Credo sia d’’obbligo ringraziare pubblicamente Don Giovanni Russo per il contributo dato all’incontro di ieri sera con Giuseppe Impastato.
...anche se Giuseppe Impastato lo abbiamo "appena" intravisto...
Certo non loro la responsabilità della fiera delle vanità cui abbiamo assistito per circa un’ora, e l’irrisorio risultato ottenuto del fine proposto.
Eravamo lì tutti per ascoltare Giuseppe Impastato, che invece ha parlato quando ormai eravamo oltre le otto di sera: dopo circa due ore dall’inizio dell’incontro, e a pochi minuti dall’inizio della partita di calcio...!
Quando la stanchezza aveva ormai preso piede, e quando per molti si era reso necessario il rientro a casa.
Dicevo: “Fiera delle vanità”.
Come potrebbero definirsi quasi tutti gli interventi che hanno preceduto quello di Giuseppe Impastato se non momenti di pura vanità?
“Ti ringrazio per essere venuto!” “Ma grazie a te che mi hai invitato.”
Un grazie, il secondo, durato ben oltre il limite di una qualsiasi necessità...
"Noi ci ringraziamo a vicenda, e nel frattempo dico delle cose che non hanno alcun senso logico…. basta che impieghi del tempo per farmi notare…”
Molto inutile l’intervento del Dr. Cirillo presidente del Lions Club, ma sopratutto da interpretare e tradurre quello del presidente del Rotary.
Se dovessi sintetizzare cosa abbia detto quest’ultimo sarebbe molto difficile.
Il primo so che non ha detto nulla che possa restare nella memoria, ma vorrei sapere a che titolo e in quale contesto pensava di trovarsi il secondo parlando - leggendo in verità, e in maniera molto asettica - di illuminismo, a quale titolo abbia citato Aristotele e Platone enunciando paroloni che non sono riuscito a collegare con nulla che avesse un senso con il tema della trattazione.
Confesso anche la mia ignoranza: di alcuni termini non ne conoscevo il significato.
Mi è parso, il loro, un dir tanto per non dir nulla.
Moderatore a mio avviso inadatto è stato il sig. Amleto Frosi, responsabile dell’ALILACCO, associazione riconosciuta dal ministero degli interni e collaboratore di Libera, che svolge un’attività contro l’estorsione e l’usura.
Informazioni rilevate in internet.
Era al tavolo dei relatori lo scorso 19 gennaio 2015 quando a Pompei si è svolta la "conferenza stampa Osservatorio sulla legalità”.
Una conferenza stampa molto anomala: non mi è sembrata una conferenza, non ho individuato una stampa.
In quel giorno l’ho apprezzato per il suo silenzio e per l’essersi defilato da qualsiasi coinvolgimento.
Ieri sera il suo ruolo di moderatore è stato un grande insuccesso: il caso, la "ragion di stato" o sua impreparazione?
No: non ha fatto una bella figura. Voglio sperare in un suo prossimo riscatto.
Le persone "in ciccia" mi stanno simpatiche... problemi di appartenenza, indubbiamente...
Insomma: a parte gli interventi del Giudice Nicola Russo e dell’avocato De Angelis, che hanno sottolineato delle serie realtà sociali e giuridiche, e reali problematiche alle quali alla fine si è capito non è poi tanto possibile porre rimedio, tutti gli interventi restanti potevano tranquillamente restare nei cassetti di coloro che sono intervenuti.
Dunque se fossi stato al posto di Amleto Frosi al tavolo avrei fatto sedere Impastato - al centro per confermare l'importanza della sua presenza - Russo e De Angelis, dando inizio all’incontro partendo dalla relazione di Impastato, che invece - posizionata quando ormai si era raggiunto il limite della stanchezza - ha lasciato il tempo che trovava.
Da lì il coinvolgere il pubblico, e sopratutto i numerosi ragazzi “costretti loro malgrado” a restare fino alla fine per rispetto di chi aveva collaborato alla realizzazione di questa manifestazione e in particolare di Don Giovanni Russo, sarebbe stata una cosa naturale sfociando in una effettiva e costruttiva partecipazione.
Bisognerebbe avere il coraggio di fare in modo che le associazioni patrocinatrici di queste manifestazioni compaiano solo con il nome sui manifesti e se presenti con un loro rappresentante, imporre che questo si esibisca in un veloce saluto con la mano tacendo.
In questo modo così rispondendo a un “grazie” collettivo.
Quando non si hanno cose da dire, meglio star zitti.
E da quel che si è visto, non tutti avevano cose da dire.
E bene avrebbero fatto il presidente dell’associazione avvocati di Torre Annunziata, il sindaco di Pompei, e un altro paio di persone dalla incerta identificazione, a limitarsi a un saluto concordato ed espresso da uno solo di loro.
“Grazie per questa occasione insperata che potrebbe accrescere le nostre conoscenze e darci insegnamenti per un comportamento corretto da assumere, finalizzante al bene comune. ora ascoltiamo quello che Giuseppe Impastato è venuto qui per raccontarci e proviamo a capire meglio tutti se c'è qualcosa da fare e come poterlo fare."
Ho apprezzato questa volta per il suo prezioso silenzio la D.ssa Padulosi, segretaria di questo incomprensibile Osservatorio sulla legalità.
Ha invece brillato ancora una volta per la sua incontenibile e irrefrenabile manifestazione di senilità il Dr. Diego Marmo che, in qualità di Presidente dell’osservatorio sulla legalità di Pompei, si è ancora una volta esibito in una molteplice performance sotto vari aspetti alle volte incomprensibile.
Suo l’esordio, sua la involontaria conclusione - non saprei quanto involontaria, perché sta sempre sul chi vive aspettando il momento opportuno per dire cose che spesso non hanno alcun riferimento allo specifico - quando uno degli ascoltatori che ha tenuto duro fino alla fine, ha fatto notare che probabilmente questo tipo di manifestazioni dovrebbero svolgersi in maniera diversa, modificando la scaletta degli interventi se non addirittura selezionare quali di essi accettare - limitandone in parte la durata - e quali no, per dare una effettiva importanza all'oggetto principale dell'incontro.
Rimandare l'intervento di Giuseppe Impastato alla fine, e dopo una serie di interventi/saluti di cui non si sentiva alcuna necessità o bisogno, altro non ha prodotto che un risultato inefficace e senza alcun senso logico.
L’intervento di Giuseppe Impastato è stato praticamente vanificato e svuotato della sua importanza e dei suoi contenuti proprio grazie a una moderazione sbagliata.
Il Dr. Marmo invece, capendo fischi per fiaschi, non ha mancato ancora una volta di far presente che “la situazione questa è, se la si vuole accettare per quella che è bene, altrimenti lui chiude e va via. Perché è anziano, è stanco, nessuno lo paga per quello che fa... e… e…. e….”
Ha anche sottolineato come la presenza dei pompeiani era praticamente nulla, che Pompei è un paese che è Patrimonio dell’Umanità ma che è poco apprezzato dagli stessi suoi abitanti che si disinteressano del loro stesso paese, che se non fosse stato per lui che ha invitato amici e conoscenti ben poche sarebbero stati ancora i partecipanti....
Io che scrivo di queste cose sono solo una persona che ha partecipato all'incontro e che vuole solo raccontare le sue impressioni.
Perché penso si possa crescere e migliorarsi ascoltando le voci di tutti: e questa è la mia che non è un giudizio ma solo il racconto di quel che gli è rimasto.
Non condivisibile, ma anzi in attesa di qualcosa che mi spieghi dove sbaglio e cosa non ho capito.
Da cittadino… da uomo della strada… mi viene da pensare che ci siano parecchie cose che probabilmente il Dr. Marmo dovrebbe “scoprire” forse con sua enorme meraviglia.
Ad esempio anche che Pompei non è un comune isolato e protetto da mura, in cui si entra muniti di permessi o di lasciapassare; dove chi ci vive ha una imprimatur di cittadino privilegiato.
Pompei è al centro di una serie di collegamenti che uniscono comuni vesuviani e dove la popolazione è diversificata e non sempre ha rispetto per sé stessa; figuriamoci per quella degli altri paesi circostanti.
Pompei è vituperata, offesa e avvilita dalla politica nazionale che evidentemente ha interessi speculativi di non poco conto.
Anche qui come per tanti altri posti.
Un po' come per tutti i centri del meridione, infine.
Pompei è anch'essa parte integrante di una entità politica centralmente gestita da persone "geneticamente modificate"; ho di recente letto a esempio, che per Luca Zaia, le rovine di Pompei sono "calcinacci"... a suo avviso "È una vergogna pensare di spendere 250 milioni per quei quattro sassi di Pompei".
Non mi è sembrato di leggere nessuna protesta a riguardo, ma alla fine potrei non essere aggiornato.
In uno stato così, quale interesse può esserci affinché le cose cambino?
Ma non solo per Pompei o i suoi cittadini. Per tutti!
P.S.: come mai, io che sono solito alleggerire i testi con l'inserimento di immagini, non ho proposto neanche una fotografia dell'incontro?
Solo per pura e miserabile vigliaccheria! Trattandosi di avvocati, magistrati, ex pubblici ministeri.... visto mai che sarei potuto incorrere in un qualche involontario reato di violazione della privacy.....?