giovedì 9 aprile 2015

I cento passi... si fermano a Pompei.






Credo sia d’’obbligo ringraziare pubblicamente Don Giovanni Russo per il contributo dato all’incontro di ieri sera con Giuseppe Impastato.
...anche se Giuseppe Impastato lo abbiamo "appena" intravisto...

Certo non loro la responsabilità della fiera delle vanità cui abbiamo assistito per circa un’ora, e l’irrisorio risultato ottenuto del fine proposto.

Eravamo lì tutti per ascoltare Giuseppe Impastato, che invece ha parlato quando ormai eravamo oltre le otto di sera: dopo circa due ore dall’inizio dell’incontro, e a pochi minuti dall’inizio della partita di calcio...!

Quando la stanchezza aveva ormai preso piede, e quando per molti si era reso necessario il rientro a casa.

Dicevo: “Fiera delle vanità”.
Come potrebbero definirsi quasi tutti gli interventi che hanno preceduto quello di Giuseppe Impastato se non momenti di pura vanità?

“Ti ringrazio per essere venuto!” “Ma grazie a te che mi hai invitato.”
Un grazie, il secondo, durato ben oltre il limite di una qualsiasi necessità...

"Noi ci ringraziamo a vicenda, e nel frattempo dico delle cose che non hanno alcun senso logico…. basta che impieghi del tempo per farmi notare…”

Molto inutile l’intervento del Dr. Cirillo presidente del Lions Club, ma sopratutto da interpretare e tradurre quello del presidente del Rotary.
Se dovessi sintetizzare cosa abbia detto quest’ultimo sarebbe molto difficile.
Il primo so che non ha detto nulla che possa restare nella memoria, ma vorrei sapere a che titolo e in quale contesto pensava di trovarsi il secondo parlando - leggendo in verità, e in maniera molto asettica - di illuminismo, a quale titolo abbia citato Aristotele e Platone enunciando paroloni che non sono riuscito a collegare con nulla che avesse un senso con il tema della trattazione.
Confesso anche la mia ignoranza: di alcuni termini non ne conoscevo il significato.
Mi è parso, il loro, un dir tanto per non dir nulla.

Moderatore a mio avviso inadatto è stato il sig. Amleto Frosi, responsabile dell’ALILACCO, associazione riconosciuta dal ministero degli interni e collaboratore di Libera, che svolge un’attività contro l’estorsione e l’usura.
Informazioni rilevate in internet.

Era al tavolo dei relatori lo scorso 19 gennaio 2015 quando a Pompei si è svolta la "conferenza stampa Osservatorio sulla legalità”.
Una conferenza stampa molto anomala: non mi è sembrata una conferenza, non ho individuato una stampa. 

In quel giorno l’ho apprezzato per il suo silenzio e per l’essersi defilato da qualsiasi coinvolgimento.

Ieri sera il suo ruolo di moderatore è stato un grande insuccesso: il caso, la "ragion di stato" o sua impreparazione?
No: non ha fatto una bella figura. Voglio sperare in un suo prossimo riscatto.
Le persone "in ciccia" mi stanno simpatiche... problemi di appartenenza, indubbiamente...

Insomma: a parte gli interventi del Giudice Nicola Russo e dell’avocato De Angelis, che hanno sottolineato delle serie realtà sociali e giuridiche, e reali problematiche alle quali alla fine si è capito non è poi tanto possibile porre rimedio, tutti gli interventi restanti potevano tranquillamente restare nei cassetti di coloro che sono intervenuti.

Dunque se fossi stato al posto di Amleto Frosi al tavolo avrei fatto sedere Impastato - al centro per confermare l'importanza della sua presenza - Russo e De Angelis, dando inizio all’incontro partendo dalla relazione di Impastato, che invece - posizionata quando ormai si era raggiunto il limite della stanchezza - ha lasciato il tempo che trovava.

Da lì il coinvolgere il pubblico, e sopratutto i numerosi ragazzi “costretti loro malgrado” a restare fino alla fine per rispetto di chi aveva collaborato alla realizzazione di questa manifestazione e in particolare di Don Giovanni Russo, sarebbe stata una cosa naturale sfociando in una effettiva e costruttiva partecipazione.

Bisognerebbe avere il coraggio di fare in modo che le associazioni patrocinatrici di queste manifestazioni compaiano solo con il nome sui manifesti e se presenti con un loro rappresentante, imporre che questo si esibisca in un veloce saluto con la mano  tacendo. 
In questo modo così rispondendo a un “grazie” collettivo.
Quando non si hanno cose da dire, meglio star zitti.
E da quel che si è visto, non tutti avevano cose da dire.

E bene avrebbero fatto il presidente dell’associazione avvocati di Torre Annunziata, il sindaco di Pompei, e un altro paio di persone dalla incerta identificazione, a limitarsi a un saluto concordato ed espresso da uno solo di loro.

“Grazie per questa occasione insperata che potrebbe accrescere le nostre conoscenze e darci insegnamenti per un comportamento corretto da assumere, finalizzante al bene comune. ora ascoltiamo quello che Giuseppe Impastato è venuto qui per raccontarci e proviamo a capire meglio tutti se c'è qualcosa da fare e come poterlo fare."

Ho apprezzato questa volta per il suo prezioso silenzio la D.ssa Padulosi, segretaria di questo incomprensibile Osservatorio sulla legalità.

Ha invece brillato ancora una volta per la sua incontenibile e irrefrenabile manifestazione di senilità il Dr. Diego Marmo che, in qualità di Presidente dell’osservatorio sulla legalità di Pompei, si è ancora una volta esibito in una molteplice performance sotto vari aspetti alle volte incomprensibile.

Suo l’esordio, sua la involontaria conclusione - non saprei quanto involontaria, perché sta sempre sul chi vive aspettando il momento opportuno per dire cose che spesso non hanno alcun riferimento allo specifico - quando uno degli ascoltatori che ha tenuto duro fino alla fine, ha fatto notare che probabilmente questo tipo di manifestazioni dovrebbero svolgersi in maniera diversa, modificando la scaletta degli interventi se non addirittura selezionare quali di essi accettare - limitandone in parte la durata - e quali no, per dare una effettiva importanza all'oggetto principale dell'incontro.

Rimandare l'intervento di Giuseppe Impastato alla fine, e dopo una serie di interventi/saluti di cui non si sentiva alcuna necessità o bisogno, altro non ha prodotto che un risultato inefficace e senza alcun senso logico.

L’intervento di Giuseppe Impastato è stato praticamente vanificato e svuotato della sua importanza e dei suoi contenuti proprio grazie a una moderazione sbagliata.

Il Dr. Marmo invece, capendo fischi per fiaschi, non ha mancato ancora una volta di far presente che “la situazione questa è, se la si vuole accettare per quella che è bene, altrimenti lui chiude e va via. Perché è anziano, è stanco, nessuno lo paga per quello che fa... e… e…. e….”

Ha anche sottolineato come la presenza dei pompeiani era praticamente nulla, che Pompei è un paese che è Patrimonio dell’Umanità ma che è poco apprezzato dagli stessi suoi abitanti che si disinteressano del loro stesso paese, che se non fosse stato per lui che ha invitato amici e conoscenti ben poche sarebbero stati ancora i partecipanti....

Io che scrivo di queste cose sono solo una persona che ha partecipato all'incontro e che vuole solo raccontare le sue impressioni.
Perché penso si possa crescere e migliorarsi ascoltando le voci di tutti: e questa è la mia che non è un giudizio ma solo il racconto di quel che gli è rimasto.
Non condivisibile, ma anzi in attesa di qualcosa che mi spieghi dove sbaglio e cosa non ho capito.

Da cittadino… da uomo della strada… mi viene da pensare che ci siano parecchie cose che probabilmente il Dr. Marmo dovrebbe “scoprire” forse con sua enorme meraviglia.
Ad esempio anche che Pompei non è un comune isolato e protetto da mura, in cui si entra muniti di permessi o di lasciapassare; dove chi ci vive ha una imprimatur di cittadino privilegiato.
Pompei è al centro di una serie di collegamenti che uniscono comuni vesuviani e dove la popolazione è diversificata e non sempre ha rispetto per sé stessa; figuriamoci per quella degli altri paesi circostanti.

Pompei è vituperata, offesa e avvilita dalla politica nazionale che evidentemente ha interessi speculativi di non poco conto.
Anche qui come per tanti altri posti.
Un po' come per tutti i centri del meridione, infine.

Pompei è anch'essa parte integrante di una entità politica centralmente gestita da persone "geneticamente modificate"; ho di recente letto a esempio, che per Luca Zaia, le rovine di Pompei sono "calcinacci"... a suo avviso "È una vergogna pensare di spendere 250 milioni per quei quattro sassi di Pompei".

Non mi è sembrato di leggere nessuna protesta a riguardo, ma alla fine potrei non essere aggiornato.
In uno stato così, quale interesse può esserci affinché le cose cambino?
Ma non solo per Pompei o i suoi cittadini. Per tutti!

P.S.: come mai, io che sono solito alleggerire i testi con l'inserimento di immagini, non ho proposto neanche una fotografia dell'incontro?
Solo per pura e miserabile vigliaccheria! Trattandosi di avvocati, magistrati, ex pubblici ministeri.... visto mai che sarei potuto incorrere in un qualche involontario reato di violazione della privacy.....?

sabato 4 aprile 2015

La corsa pasquale. Ricevuto da Lena e pubblicato su sua richiesta.

Domenica di Pasqua, Anno BCorse allora e andò da Simon Pietro (...)
Correvano insieme tutti e due...” - Gv 20,2-4


La corsa pasquale


E’ stato un giorno agitato, il primo giorno di resurrezione. 
Niente di decisamente nuovo si fa senza vincere la pigrizia e l’inerzia e niente è piu nuovo, in un mondo abituato alla morte, che la notizia della sua sconfitta! 

Maddalena corre dal secolpro vuoto da Pietro e Giovanni ed essi a loro volta corrono per confermare l’inaspettato. 
Quante altre corse in quel giorno ci raccontano i vangeli!, per culminare in quella dei discepoli di Emmaus, a sera inoltrata per raccontare che Gesù in persona era stato con loro, aveva spezzato il Pane con loro... 

Come è corso il sangue nelle loro vene quando Gesù si è presentato nella sala dove stavano senza bussare alla porta...!
       
La nostra vita è fatta di molte corse.  
Alcune di esse ci consumano: i mezzi..., il traffico..., le cose da fare..., i ritardi..., le ore che passano..., il lavoro o la sua mancanza...tutto sembra strapparci alla vita e farci aspirare alla tranquillità. 
Mai si è corso tanto nella storia del mondo. 

Ci sono poi le corse organizzate, le gare di atletica, di moto, di formula 1... 
Ma quanti scoprono la gioia di correre e camminare insieme. 
Quanti scoprono la luce e la gioia in una semplice passeggiata!

É cosi, Gesù ha cominciato a chiamare i discepoli per andare con Lui. Forse li voleva preparare alla corsa della Ressurrezione? 
La Pasqua di Gesù ci fa scomodare e “spantofolare” dalla routine e dalla pigrizia.
Toglie dalle nostre vene il “colesterolo cattivo” che impedisce il passaggio del sangue della vita buona e abbondante di Gesù. 

Senza la Pasqua diventiamo “obesi”, ci riempiamo di mille e una giustificazioni per rimanere al “calduccio” di una vita religiosa sempre misurata e appena sufficiente,  come in un libro contabile che presenteremo al Signore con il saldo, speriamo a nostro favore...

Ma la “Chiesa in uscita”, di cui tanto parla Papa Francesco si può paragonare al dinamismo che invita a mettere le scarpe comode e percorrere le strade della nostra vita (le solite e le nuove) con una presenza più fraterna e disponibile all’incontro con gli altri.
Ricordiamo le parole di S. Giovanni della Croce  che diceva: L'anima che cammina nell'amore non annoia gli altri né stanca sé stessa”.

La corsa che comincia nella Pasqua di Gesù si rinnova in ogni Pasqua. 
É obbligatorio inserisi in quel dinamismo in cui svillupiamo “muscoli e scheletro”, “polmoni e cuore” per crescere nell’immagine di Gesù e trasformare il mondo. 
Ognuno seguendo il suo ritmo... ci sono i velocisti e i maratoneti, i marciatori e i gran camminatori... la salvezza si vive nel movimento. 

La corsa pasquale che è cominciata quella mattina ha per meta la vita sorprendente del cielo!
    

In cerca della Parola

P. Vitor Gonçalves

Il mio augurio per una serena Pasqua!

Oggi è il sabato del quale c'è chi ricorda di quando già a metà mattinata si "scioglievano le campane" e aveva termine il periodo di silenzio e di meditazione per lasciare il posto a sentimenti di gioia intima da condividere con tutti, indipendentemente da condizione sociale, religione ed età.

Ora le campane si "sciolgono" la sera del sabato e il silenzio e la meditazione terminano invece con lo scoccare della mezzanotte del venerdì precedente. 

Termina tutto, alla mezzanotte del venerdì precedente. 
Anche il digiuno. Sopratutto quello della carne. 

Con le campane in genere si sciolgono anche i fioretti e le promesse a volte faticosamente mantenute, per tutto il periodo quaresimale. 

Domani sarà il giorno in cui celebreremo ancora una volta il miracolo della resurrezione!

Che dunque la gioia e la serenità ti possano essere sempre compagne nel corso del cammino quotidiano, e che la Santa giornata che ti stai approssimando a vivere e che vivrai, ti sia di sollievo nel sapere che non sarai mai solo.

Che tu possa trovare sempre conforto, sostegno e compagnia per tutti i momenti difficili che ti dovessero avere protagonista. 

Che tu possa godere pienamente nella gioia tutti i momenti di felicità, condividendoli con la famiglia e con chi ami. 

Che tu possa avere la ferma e convinta certezza di non poter venire mai abbandonato; dovunque e con chiunque tu sia. 

Che possa essere questa una Serena Pasqua nella gioia del Cristo Risorto per te e per tutti... 
…per chi ha fede e crede, e per chi non ne ha ed è convinto di non credere. Di non “poter” credere!

Che tu, io, tutti noi ci riesca  di essere esempio a tutti quelli che necessitano di un aiuto per giungere alla conversione.
Fosse pure nel loro ultimo istante di vita.





Immagini: Fonte Web - Google images.

venerdì 3 aprile 2015

Venerdi Santo. Una meditazione.



Capisco, lo so bene.
Ci sono  cose alle quali non ci si può sottrarre perché  da sempre si vuole siano l'emblema della Pasqua.
Ma la Pasqua non è il casatiello, non è la pastiera, non è l'agnello al forno con le patate o cos'altro.
 
Pasqua non è neanche la colomba o l'uovo e magari gigante, di cioccolato.
Pasqua non è la sagra della futilità, dello spreco, del commercio!

Ogni festività religiosa si riconduce a una tavola ben imbandita.
A un pranzo o  una cena ricca di vini, pietanze e dolci

Le donne andarono al sepolcro e trovarono la pietra rimossa.


Tornarono indietro per dirlo agli apostoli, e Pietro e Giovanni con gli occhi increduli e l’animo pieno di speranza e sorpresa - io li penso così - corsero per vedere con i loro occhi e tornarono a raccontare agli altri "quello che avevano visto".
O meglio: 'non visto'!
Non si sedettero a tavola, non prepararono da mangiare.

Nessuno accese il fuoco: ci è stato raccontato tutto il possibile, ci avrebbero raccontato anche questo.

Noi dai vangeli apprendiamo solo una parte delle cose che leggiamo.
Alcune le seguiamo alla lettera, altre le interpretiamo a modo nostro, altre ancora infine le accantoniamo perché le riteniamo anacronistiche. 

Secondo necessità e convenienza. Quella cristiana sembra essere una religione "elastica". Personalizzabile: ci sono quelli che pensano di potersi costruire il loro catechismo personale...

Si, certo che sono cattolico... No, non vado a messa la domenica... a che serve... a Natale e a Pasqua sì! Ci andiamo tutti quanti: per me è obbligatorio! 
Certo che ci siamo sposati in chiesa! 
I nostri figli? Ovvio che siano battezzati. 
Ma certo che hanno fatto la prima comunione. Guarda, ti ripeto... io sono cattolico... a modo mio ma lo sono!

Facciamo lo stesso nella vita normale… sì, si dovrebbe, però… siamo un po’ farisei in fondo all'anima… stabiliamo delle leggi, delle regole, però poi… vediamo che si può fare... magari c'è un cavillo...

Ha detto Don Giuseppe parroco a Pompei nella sua omelia di giovedì sera: “Noi siamo quelli del ‘Non ho tempo!’”

È vero… ma siamo anche quelli del “Ci penso dopo perché è ancora presto…" oppure "perché tanto ci sta tempo

E siamo anche quello dell’ “È vero, si dovrebbe… però…!
Il tempo e le regole vengono modificate secondo convenienza…
La stessa cosa facciamo con la legge, il codice della strada, i comandamenti… il Vangelo…
 
Rabbrividiamo quando leggiamo che i capi dei sacerdoti avevano imposto al popolo ben seicento regole! da rispettare alla lettera! pena l'essere cacciati dal tempio, lapidati... condannati a morte...!

E noi posteri allora, che da quei semplici dieci comandamenti  che presentano in maniera chiara, semplice, lineare tutti i principi fondamentali del vivere civile e quotidiano, che abbiamo elaborato una enorme quantità di leggi e di codici di tutti i tipi seguiti da migliaia di pagine di carta che le spiegano e che danno le istruzioni sul come disattenderle senza correre rischi, quale reazione dovremmo produrre...?

Non sarebbe stato ben sufficiente rispettare - far rispettare! - alla lettera - quei dieci punti che si  imparano a memoria sin da bambini durante il corso di catechismo?

Nella domenica di Pasqua abbiamo trasformato l'ultima cena nel primo pasto!

Le nostre tradizioni ci insegnano che la festa, qualsiasi festa, deve  avere il suo culmine con un pranzo o una cena.

Il matrimonio, il battesimo, la prima comunione: il cibo deve abbondare sulla tavola!
Anzi, deve restare nei piatti e nei vassoi!
Deve tornare indietro nelle cucine!

Si dice da queste parti che "’o magnà ce l'avimma mená per faccia! S'adda jettá!"
Perché altrimenti cosa penseranno gli altri di noi!
Fa niente se dal giorno dopo in poi l’ultimo pensiero sarà per il significato della cerimonia del giorno prima.

Ah! Io il matrimonio lo devo fare in chiesa, e con l’abito bianco! Il velo... deve essere lunghissimo!
Abbiamo anche deciso che i nostri due figli faranno da paggetti... saranno accanto a noi sull’altare!

Perché è l'opulenza che testimonia il grado di appartenenza alla società.
Il significato religioso scompare del tutto. Anche la morale... è troppo anacronistica...

...il battesimo quando arriva la prole…
No, noi aspettiamo ancora… è troppo piccirillo… po’ se mette a chiagnere int’ a chiesa, da' fastidio.., al ristorante nun ce fa stare cujeti… aspettammo ‘natu ppoco… ca se fa cchiù gruossiciello... accusì  s’addiverte pur’isso! Avimma fa' 'na granda festa! 'na granda magnata!

Poi arriva il giorno della prima comunione...

Ah...! Quel giorno mia figlia deve essere vestita come una sposa!
No, non ce la faccio fare da Don Fulgenzio! 
Figurati...! a quella povera ragazza ci vuole far mettere il saio… dice che i bambini devono essere tutti uguali!
È pazzo! ‘A figlia mia adda essere 'na principessa! Adda parè comme a na sposa! Mia figlia nun può essere uguale a nessuna!
Me so’ già miso d’accordo co’ parrucchiano abbascio ‘a marina!
Po’ ce ne jammo ‘ncoppa ‘a custiera! Viglio magnà c‘o mare ‘n faccia!

...e così abbiamo trasformato in festa anche la festività, la ricorrenza religiosa.

Oggi, giorno di pentimento, di meditazione, di contrizione sarà quello della "preparazione" per il pranzo di domani, sabato anch'esso definito 'Santo', e che viene considerato come un giorno di "transizione", quello dell' "ormai ci siamo!" del "domani finalmente è Pasqua!"
Ma sopratutto per quello di domenica! Il giorno fatale!

Tengo già tutto pronto!
Devo solo riscaldare il brodo di carne… l’ho fatto con l’osso… e che c’è voluto per averlo… la minestra di verdura!
Ci ho messo dentro tutte quelle che servono, il prosciutto crudo a dadini, il parmigiano... grattugiato e a pezzi.... certo, il parmigiano… ma sì! quello reggiano! Per queste cose il grana non si usa… è un formaggio povero!

Il capretto con le patate pure è fatto! Devo solo infornarlo per riscaldarlo.
Il casatiello che è rimasto da ieri lo mettiamo pure a tavola che i ragazzi sicuramente un pezzo se lo mangiano…. il casatiello che faccio io... con rispetto parlando, po' gghì in faccia ‘o rre!


La pastiera la apriamo oggi... altro che Caflìsh!, e per chi la vuole abbiamo comprato la colomba... però quella al cioccolato con la crema al limone dentro… che quella normale poi resta perché non se la mangia nessuno…

Le uova pure... certo! Eh, sono stato bravo: ho aspettato l'ultimo momento perché così le ho pagate quattro soldi!

Speriamo però che il prete non la faccia tanto lunga con la predica che non me la fido proprio di starlo a sentire… tanto dice sempre le stesse cosa…
…e finisce che resto pure in piedi… come sempre ci sarà una folla di pazzi in chiesa, perché a Pasqua tutti poi si ricordano di andare in chiesa... non c'è niente da fare... ad arrivare in orario io non ci riesco proprio... e sopratutto la domenica di Pasqua... che ci stanno un sacco di cose da fare...!

Che poi... dico io... ci sta gente che la messa non se la sente mai, non va mai la domenica in chiesa... proprio a Pasqua ci deve andare!

E a che ti serve, dico io...? A che ti vale...? Io invece ci vado tutte le domeniche…
…salto solo qualche volta perché o faccio proprio tardi-tardi  perché devo pure cucinare…? o non mi sono svegliato a tempo… io poi non è che non c’ho niente da fare… io lavoro…! ...poi la casa, la spesa, la cucina… una notizia al telegiornale me la devo pure sentire o devo restare ciuccio come tanta gente che neanche il giornale si legge….?!
 
E comunque io la bottiglietta mia per l'acqua santa me la porto da casa... metti che questa volta il parroco non l'ha preparata... oppure come l'anno scorso era una cosa piccola con quattro gocce dentro....! Ah no: io me l'aggia mena' 'ncuollo per tutte le parti!
Maggia fa una bella benedizione!

Oggi ci dobbiamo fare pure la comunione…!
…a confessare? Noooo! E chi ci ha avuto il tempo! 
Io ci volevo andare...! ieri sera... ma poi ho dovuto infornare la pastiera...! 
Ma tanto io di peccati gravi non ne faccio… basta un atto di dolore e sto a posto… il Padreterno lo sa la vita che faccio...! Una vita di sacrifici!

Saranno affollati i supermercati, le macellerie…

Annibale mi raccomando il capretto! Non me lo date tutt’ossa come l’anno scorso ca nun ce  magnammo niente, e poi non mi mettete dentro tutte le interiora che non se le mangia nessuno! Fernesce ca ‘e gghittammo inta ‘a munnezza!

Io il sartù per lunedì lo faccio coi fegatini di pollo, mica con quelli di agnello!
Nun me facite fa ‘na figura e niente ca  vene pure mia suocera a pranzo… ca chella chesto va truvanno! A scusa pe’ criticà  comme cucino…!

Ah perché… guarda… per me se non c'è il capretto non è Pasqua!
Come se a carnevale non ci fosse la lasagna… e che carnevale può essere senza lasagna…
Per me il capretto è la prima cosa… senza capretto che Pasqua può mai essere…  ma… vedi… non è nemmeno tanto per me… è per i ragazzi! 
E poi… devo dire la verità… mio padre ci teneva tantissimo che a Pasqua ci fosse il capretto…! mi ricordo che mia mamma se lo andava a prenotare almeno una settimana prima… come la ricotta asciutta per la pastiera… non quella romana perché è fatta con il latte di pecora… io ci metto quella normale… come si dice…? ecco sì, di vaccina… ma asciutta però...

...ma sì… e che c’entra che mio padre sono sette anni che è morto… io lo faccio per rispetto suo... è una tradizione di famiglia... lo faccio per lui che se fosse per me…!

Mi chiedo cosa c'entriamo noi con il mangiare il capretto o l'agnello nel giorno della domenica di resurrezione.

L'agnello è parte di una tradizione che non ci appartiene.
Eppure sarà ancora una volta una strage….!

Quando si tratta di mangiare... tutte le tradizioni sonno buone.

La domenica di Pasqua dovrebbe essere forse il giorno del vero digiuno perché è quello in cui meditare e ringraziare il Signore per averci indicato la via della salvezza. La strada da seguire per non ritrovarci soli ancora oggi in una attesa senza speranza.

La nostra Pasqua invece riporta nel Tempio del Signore i mercanti, i cambiavalute  e i venditori di colombe.
Ne rifacciamo quel covo di ladri che scatenò l'ira di Gesù!

Che oggi, giorno in cui il pensiero va a quel venerdi di quasi duemila anni fa, non sia quello in cui penseremo al Cristo Crocifisso solo durante la Via Crucis del pomeriggio o nel corso di quella della sera.

Magari solo quella trasmessa in televisione mentre i fornelli sono accesi e la tavola è ben imbandita, seppur di magro…

Il pensiero al Cristo Crocifisso sia un pensiero costante nel corso di tutta la giornata. Anche mentre stiamo preparando la pastiera o il casatiello.

Che questo giorno sia per tutti un giorno di preparazione alla confermazione della nostra santificazione in arrivo, meditando sul prezzo pagato da chi si è immolato per essa.


Immagini: fonte Web - Google images.