Sabato 14. Domani e' "Ferragosto".
In realtà il 15 si festeggia l'assunzione della Madonna. L'onomastico di tutte le femminucce che si chiamano Assunta.
Assunta e' uno dei pochi nomi che non possono cambiarsi dal femminile al maschile o dal maschile al femminile.
Un esempio e' Ciro che al femminile diventa Cira, oppure Annunziata che al maschile assume come nome ufficiale il suo diminutivo "Nunzio".
Devo dire bruttissime entrambe le versioni.
Ma si sa che ogni occasione e' buona per far festa, sopratutto se si riesce a unire il sacro - la festività dedicata alla Madonna - con il profano - una nuova ulteriore occasione di pappatoria.
Il cadere della festività il giorno 15, in pratica il di' mezzano del mese, ha fatto cogliere l'occasione per un ulteriore festeggiamento a scopo mangereccio.
Tutto questo non poteva non essere ovviamente che occasione di una opportunità per la istituzione di una ulteriore tradizione, alla quale la mia famiglia non ha mai esitato un solo istante ad aderire e a mantenere solida negli anni:
Cannelloni
Pollo alla griglia
Cocomero gigante!
Il 14 era il giorno della preparazione psicologica ma, sopratutto, del completamento dell'approvvigionamento delle materie prime finalizzate ad ottenere il risultato finale.
Gli obiettivi principali: le confezioni di sfoglia per cannelloni - venivano comprate appena possibile, alle volte anche appena arrivati! - la ricotta, l'approvvigionamento di una bombola del gas supplementare perchè si sa che le cose finiscono proprio quando servono!, l'individuazione della rosticceria dove andare a ritirare, all'orario stabilito, due polli alla griglia.
La cerimonia vera e propria aveva inizio al mattino del giorno fatidico: il 15 agosto.
La ricotta doveva essere asciutta, ma non quella di pecora, per cui seppure acquistata soltanto il giorno prima, si era provveduto a effettuarne preventiva prenotazione.
La bombola di gas supplementare era questione di serenità familiare.
Ovviamente dovunque si era stati in fitto, e dal 1973 in poi nella casetta di proprietà a Villammare, quello disponibile era il gas in bombole. Ancora oggi dove trascorriamo le vacanze estive il gas detto "di città" non esiste.
Anche se la bombola nuova fosse stata acquistata il giorno prima, il terrore che questa finisse nel bel mezzo della cottura della pietanza principale intorno alla quale si incentrava tutta l'attività preparatoria, faceva necessitare il rifornirsi di una bombola di scorta senza la quale non si sarebbe mai dato principio all'impresa.
Nessuna ansia per la carne macinata: quella fortunatamente non era motivo di preoccupazione.
Dunque la verifica che tutto fosse stato incamerato in maniera sufficiente:
bottiglie di passata, formaggio parmigiano grattugiato, aromi e accessori integrativi della preparazione vari, il numero sufficiente di scatole di cannelloni atti alla predisposizione di almeno due teglie piene, due buste giganti di patatine fritte, e per ultima ma non ultima, una anguria la più grande possibile per la quale non era possibile riuscire a trovare posto nel frigo se non per una sua piccola parte.
La preparazione aveva inizio alle prime ore del
mattino dunque, con la supervisione attenta del papà che faceva attenzione che
tutte le fasi avessero la loro regolare successione, e nessun passaggio fosse
dimenticato.
Soprattutto nessun ingrediente fosse dimenticato di
essere aggiunto al momento opportuno.
I momenti più delicati erano due:
il primo la cottura delle sfoglie che avrebbero
composto ogni singolo cannellone;
il secondo la preparazione vera e propria, che
imponeva il valutare con attenzione il quantitativo giusto di imbottitura.
Tutti gli ingredienti erano stati sapientemente
amalgamati e verificati che avessero il giusto sapore e la corretta
consistenza.
Un automatismo consolidato negli anni consentiva la
chiusura di ciascuna sfoglia così da confermare la propria morbidezza
unitamente alla consistenza giusta che ne evitava la rottura.
Dunque il posizionamento nella teglia in file
alternate intervallate con generose cucchiaiate di salsa.
Le teglie, due ma spesso e volentieri anche tre,
venivano rifinite in modo tale da proporre il primo strato ricoperto di salsa e
parmigiano grattugiato a volontà.
I cannelloni dello strato superiore erano i più
ricercati perché nel corso della cottura la copertura si era amalgamata in un
leggero strato croccante.
Negli anni in cui era ancora signorina, l’aiuto
veniva dato da Marinella – mia sorella – e solo successivamente al mio
accasaggio da Anna che restava a eseguire gli “ordini” senza scendere in
spiaggia.
Gli altri di noi invece, si risaliva in tempo utile
per sedersi in tavola lavati, asciutti e vestiti in orario decente per dare
inizio allo sbafamento!
La soddisfazione di mio papà era non tanto il
superare i suoi due cannelloni canonici – difficile andasse oltre – quanto il
vedere tutti noi altri partire già da subito con un bel tris da replicare
appena ripulito il piatto!
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