sabato 2 ottobre 2010

'E vicchiarielli.

Le loro fotografie sono suddivise su due distinti ripiani nello studiolo.
Due gruppi uno di fronte all'altro.
Come si conviene quando ci si riunisce in una stanza per fare conversazione.
Non però i signori da una parte con sigarette e liquori e le signore dall'altra a sorseggiare rosolio.
No. Tutti mischiati. Magari tra parenti, ma mischiati.
In verità tutti insieme non ci stavano, però messi così mi piace.
"'E vicchiarielli".
Il modo napoletano di esorcizzare.
Non si parte da molto lontano. I primi a far numero sono i genitori dei due nonni materni.
Seguono i nonni materni e paterni e, da quando tutto il gruppetto degli avi mi è stato affidato dalla mamma dopo che anche lei li ha raggiunti buona ultima tutti, anche i miei due genitori.
Mancano i due suoceri.
Ma di quelli fotografie incorniciate Anna non me ne ha affidate.
Non stanno mai soli perché nello studiolo trascorro un bel po' di tempo.
Lavoro e svago sono concentrati in quei dodici metri quadri.
A tutti nessuno escluso, sono affidate le sorti scolastiche dei due ragazzi che ci girano in casa.
La presenza di un lumino acceso per gruppo, consente loro di continuare a chiacchierare anche se è notte, e si sa che per chi ha passato il confine ogni occasione è buona per dar sfogo alle proprie lamentele, considerazioni, pensieri.
Importante per me è che la smettano di far caciara e si concentrino per bene quando per uno dei due virgulti si approssima un esame.
E credo davvero che ce la mettano tutta. Anche se ho avuto l'impressione che un paio di volte si siano distratti.
Forse chissà per pensare a che o a chi...
Per giustificarsi han detto che proprio non avrebbero potuto far di più. Che non è nei patti che si sostituiscano a chi deve far l'esame, e che se uno è tondo non può morir quadrato.
Questa frase mi ricorda qualcuno...
Sono andato via prima che iniziasse una sequela di motti, detti e frasi fatte.
La verità? Hanno fatto cilecca! Questo il parer mio.
Cose banali mai chieste.
Solo studio, problemi di lavoro, sicuramente un problema di salute.
Quest'ultimo mai per me.
E non lo dico per farmi bello. È perché io parto dal presupposto che io sono un osservato speciale d'ufficio.
Una specie di Obelix, quel fumetto che è caduto da piccolo nella pozione e non ne ha più bisogno.
Ecco, mi piace pensare così. 
 

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