglio poi il piede destro o il sinistro…? mi pare che il calzino destro l’ho infilato alla rovescia… avevo fretta e non ci ho badato… ah! però a quello sinistro c’era un piccolo forellino… e se si fosse allargato…! bisognerebbe che lo faccia rammendare prima o poi… che figura… vabbè che lo vedrebbe solo il sacerdote e quello è tenuto a tacere…. ah no! ma c’è anche chi tiene il catino e il panno che potrebbe vedere…. e poi… a proposito, ma da quand’è che non mi lavo i piedi? non mi ricordo… faccio così: mi siedo in fondo…! troveranno un altro da chiamare...

Gli Apostoli non immaginavano che Gesù si sarebbe chinato in ginocchio per lavare i loro piedi!
Camminavano tutto il giorno, erano stanchi, assonnati, le strade non erano certo asfaltate ma polverose e il terreno accidentato.

Gli apostoli non avevano calze e scarpe a protezione seppur parziale dei loro piedi, ma sandali… sandali aperti… forse quei piedi avevano molto poco da poter essere paragonati a quelli di chiunque di noi. 

Mi viene da pensare a quanto potevano essere sofferti e sporchi! Con calli e duroni, e le unghie poi...!

E Gesù è su quei piedi che si è chinato! 
Sono quelli i piedi che ha lavato e che ha baciato!

…e penso che io non mi sono mai offerto a mio papà - che era mio papà! - infermo perché lo aiutassi a lavarsi… sì lo radevo… ma i piedi… i piedi degli altri, di chiunque altro, danno sempre un senso di fastidio… troppo in basso, troppo esposti all’usura, al consumo, vicino alla strada... troppo propensi a sporcarsi… a mandare un cattivo odore…

Gesù si chinò in ginocchio, e nel silenzio della sala, presenti solo i suoi apostoli, lavò loro quei piedi!

Io penso che la cerimonia alla quale parteciperemo questa sera sarà da considerarsi sì un simbolo, ma in quel simbolo sono invitato, obbligato vorrei dire, a individuare l’insegnamento che mi è stato fornito; quel simbolo dovrebbe restare nella mia mente, aprire i miei occhi e fermarsi nel mio cuore non come una cerimonia fine sé stessa e che sarà solo un ricordo già a partire dal giorno dopo, ma come parte integrante della vita di un cristiano.

Quella stessa cerimonia si ripeterà solo tra un anno poco meno o poco più, per celebrare il ricordo di una nuova passione e di una nuova Resurrezione: bisognerebbe arrivare a quel giorno portando il ricordo di quanti piedi mi sono chinato a lavare e a baciare nel frattempo!
Diverso forse sarà il sacerdote di turno, un’altra la chiesa, diversi gli “attori”.

Umiltà, carità, disponibilità verso gli altri, aiuto corporale e spirituale, misericordia, comprensione, etc…. ah! quante cose in quel semplice eppure così importante gesto troppo spesso sottovalutato! 
In quella ritualità di un simbolo fondamentale ma troppo in fretta accantonato nella mente dal sopraggiungere di tante altre piccole o grandi preoccupazioni!

Non serve che vengano lavati dieci, cento, mille piedi questa sera, se il tutto si ricondurrà a una semplice gestualità.
Quel gesto deve diventare l’idea pregnante della vita di me cristiano: devo sentirmi sempre e comunque servo seppur ricoprissi un ruolo di maestro, di educatore, di insegnante, di manager!

Gesù non ha lavato e baciato i piedi degli apostoli per una autoesaltazione o per manifestare quanto fosse misericordioso e umile "lui", ma perché gli apostoli e io dopo di loro, imparassimo quanto fosse importante e fondamentale la misericordia, la carità e l'umiltà; mi rendessi conto dell’importanza di restare un passo indietro per essere pronto nel portare soccorso senza attendere ringraziamenti e lodi.
Semplicemente perché "servo inutile che ha svolto il proprio compito" per essere ripagato una volta raggiunta la meta agognata!

Devo forse cominciare con imparare a lavare per primo io i miei stessi piedi per essere pronto e disponibile per fare la stessa cosa agli altri.



Immagini: fonte Web - Google images.

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