domenica 26 settembre 2010

Dopo Mirabello. Pensieri.

A coloro che di sinistra, sento commentare di voler appoggiare Fini, e che questi par dire più cose di sinistra di quante non ne dica la sinistra stessa, voglio ricordare, se mai lo avessero dimenticato, che Fini è pur sempre un fascista: delfino di Giorgio Almirante; il lupo cambia il pelo ma non il vizio, e come un fascista che si rispetti manifesta chiare e inconfutabili contraddizioni.
Sicuramente Fini ha un suo personale progetto, che non è tanto quello del bene del paese - perché se così fosse, a sentirlo parlare non avrebbe appoggiato e non lo farebbe tutt'ora, questo governo - quanto piuttosto il raggiungimento di un suo tornaconto personale.
Magari quello di salire al Quirinale come padrone di casa.l
Mi domando: se lui ritiene che Berlusconi abbia fino ad oggi fatto approvare molte leggi ad personam, e se lui ritiene ingiustificati i di lui continui attacchi alla magistratura, mi domando come possa poi essere dell'avviso che vada comunque approvato il lodo Alfano che garantisce l'impunità al presidente del consiglio.
Se quello che ha dichiarato a Mirabello corrisponde al suo pensiero, e se è vero che i giudici eseguono in maniera corretta il loro lavoro e senza pregiudizi - anche se  per dare come sua abitudine un colpo al cerchio e uno alla botte, fa un breve cenno alla presenza tra costoro di frange politicizzate -  vuol dire che in Berlusconi qualcosa di poco chiaro lo intravede.
Qualcosa di anomalo in quella persona ci deve pur essere.
E questo per non voler citare le cose delle quali ha accusato la Lega: di fare cioè gli interessi esclusivi dei suoi propri elettori piuttosto che dell'Italia intera, tenendo sotto scacco il governo. Anzi: il capo del governo in persona.
Lo ha accusato, di difendere le piccole parrocchiette a discapito del resto del paese.
Bossi chiede all'Italia intera di pagare di tasca propria, le multe e i danni derivanti dalle truffaldinerie commesse da quello che considera il suo "zoccolo duro".
Bella la sua filosofia: a pagare pagano tutti, a incassare incassa solo lui. Lui o la moglie.
Bel modo di interpretare il federalismo!
E tutto questo perché Berlusconi non può opporre alcuna resistenza alle pretese di una specie di movimento secessionista che si è inventato un territorio che si fa fatica a reperire sulla cartina geografica.
E se anche lui ammette che Berlusconi ad altro non ha pensato in questi anni - sopratutto in questo disgraziatissimo periodo storico - che a far approvare leggi che gli consentano di non essere giudicato e, quando possibile di risultare non perseguibile addirittura perché prescritti i reati commessi - che altrimenti se non fosse colpevole, che motivo ci sarebbe di queste leggi che nessuno prima di lui si è mai sognato di proporre e far approvare? - perché dunque decidere di appoggiare il lodo?
Forse che in fondo in fondo l'Italia meriti di essere governata da un presidente del consiglio che più che a Montecitorio dovrebbe stare in galera?
Ma se questo decreto viene approvato, risultando applicabile a chiunque, ci rendiamo conto che dopo Berlusconi chiunque abbia carichi pendenti, abbia commesso reati e sia deciso a perpetrarne di nuovi, potrebbe, con la legge elettorale attuale, farsi eleggere in parlamento, diventare presidente del consiglio e quindi governare l'Italia? 
Ma davvero si vuole consegnare l'Italia al malaffare organizzato?
Io posso capire il mantenere fede alle promesse e alle premesse; capisco la lealtà e la fedeltà, ma questa è una banale e stupida giustificazione per restare incollati alle sedie.
Sarebbe dunque giustificata una moglie che vedendo il marito commettere un reato, per quanto grave o meno che sia, e solo per avergli promesso fedeltà nel giorno del matrimonio chiude gli occhi e fa finta di niente?
Oppure non sarebbe questa la ragione per considerare proprio il marito colui che ha rotto tra i due il patto di fedeltà reciprocamente commesso?
Ecco: Fini più che ammirazione o sorpresa, mi mette paura.
Paura che si stia scivolando in un baratro senza fine perché ormai non c'è più nulla che in Italia riesca a contrastare la smania di potere e il diffondersi della delinquenza dei colletti Bianchi. 

Dunque se quello che Fini ci racconta corrisponde davvero a ciò che pensa, quello che lui e gli altri chiamano "Patto di fedeltà con gli elettori" per giustificare la fiducia che comunque intenderanno manifestare a questo governo del malaffare, è una vergognosa, banale subdola scusa.
Il "Patto di fedeltà con gli elettori" verrebbe piuttosto rafforzato proprio dal riconoscere che questo governo e le sue decisioni non vanno più appoggiati.
È il PDL e Berlusconi in primis, a dover essere accusato di aver per davvero rotto il "Patto di fedeltà" con gli elettori.
Il rapporto di lealtà è nei confronti di chi ha creduto che questo governo avrebbe lavorato per il bene del paese, dei cittadini.
Qui invece si fa solo il bene di Berlusconi e dei suoi sodali, e con la scusa che bisogna salvaguardare la governabilità di quest'ultimo, si consentono benefici urbis et orbis.

Il "Patto di fedeltà con gli elettori" verrebbe rispettato non dando più l'appoggio a questa gente che quel patto ha tradito.
Ma è evidente che Fini e i suoi mirano ad altro, e tanto in alto da sopportare tutto il fango che gli viene spiaccicato in faccia senza alcuna dignità.
No, continuare in questo modo e con questo governo, non è una dimostrazione di serietà da parte di Fini.
Sopratutto dopo il suo discorso di Mirabello. 
Si, Fini e i suoi mi fanno paura; hanno avuto la possibilità di evitare all'Italia quel tracollo al quale Berlusconi la sta preparando.
Fini avrà tradito non solo il "Patto di fedeltà con gli elettori", ma l'Italia tutta consegnandola nelle mani di gente senza scrupoli che lo schiaccerà relegandolo nel dimenticatoio.
Fini si sta lentamente suicidando.
 

Nessun commento:

Posta un commento