venerdì 3 aprile 2015

Venerdi Santo. Una meditazione.



Capisco, lo so bene.
Ci sono  cose alle quali non ci si può sottrarre perché  da sempre si vuole siano l'emblema della Pasqua.
Ma la Pasqua non è il casatiello, non è la pastiera, non è l'agnello al forno con le patate o cos'altro.
 
Pasqua non è neanche la colomba o l'uovo e magari gigante, di cioccolato.
Pasqua non è la sagra della futilità, dello spreco, del commercio!

Ogni festività religiosa si riconduce a una tavola ben imbandita.
A un pranzo o  una cena ricca di vini, pietanze e dolci

Le donne andarono al sepolcro e trovarono la pietra rimossa.


Tornarono indietro per dirlo agli apostoli, e Pietro e Giovanni con gli occhi increduli e l’animo pieno di speranza e sorpresa - io li penso così - corsero per vedere con i loro occhi e tornarono a raccontare agli altri "quello che avevano visto".
O meglio: 'non visto'!
Non si sedettero a tavola, non prepararono da mangiare.

Nessuno accese il fuoco: ci è stato raccontato tutto il possibile, ci avrebbero raccontato anche questo.

Noi dai vangeli apprendiamo solo una parte delle cose che leggiamo.
Alcune le seguiamo alla lettera, altre le interpretiamo a modo nostro, altre ancora infine le accantoniamo perché le riteniamo anacronistiche. 

Secondo necessità e convenienza. Quella cristiana sembra essere una religione "elastica". Personalizzabile: ci sono quelli che pensano di potersi costruire il loro catechismo personale...

Si, certo che sono cattolico... No, non vado a messa la domenica... a che serve... a Natale e a Pasqua sì! Ci andiamo tutti quanti: per me è obbligatorio! 
Certo che ci siamo sposati in chiesa! 
I nostri figli? Ovvio che siano battezzati. 
Ma certo che hanno fatto la prima comunione. Guarda, ti ripeto... io sono cattolico... a modo mio ma lo sono!

Facciamo lo stesso nella vita normale… sì, si dovrebbe, però… siamo un po’ farisei in fondo all'anima… stabiliamo delle leggi, delle regole, però poi… vediamo che si può fare... magari c'è un cavillo...

Ha detto Don Giuseppe parroco a Pompei nella sua omelia di giovedì sera: “Noi siamo quelli del ‘Non ho tempo!’”

È vero… ma siamo anche quelli del “Ci penso dopo perché è ancora presto…" oppure "perché tanto ci sta tempo

E siamo anche quello dell’ “È vero, si dovrebbe… però…!
Il tempo e le regole vengono modificate secondo convenienza…
La stessa cosa facciamo con la legge, il codice della strada, i comandamenti… il Vangelo…
 
Rabbrividiamo quando leggiamo che i capi dei sacerdoti avevano imposto al popolo ben seicento regole! da rispettare alla lettera! pena l'essere cacciati dal tempio, lapidati... condannati a morte...!

E noi posteri allora, che da quei semplici dieci comandamenti  che presentano in maniera chiara, semplice, lineare tutti i principi fondamentali del vivere civile e quotidiano, che abbiamo elaborato una enorme quantità di leggi e di codici di tutti i tipi seguiti da migliaia di pagine di carta che le spiegano e che danno le istruzioni sul come disattenderle senza correre rischi, quale reazione dovremmo produrre...?

Non sarebbe stato ben sufficiente rispettare - far rispettare! - alla lettera - quei dieci punti che si  imparano a memoria sin da bambini durante il corso di catechismo?

Nella domenica di Pasqua abbiamo trasformato l'ultima cena nel primo pasto!

Le nostre tradizioni ci insegnano che la festa, qualsiasi festa, deve  avere il suo culmine con un pranzo o una cena.

Il matrimonio, il battesimo, la prima comunione: il cibo deve abbondare sulla tavola!
Anzi, deve restare nei piatti e nei vassoi!
Deve tornare indietro nelle cucine!

Si dice da queste parti che "’o magnà ce l'avimma mená per faccia! S'adda jettá!"
Perché altrimenti cosa penseranno gli altri di noi!
Fa niente se dal giorno dopo in poi l’ultimo pensiero sarà per il significato della cerimonia del giorno prima.

Ah! Io il matrimonio lo devo fare in chiesa, e con l’abito bianco! Il velo... deve essere lunghissimo!
Abbiamo anche deciso che i nostri due figli faranno da paggetti... saranno accanto a noi sull’altare!

Perché è l'opulenza che testimonia il grado di appartenenza alla società.
Il significato religioso scompare del tutto. Anche la morale... è troppo anacronistica...

...il battesimo quando arriva la prole…
No, noi aspettiamo ancora… è troppo piccirillo… po’ se mette a chiagnere int’ a chiesa, da' fastidio.., al ristorante nun ce fa stare cujeti… aspettammo ‘natu ppoco… ca se fa cchiù gruossiciello... accusì  s’addiverte pur’isso! Avimma fa' 'na granda festa! 'na granda magnata!

Poi arriva il giorno della prima comunione...

Ah...! Quel giorno mia figlia deve essere vestita come una sposa!
No, non ce la faccio fare da Don Fulgenzio! 
Figurati...! a quella povera ragazza ci vuole far mettere il saio… dice che i bambini devono essere tutti uguali!
È pazzo! ‘A figlia mia adda essere 'na principessa! Adda parè comme a na sposa! Mia figlia nun può essere uguale a nessuna!
Me so’ già miso d’accordo co’ parrucchiano abbascio ‘a marina!
Po’ ce ne jammo ‘ncoppa ‘a custiera! Viglio magnà c‘o mare ‘n faccia!

...e così abbiamo trasformato in festa anche la festività, la ricorrenza religiosa.

Oggi, giorno di pentimento, di meditazione, di contrizione sarà quello della "preparazione" per il pranzo di domani, sabato anch'esso definito 'Santo', e che viene considerato come un giorno di "transizione", quello dell' "ormai ci siamo!" del "domani finalmente è Pasqua!"
Ma sopratutto per quello di domenica! Il giorno fatale!

Tengo già tutto pronto!
Devo solo riscaldare il brodo di carne… l’ho fatto con l’osso… e che c’è voluto per averlo… la minestra di verdura!
Ci ho messo dentro tutte quelle che servono, il prosciutto crudo a dadini, il parmigiano... grattugiato e a pezzi.... certo, il parmigiano… ma sì! quello reggiano! Per queste cose il grana non si usa… è un formaggio povero!

Il capretto con le patate pure è fatto! Devo solo infornarlo per riscaldarlo.
Il casatiello che è rimasto da ieri lo mettiamo pure a tavola che i ragazzi sicuramente un pezzo se lo mangiano…. il casatiello che faccio io... con rispetto parlando, po' gghì in faccia ‘o rre!


La pastiera la apriamo oggi... altro che Caflìsh!, e per chi la vuole abbiamo comprato la colomba... però quella al cioccolato con la crema al limone dentro… che quella normale poi resta perché non se la mangia nessuno…

Le uova pure... certo! Eh, sono stato bravo: ho aspettato l'ultimo momento perché così le ho pagate quattro soldi!

Speriamo però che il prete non la faccia tanto lunga con la predica che non me la fido proprio di starlo a sentire… tanto dice sempre le stesse cosa…
…e finisce che resto pure in piedi… come sempre ci sarà una folla di pazzi in chiesa, perché a Pasqua tutti poi si ricordano di andare in chiesa... non c'è niente da fare... ad arrivare in orario io non ci riesco proprio... e sopratutto la domenica di Pasqua... che ci stanno un sacco di cose da fare...!

Che poi... dico io... ci sta gente che la messa non se la sente mai, non va mai la domenica in chiesa... proprio a Pasqua ci deve andare!

E a che ti serve, dico io...? A che ti vale...? Io invece ci vado tutte le domeniche…
…salto solo qualche volta perché o faccio proprio tardi-tardi  perché devo pure cucinare…? o non mi sono svegliato a tempo… io poi non è che non c’ho niente da fare… io lavoro…! ...poi la casa, la spesa, la cucina… una notizia al telegiornale me la devo pure sentire o devo restare ciuccio come tanta gente che neanche il giornale si legge….?!
 
E comunque io la bottiglietta mia per l'acqua santa me la porto da casa... metti che questa volta il parroco non l'ha preparata... oppure come l'anno scorso era una cosa piccola con quattro gocce dentro....! Ah no: io me l'aggia mena' 'ncuollo per tutte le parti!
Maggia fa una bella benedizione!

Oggi ci dobbiamo fare pure la comunione…!
…a confessare? Noooo! E chi ci ha avuto il tempo! 
Io ci volevo andare...! ieri sera... ma poi ho dovuto infornare la pastiera...! 
Ma tanto io di peccati gravi non ne faccio… basta un atto di dolore e sto a posto… il Padreterno lo sa la vita che faccio...! Una vita di sacrifici!

Saranno affollati i supermercati, le macellerie…

Annibale mi raccomando il capretto! Non me lo date tutt’ossa come l’anno scorso ca nun ce  magnammo niente, e poi non mi mettete dentro tutte le interiora che non se le mangia nessuno! Fernesce ca ‘e gghittammo inta ‘a munnezza!

Io il sartù per lunedì lo faccio coi fegatini di pollo, mica con quelli di agnello!
Nun me facite fa ‘na figura e niente ca  vene pure mia suocera a pranzo… ca chella chesto va truvanno! A scusa pe’ criticà  comme cucino…!

Ah perché… guarda… per me se non c'è il capretto non è Pasqua!
Come se a carnevale non ci fosse la lasagna… e che carnevale può essere senza lasagna…
Per me il capretto è la prima cosa… senza capretto che Pasqua può mai essere…  ma… vedi… non è nemmeno tanto per me… è per i ragazzi! 
E poi… devo dire la verità… mio padre ci teneva tantissimo che a Pasqua ci fosse il capretto…! mi ricordo che mia mamma se lo andava a prenotare almeno una settimana prima… come la ricotta asciutta per la pastiera… non quella romana perché è fatta con il latte di pecora… io ci metto quella normale… come si dice…? ecco sì, di vaccina… ma asciutta però...

...ma sì… e che c’entra che mio padre sono sette anni che è morto… io lo faccio per rispetto suo... è una tradizione di famiglia... lo faccio per lui che se fosse per me…!

Mi chiedo cosa c'entriamo noi con il mangiare il capretto o l'agnello nel giorno della domenica di resurrezione.

L'agnello è parte di una tradizione che non ci appartiene.
Eppure sarà ancora una volta una strage….!

Quando si tratta di mangiare... tutte le tradizioni sonno buone.

La domenica di Pasqua dovrebbe essere forse il giorno del vero digiuno perché è quello in cui meditare e ringraziare il Signore per averci indicato la via della salvezza. La strada da seguire per non ritrovarci soli ancora oggi in una attesa senza speranza.

La nostra Pasqua invece riporta nel Tempio del Signore i mercanti, i cambiavalute  e i venditori di colombe.
Ne rifacciamo quel covo di ladri che scatenò l'ira di Gesù!

Che oggi, giorno in cui il pensiero va a quel venerdi di quasi duemila anni fa, non sia quello in cui penseremo al Cristo Crocifisso solo durante la Via Crucis del pomeriggio o nel corso di quella della sera.

Magari solo quella trasmessa in televisione mentre i fornelli sono accesi e la tavola è ben imbandita, seppur di magro…

Il pensiero al Cristo Crocifisso sia un pensiero costante nel corso di tutta la giornata. Anche mentre stiamo preparando la pastiera o il casatiello.

Che questo giorno sia per tutti un giorno di preparazione alla confermazione della nostra santificazione in arrivo, meditando sul prezzo pagato da chi si è immolato per essa.


Immagini: fonte Web - Google images.



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