venerdì 30 gennaio 2015

Ma davvero gli abitanti del comune di Pompei sono tutti, ma proprio tutti tutti “Charlie”?

Bah!

Davvero singolare la scelta del consiglio comunale di Pompei di apporre sulla facciata della casa comunale, cioè la ex dimora del Beato Bartolo Longo che sorge tra l’altro proprio di fronte al Santuario della Madonna di Pompei, uno striscione con la scritta

“SIAMO TUTTI CHARLIE”

Sopra la scritta il simbolo e lo stemma del comune.

In questo modo facendosi interpreti di un sentimento che include tutti i cittadini residenti nel comune, nessuno escluso: tutta la popolazione, senza tenere in conto chi “Charlie” non ritiene di esserlo, non ha mai avuto l’intenzione di esserlo, anzi: ha provato un senso di vergogna e ribrezzo venendo a conoscenza di quanto da questo viene pubblicato.

Inoltre non è stato neanche tenuto conto della indelicatezza - insulsaggine, violenza vorrei quasi dire - manifestata e praticata nei confronti della Chiesa: Charlie Hebdo è un giornale blasfemo e sacrilego, che ha pubblicato vignette sacrileghe su tutti gli aspetti e le immagini della religione cristiana non tralasciando il Papa e la Santissima Trinità, offendendo in questo modo anche tutti coloro che sono religiosi di fede cristiana.
Praticanti assidui, sistematici, episodici o meno che siano.

Devo dire che oltre a essere una manifestazione di vera sconcezza, procura sicuramente fastidio vedere quello striscione dando l’idea di una intelligenza diversa da parte dei componenti la giunta che mostrano di non conoscere i contenuti di questa pubblicazione.
Io credo, ma potrei sbagliarmi anche se non sono sicuro di essere in errore, che non abbiamo mai neanche avuto una benché minima conoscenza della sua esistenza.



Sarebbe opportuno togliere via quella sconcezza.
Anche contro l'Italia hanno "satirizzato" e questa immagine ne è un esempio.
Ora io capisco che proprio a Pompei possa valere il principio del "porgere l'altra guancia", ma questa credo che sia davvero un'altra cosa.....!



Immagini: la prima da archivio personale, la seconda fonte Web - Google Images.

giovedì 22 gennaio 2015

Pompei e la legalità: ma a che serve questo Osservatorio, se non si guarda in casa?

Proprio come scrivevo nel mio post di ieri: Pompei e la legalità non sono molto in sintonia.
Nè mai lo saranno se l'Osservatorio che vede come presidente il Dr. Diego Marmo e la D.ssa Maria Padulosi continuano a confondere il significato di "Illegale".

L'articolo riportato da Il Mattino di Napoli 

Gestione del cimitero di Pompei: arrestato l'ex sindaco D'Alessio


ne è la controprova: se si vuole scoprire cosa ci sia di illegale in questo comune sarà meglio guardare "in casa" ed evitare di chiedere collaborazioni a chi con quella illegalità potrebbe essere in affari o in stretto contatto.

Non sarebbe forse meglio e preferibile togliere tutto da mezzo e lasciar perdere, piuttosto che finire con il fare una figuraccia?

A parte la totale nullità in contenuti, premesse e progetti della "conferenza stampa" di lunedì 19 Gennaio 2015, ho motivo di pensare che le premesse non siano delle migliori, e che anche il Sindaco Nando Uliano avendo ben presto altro a cui pensare, sarà ben poco interessato a gestire segnalazioni a riguardo di chi ascolta radio o televisione a un troppo alto volume, a chi non raccoglie le deiezioni dei cani per strada, a chi regala biglietti del teatro omaggio negando ad altri la possibilità di comprare proprio quei biglietti, alla biblioteca della quale quasi nessun cittadino cede notizie, oppure ai "chiammisti" termine che mi era totalmente sconosciuto e che identifica coloro che richiamano l'attenzione di chi arrivando a Pompei uscendo dall'autostrada potrebbero aver bisogno di reperire un parcheggio per l'auto o un ristorante per la colazione... etc... etc...

Non ho capito bene neanche quale sia l'illegalità commessa dai "chiammisti" o dai loro datori di lavoro.... io penso che facciano il mestiere per il quale sono pagati: acquisire clienti.
Come qualsiasi altro procacciatore d'affari.

Alla base c'è un comportamento contro la legge, da parte dei datori di lavoro?
Immagino che se fosse così l'autorità abbia gli strumenti per verificare e sanzionare.
Se non lo fa chi ne è responsabile commette una illegalità.

Dr. Marmo? Presidente? Segretario?: svegliatevi! datevi una mossa o chiudete baracca, che è meglio!
L'avvocato ha altro sicuramente di più importante e remunerativo cui pensare, come ha detto.
Il Presidente è in pensione ed è nonno: come vedete avete già degli impegni, chi ve lo fa fare di perdere tempo?


mercoledì 21 gennaio 2015

"Io sono Charlie"? No: io non sono nè sarò mai Charlie.

Copio da Wikipedia la voce “Charlie Ebsdo”:

Charlie Hebdo è un periodico settimanale satirico francese dallo spirito caustico e irriverente.
L'azione di critica è rivolta in primis alla difesa delle libertà individuali, civili e collettive, com'è difeso il diritto alla libertà d'espressione a partire dal proprio interno: non è infatti raro che i differenti redattori si siano trovati in disaccordo su temi più o meno importanti, per esempio in occasione del Referendum sulla Costituzione Europea.

Dissento fortemente a proposito di “spirito caustico e irriverente”.
Forse irriverente quando tratta argomenti di carattere politico, anche se non mi sento di poter giudicare su questo punto, sicuramente blasfemo quando si occupa di argomenti di carattere religioso, “tutte le religioni” intendo e i loro rappresentanti e fedeli.

Non conosco quel giornale, mai sfogliato e nemmeno letto.
Non ne conoscevo neanche l'esistenza.
Confesso: non mi interessa farlo.

Ho però visto le immagini delle copertine e se quel che ho visto è l'anteprima del contenuto, non mi viene affatto da pensare alla satira ma all'offesa gratuita; non credo si abbia diritto a parlare di libertà di stampa ma a libertà di violenza a mezzo stampa.

Sempre da Wikipedia riprendo a ricopiare a proposito dei fatti recenti:
Il 7 gennaio 2015, attorno alle ore 11.30, un commando di tre uomini armati con fucili d'assalto kalashnikov (uno dei quali alla guida di un'auto pronta per la fuga) ha attaccato la sede del giornale durante la riunione settimanale di redazione. Dodici i morti, tra i quali il direttore Stéphane Charbonnier, detto Charb, e diversi collaboratori storici del periodico (Cabu, Tignous, Georges Wolinski, Honoré), due poliziotti e numerosi feriti. Pochi istanti prima dell'attacco, il settimanale satirico aveva pubblicato sul proprio profilo Twitter una vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato Islamico. Dopo l'attentato il commando, che durante l'azione ha gridato frasi inneggianti ad Allah e alla punizione del periodico Charlie Hebdo, è fuggito. Nei giorni successivi, durante la caccia ai criminali, sono morte altre otto persone, una poliziotta e quattro ostaggi colpiti dal fuoco dei terroristi islamici ed i 3 attentatori colpiti dalla gendarmeria francese.
Si è trattato del più grave attentato terroristico in Francia dal 1961.
In seguito agli attentati è tornato ad uscire in edicola il 14 gennaio con il numero 1.178 con una tiratura di 5 milioni di copie e in 16 lingue uscendo in Italia allegato assieme a Il Fatto Quotidiano dove ha subito esaurito le 268 mila copie destinate all'Italia.

Dopo quell’evento è stata una generale unica manifestazione di popolazioni che per farsi ritenere vicine alle vittime e ai loro familiari, hanno sbandierato striscioni, bandiere, magliette con sopra scritto “Io sono Charlie”.

No, non mi viene proprio da dire anch'io "Io sono Charlie".

Nemmeno ho pensato di approvvigionarmi della copia del 14 Gennaio de Il Fatto Quotidiano con allegata l’ultima copia del giornale: non mi interessava assolutamente andare oltre quanto già ho avuto modo di vedere e capire.

Google Immages propone le copertine del settimanale: non saprei come etichettarle.
Definirle offensive o di cattivo gusto sarebbe riduttivo e non darebbe l’idea della sensazione che possa provocare la loro visione.

Nella mia ingenuità non credevo si potesse arrivare a tanto.
Verrebbe da pensare che se la son cercata, se la sono voluta e quel che è accaduto è stata probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
So che non è cristiano pensare questo, ma intanto come esprimere diversamente il mio pensiero dopo quanto visto e letto?

No, “Io NON sono e non potrei mai essere Charlie”!
Le ragioni sono logiche e inequivocabili, e credo che l'essere "Charlie" sia una manifestazione di immotivato qualunquismo.

Quel modo strano in cui si sale sul carro dei partecipanti a manifestazione conclusa per far sapere a tutti che "c'ero anche io".
Solo che non si era lì, e non si saprebbe neanche ben dire a che cosa si è partecipato.

Non ritengo che il problema sia da rilevarsi nell'ambito della libertà di stampa, o meglio ancora nella libertà di satira.
No: non credo proprio che libertà di satira o di stampa corrisponda a quello che viene pubblicato su quel settimanale.

A tutto c'è un limite e libertà di stampa o di satira non vuol significare libertà di offesa dei sentimenti o delle convinzioni degli altri.
Neanche è una giustificazione il dire che nessun personaggio è stato mai escluso: anche il Papa cristiano e la religione cattolica e dunque i cattolici tutti.

Quindi nessuno ne può o ne deve essere escluso, per questo?
Un banalissimo "mal comune mezzo gaudio"? 

Presunzione e arroganza?
Si, e anche violenza spicciola e immotivata.
Le parole, e quelle scritte ancor più che quelle verbali, feriscono e uccidono.
La parola, che sia parlata o scritta oppure anche un disegno... sono armi vere e proprie che creano danni anche irreparabili!

Perché meravigliarsi dunque se a chi ha ferito e cercato di uccidere con le “armi della carta” qualcuno ha deciso di rispondere con le armi reali?
Alle parole e ai disegni ha risposto con i proiettili? 

Quale dunque la differenza? La carta è solo virtualmente innocua: spesso, e questo potrebbe essere stato il caso, diventa una bomba che scoppia tra le mani di chi la lancia.
La violenza non è mai giustificata e giustificabile: qualunque essa sia, da chiunque venga perpetrata - e penso ai cosiddetti "portatori di pace" o "esportatori della democrazia", beffe che si uniscono ai danni! - e con qualunque mezzo venga effettuata: pistola, mitra, bomba, pugnale, matita.

Quella che ho visto e che ha causato la strage dello scorso sette gennaio non è satira.

La satira è una cosa, la mancanza di rispetto è un'altra.
Un'altra cosa ancora è l'essere o meno intelligenti o superficiali nell'affrontare determinati argomenti, sopratutto quando si decide di denigrare, perché spesso si fa passare per satira la denigrazione pura e gratuita, sentimenti che possano essere causa di reazioni violente, incontrollate o incontrollabili.

Mi aiuto ancora con Wikipedia:

satira
 (dal latino satura lanuxi) (il vassoio riempito di offerte agli dei) è un genere della letteratura e di altre arti caratterizzata dall'attenzione critica alla politica e alla società, mostrandone le contraddizioni e promuovendo il cambiamento. Sin dall'Antica Grecia la satira è sempre stata fortemente politica, occupandosi degli eventi di stretta attualità per la città (la polis), ed avendo una notevole influenza sull'opinione pubblica ateniese, proprio a ridosso delle elezioni. Per questo motivo è sempre stata soggetta a violenti attacchi da parte dei potenti dell'epoca, come nel caso del demagogo Cleone contro il poeta comico Aristofane.
Per Giorgio Forattini, la satira è una grande dimostrazione, la più alta espressione, di libertà e di democrazia. Secondo Dario Fo la satira è una forma libera e assoluta del teatro; Daniele Luttazzi la definisce «un punto di vista e un po' di memoria». Questo, assieme ai temi rilevanti che affronta, la distingue dalla comicità e dallo sfottò (la presa in giro bonaria), nei quali l'autore non ricorda fatti rilevanti e non propone un punto di vista ma fa solo del "colore".>
Conan Doyle fa dire a Sherlock Holmes che in un omicidio la responsabilità maggiore non è dell'assassino ma dell'assassinato, perché quest'ultimo ha creato le condizioni favorevoli acchè quell'omicidio possa essere stato perpetrato.
Una esasperazione forse, ma molto certamente veritiera sì.

Dunque tutti deprechiamo senz'altro quanto accaduto perché dinanzi alla morte non si può restare indifferenti, ma siamo proprio sicuri che la colpa sia proprio solo degli uomini del commando che hanno sparato o non sia maggiormente dei giornalisti che la reazione di quel commando hanno provocato?
Io personalmente credo che sia proprio così.

La "religione", qualunque essa sia, non può essere oggetto di una satira.
Magari il comportamento poco attinente alla religione professata da parte di una determinata persona questo ci sta, ma non la religione in quanto tale.
Non quindi coinvolgendo tutti coloro che in quella religione credono e la praticano.

Potrebbe esere oggetto di satira colui che "mal razzola” "bene predicando", ma non l'oggetto della predicazione.
Non coloro ai quali a quella predicazione credono e prestano fede.

Non c'è giustificazione per nessuno dei due gruppi: stupido l'uno, violento e reazionario l'altro.

Se hanno sempre avuto vita facile con chi è tollerante e poco si è curato di loro, hanno toccato i sentimenti e il credo di chi tollerante non lo è mai stato, e che altro non cerca che  l'occasione giusta per dimostrarlo.

Quei signori poco accorti hanno dato vita a una situazione di crisi che coinvolge non solo la cerchia ristretta della loro redazione.
Hanno dato una scossa violenta a una montagna in smottamento che cadendo potrebbe coinvolgere molto più che una semplice e banale redazione di qualunquisti.

Non c’è motivo per il quale tutti possono o devono accettare tutto passivamente.
Libertà sì, ma senza violare quella degli altri: e troppo spesso chi si ritiene un giornalista vìola le altrui libertà con sciocche, banali e non giustificabili motivazioni.
Occorre una grande capacità di discernimento e una grande intelligenza per comprendere quali siano i limiti della propria e delle altrui libertà.

Essere giornalisti non vuol dire avere diritto a fare, dire, scrivere, disegnare quel che si vuole!

Non c'è nulla di più violento che la mancanza di rispetto per le idee e le convinzioni altrui.
Sempre più spesso ci si dimentica che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria: quello che è accaduto era inevitabile e da attendersi.

Mi spiace vedere quante siano le persone che ritengono di doversi riconoscere in “Charlie”: come se il numero debba poter spaventare, laddovve per i fondamentalisti è proprio il numero che crea esaltazione! Orgoglio per quel che si è fatto.
Come dire: piatto ricco, mi ci ficco! Più ne sono più ne ammazzo contemporaneamente e tutti insieme!

Mi danno una triste immagine di alighieriana memoria "Come le pecorelle escon del chiuso - a una, a due, a tre, e l'altre stanno  - timidette atterrando l'occhio e 'l muso; - e ciò che fa la prima, e l'altre fanno...".

Perché l’uomo è un po’ abbastanza pecora.... lo ha dimostrato e continua a dimostrarlo ancora oggi... un po' in tutto il mondo e sopratutto in questa nazione politicamente chiamata Italia che si ritiene unita soltanto nelle insulsaggini e nelle banalità.

No: io non sono nè sarò mai Charlie.   


Immagini: fonte Web - Google Images

Pompei 19 gennaio 2015: conferenza stampa presso la sala consiliare "Osservatorio sulla legalità". Quel che ha capito l'"uomo della strada"!

Presidente è il contestatissimo il giorno della sua nomina in un primo momento ad assessore alla Legalità nell'ambito della giunta appena eletta, Dr. Diego Marmo.
Il PM del caso Tortora che dopo "soli trenta anni" ha chiesto scusa della requisitoria nel corso della quale definì Enzo Tortora un "mercante di morte".


Ha chiesto scusa dichiarando di essere stato all'epoca del fatto in buona fede.
Personalmente credo che il dichiararsi in "buona fede" sia la scusa sotto la quale nascondere le assunzioni di responsabilità: non parlo nello specifico ma in generale.
Non credo e non ho mai creduto a chi, dopo aver compiuto un errore, dichiara "Sì, è vero, ho sbagliato ma ero in buona fede!" Buona fede un accidenti!

Io credo che al di là di quanto abbia inteso spiegare nel corso delle interviste post nomina, la ragione di queste scuse postume siano derivate dall'essere stato "rispolverato" non saprei per quale ragione.

Io penso che per accondiscendere alla richiesta del nuovo sindaco doveva dare un cenno di "auto-revisione" per calmare la polemica generatasi da più parti spontaneamente.

Sulla scia delle proteste che ne sono saltate fuori, il Dr. Marmo è uscito dalla porta del comune come assessore ma vi è rientrato dalla finestra come "presidente" dell'Osservatorio sulla legalità.
Cosa che ideologicamente ritevevo fosse una buona iniziativa.... prima però di partecipare a questo incontro.

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Segretario dell'Osservatorio è l'avvocato Maria Padulosi, ex avversaria dell'attuale sindaco Nando Uliano alle ultime elezioni comunali, e comunque rappresentante dell'opposizione in consiglio comunale.

Dunque il 19 Gennaio scorso c'è stata la "conferenza".
Tra virgolette perché tutto mi è parso che sia avvenuto, piuttosto che una conferenza; stampa per giunta!
Nella mia ingenua ignoranza e fanciullesca semplicità credevo che in quanto "conferenza stampa" questo sarebbe stato un incontro in cui da una parte sarebbero stati presenti, in maniera completa e compatta i  componenti tutti dell'osservatorio, dall'altra un qualche giornalista - un paio almeno - di opposta appartenenza che dinanzi a un pubblico misto di cittadini residenti e non, e di chi liberamente avesse voluto prendere parte all'evento come me ad esempio, avrebbero alla fine della relazione operativa di quanto in atto e in fieri, posto a loro volta domande sui progetti e sulle soluzioni ipotizzate per affrontare le problematiche più disparate da inquadrarsi nell'ambito delle "illegalità" diffuse all'interno e fuori del comune.
Non escluse ovviamente le influenze provenienti dai territori limitrofi territorialmente strettamente contigui.

Illegalità che sappiamo bene venir perpetrate dal pubblico piuttosto che dal privato: illegale è ciò che è contrario a una legge o a una norma esistente; trasgressione è il comportamento non conforme alla legge o alla norma vigente.
Dunque il provato trasgredisce, ma il pubblico, se vede e sa e non sanziona e punisce commette una illegalità.
Poi c'è il buon senso, il senso civico, la buona educazione: queste cose riguardano il privato, ma il comportarsi in maniera contraria non è un commettere una illegalità ma un atto di inciviltà.

Se chi è preposto alla gestione della cosa pubblica ne individua la necessità, può trasformare l'inciviltà in trasgressione e quindi sanzionabile dagli organi preposti.
Organi che se vi soprassiedono commettono una "illegalità".

Dunque ho pensato: il comune elegge qualcuno che lo controlli e verifichi innanzitutto i suoi errori, le sue illegalità, le omissioni, le inadempienze, le prevaricazioni perpetrate, e ne mette al bando gli esecutori e ancorché se pubblici amministratori li punirà con maggiore e più marcata severità; individui le soluzioni e le correzioni da apportare, punisca e metta al bando coloro che di quelle illegalità sono gli artefici indipendentemente dal ruolo ricoperto e dal lavoro svolto.
Pompei = un altro mondo? Possibile?
No: come avrò modo di scoprire nel giro di una novantina di minuti proprio no.

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Dunque chi è presente.
Mi sarei aspettato di vedere in prima fila oltre che il sindaco anche gli assessori comunali, i consiglieri di maggioranza e di minoranza, almeno il comandante della polizia municipale e comunque tutti coloro che sono stati eletti come rappresentanti del popolo a essere custodi delle leggi e controllori della legalità!
Di tutti questi invece nessuno, o almeno nessuno di costoro mi è parso di capire fosse presente.
Perbacco: ma non sono forse loro a doversi sentire i primi garanti della legalità del territorio? 
Non è forse a loro che è demandato il compito di vigilare, controllare e nel caso sanzionare gli inadempienti, i colpevoli degli illeciti e delle trasgressioni?
Non sono loro le prime persone sulle quali porre l'attenzione affinchè un "osservatorio sulla legalità" sia certo di affidarsi nelle mani giuste?
E dove stanno? 

Credevo di vedere partecipi anche quei cittadini vogliosi e desiderosi di capire cosa potrebbe accadere finalmente di positivo da qui a già qualche prossimo giorno.

Invece…..

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Non credo ci sia stato un benché minimo rappresentante della stampa - almeno una domanda seppure senza presentarsi, l’avrebbe posta - a parte forse solo l'addetto stampa del comune; in questo caso persona di parte che ovviamente non può che raccontare mirabilia per far salva la pagnotta.

Credo siano alla fine dei conti stati presenti il sindaco Uliano per meno di una decina di minuti compresi i due minuti e venti secondi del suo intervento, il presidente ex P.M. Dr. Diego Marmo, il segretario D.ssa Padulosi che da come ha poi fatto capire avrebbe preferito trovarsi altrove in più remunerative situazioni ("…coinvolgiamo la popolazione, la città, facciamo vedere che noi non siamo un organismo che sta lì tanto per stare, non stiamo qui tanto perché non… ecco una vetrina… qua nessuno vuole… io personalmente sto… oggi avevo studio sto perdendo un pomeriggio di studio quindi… gratis naturalmente come ha sottolineato… il presidente… ma lo faccio per senso di responsabilità…."), Don Giovanni Russo viceparroco del Santissimo Salvatore, il Sig. Amleto Frosi, responsabile dell’ALILACCO, associazione riconosciuta dal ministero degli interni e collaboratore di Libera, che svolge un’attività contro l’estorsione e l’usura.

Don Giovanni ha avuto - ma non credo ne avrebbe pretesi di più - pochi minuti a disposizione per spiegare l’iniziativa da lui messa in piedi: la proiezione di un film il cui messaggio vuole essere “cambiare si può!”: dalla illegalità alla legalità dopo un passato da detenuto.

Il Sig. Amleto Frosi non è stato presentato né mai chiamato in causa.
Credo che il suo estraniarsi dal contesto sia stato dovuto al contenuto dell’incontro: cosa diavolo stesse a farci il presidente di una associazione che si occupa di estorsione e usura  in questo contesto non deve averlo ben compreso neanche lui.

Sugli scranni degli "aventi diritto a parlare" erano presenti altre persone che non sono state presentate e delle quali non se ne conosce il ruolo. Forse avevano solo preso posto lì piuttosto che altrove.

In effetti c'era chi andava e veniva - nessuno sembrava che ascoltasse - si interscambiavano con altri che ogni tanto si affacciavano dalla porta alle spalle del relatore - si fa per dire - con chiara aria di curiosità mostrandosi indaffarati.

Lo stesso presidente mi ha fatto capire che non v'erano tra i presenti altri da annoverarsi tra i componenti del neonato osservatorio sulla legalità.

Si sono fatti notare invece alcuni personaggi seduti tra gli scranni del pubblico per i loro animosi interventi tesi a presentare situazioni di carattere esclusivamente personale,  ciascuno concentrato nel raccontare di illegalità compiute da loro concorrenti.
Fortunatamente i loro “avversari” erano assenti: come sarebbe finita altrimenti la seduta?

L’incontro, non si può certo questo ibrido definirsi una "conferenza stampa", ha avuto un inizio ritardato a causa della assenza del sindaco Uliano che ha limitato la sua presenza a una generale presentazione senza infamia e senza lode.

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Il sindaco esordisce con il chiedere scusa del ritardo; ne spiega una non richiesta motivazione e continua:

"Io resterò per un... durante questa riunione... conferenza per... perché mi sono pure io appuntato delle cose che vorrei condividere con tutti voi.... dare come indicazione proprio all'osservatorio di poterle trattare insieme alle associazioni e sopratutto di categoria che va dall'educazione scolastica, ai beni confiscati alla camorra e infatti vedo Amleto che sta qui e che saluto con affetto, Don Giovanni, il controllo sul crescente fenomeno del gioco d'azzardo perché poi si sfocia sempre con i prestiti usurari... questo.... arriviamo ai fenomeni proprio di illegalità.... ai vari centri di ascolto sull'usura... Sul racket... L'economia di legalità ambientali.... abbiamo da qualche settimana l'ARPAC che sta con noi e quindi dobbiamo portare avanti questo controllo sul territorio dello sversamento illegale dei rifiuti... infine un altro bubbone ereditato ma è giusto che poi insieme all'osservatorio e se di di competenza... ma... lo affrontiamo... è il Centro Commerciale "La Cartiera" in modo particolar la sentenza sul Consiglio di Stato e poterla esaminare.... Infine poi mi è arrivata anche la nota dai rappresentanti dell'associazione dei bed and breakfast che chiedono proprio di poter essere inseriti anche loro nell'osservatorio come tutti gli altri rappresentanti.... E quindi sono diversi gli argomenti e magari ne possiamo parlare... però affrontare sopratutto quello che l'osservatorio ci deve relazionare... vedere questo cammino che è stato affrontato fino adesso... un cammino che... anzi insieme stiamo facendo quest'informazione sulla legalità e la condivisione e crederci sopratutto per affrontarlo quotidianamente per noi sarà l'obiettivo fondamentale. Vi ringrazio, ringrazio tutti e auguro buon lavoro per questo... questo grande momento che a Pompei sta portando avanti Diego Marmo e tutti i componenti dell'osservatorio. Grazie!"

L'intervento iniziale del sindaco è durato poco più di due minuti e venti secondi. 
Forse venticinque: ho tralasciato l'esordio contenente le scuse per il ritardo dovuto a un imprevisto familiare.
Non sembra il monologo di un ubriaco uscito dalla commedia dell’arte?
Cosa abbia detto lo si può intuire, certo, ma siamo al non senso! 
Una premessa fatta a braccio… come dire... a braccio fratturato....!


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Dunque la parola passa al Dr. Marmo.

Dopo qualche minuto dall'inizio di un intervento prolisso, poco interessante e nella sua gran parte inutile dell'ex PM, il sindaco Uliano è uscito dalla stanza consiliare.
Visto il contenuto del suo discorso, e sopratutto quanto da lui detto all’inizio pensavo a un epilogo diverso.
Aveva dichiarato:
"Io resterò per un... durante questa riunione... conferenza per... perché mi sono pure io appuntato delle cose che vorrei condividere con tutti voi.... dare come indicazione proprio all'osservatorio…"

Nella mia ingenuità credevo sarebbe rientrato quasi subito.
Io sono andato via di lì dopo un'ora, diciassette minuti e trenta secondi dal suo esordio.
Fino a quando sono rimasto andando via sconsolato e avvilito, non si è più visto.
Cosa avrebbe voluto condividere, almeno io non lo saprò mai.

Non intendo riportare testualmente il contenuto di quanto detto dapprima dal Dr. Marmo e successivamente dalla D.ssa Padulosi.

Onestamente non ho assolutamente capito questo osservatorio a cosa possa essere utile, per quale motivo sia nato e quali siano i suoi fini e obiettivi nel breve e nel lungo termine.

Quanto anticipato dal sindaco Uliano nel suo intervento iniziale, per quanto confusionario e apparentemente senza senso non mi è parso essere in sintonia con oggetto del prosieguo.
Sarebbe stato opportuno che il sindaco fosse rimasto al suo posto: magari avrebbe riportato il discorso sulla strada da lui immaginata.
...sempre che una strada da immaginare ci sia mai stata....

Il PM ex Marmo fa un cappelletto che è a mio avviso superfluo e inutile, per presentare sé stesso tacendo invero sul chi è stato e cosa ha fatto nella vita, e del perché è così noto e poco amato allo stesso tempo.

Continua spiegando:

"Abbiamo voluto questo incontro per spiegare ai cittadini di Pompei cos'è l'Osservatorio, come nasce st'osservatorio perché molti non sanno nemmeno di che si tratta.
Vi dico subito che abbiamo inviato gli inviti per iscritto anche a consiglieri comunali, rappresentanti de.. (??), a tutti quelli che fanno parte dell’osservatorio... se qualcuno manca è stato regolarmente avvertito e mi rendo conto ancora una volta il percorso della legalità è un percorso molto difficile... forse non suscita grandi interessi...
Come sorge l'osservatorio e sopratutto la mia presenza qua come va spiegata... io ho fatto un altro mestiere in questa zona, è finito tre anni fa e a un certo punto scoprii che Pompei...."

Nessuno mai che si ascolti quando parla: sono tanti quelli che si ritengono degli oratori senza motivo; alle volte prendere appunti, leggere un discorso preparato fa evitare brutte figure e dare un senso logico a quel che si dice.

E giù via per un bel po' a parlare di cose che di fatto hanno scarsa attinenza con l'argomento da trattare.


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Qui in sintesi i problemi principali dell’osservatorio: 

Gli scavi e i soldi pubblici mal spesi e se ho ben capito un finanziamento europeo non gestito; l’area su cui gravano presenta un sottosuolo, o soprassuolo non mi è chiaro, invaso dall’amianto; la loro chiusura nei giorni delle festività e l’immagine poco lusinghiera al “gioiello” Pompei che ne è risaltata, i danni procurati al commercio locale, i fastidi sopportati dai turisti che con una piccola spesa aggiuntiva possono con un taxi - la circumvesuviana meglio evitarla - recarsi a Sorrento dove la cultura del turismo e dell’accoglienza è ben altra cosa che a Pompei.

La fastidiosa e incresciosa presenza delle prostitute lungo la strada di periferia che unisce questo comune a quello di Torre Annunziata. 
Un suggerimento per una possibile soluzione: sollecitare i cittadini di Pompei e di Torre Annunziata a non farsi più adescare; restando senza lavoro quelle signore andranno da un’altra parte.
Volutamente o per non saperlo non ha incluso i trans: forse perché ben mascherati da donne. 
...e gli spacciatori che sempre su quella via effettuano il loro commercio?

La Biblioteca: di quanti libri sia composta e di quali generi però non si sa.
A quando risale l’ultimo acquisto nemmeno è noto, immagino.
La dirigente scolastica del locale liceo scientifico si dichiara disponibile alla loro conservazione per metterli a disposizione di una utenza che avrebbe così anche la possibilità di consultare online il catalogo.
La Biblioteca del Liceo possiede circa tremila volumi: non saranno in gran parte obsoleti testi scolastici, e cioè ex copie saggio ricevute dalle case editrici? 
Si ringrazia per la disponibilità: quando sarà possibile saperne di più se ne riparlerà.

Un comune che a fatica riesce a tenere in vita una libreria e mezza pensa di mettere in piedi un servizio di biblioteca pubblica comunale?
Per quale pubblico? Con quali fondi?
Forse occorrerà fare una indagine di mercato e presentare un "business plan"!

Se la Biblioteca Comunale è chiusa e ferma da forse un qualche decennio, non sarà perché non v'è chi abbia sentito necessità che venga ripristinata? E poi con quali libri poi verrebbe arricchirla? Con quali fondi?
Una biblioteca muore non quando nessuno ci va più a cercare libri, o se è posizionata in locali poco frequentati, ma quando non ha nulla da offrire alla potenziale utenza.
Tanto varrebbe sistemare tutto in scatole da mettere da parte.

Se si vuole mettere a disposizione del pubblico una Biblioteca Comunale, oggi è molto semplice ed economicamente poco impegnativo: si può aderire al progetto messo ormai da qualche anno in circolazione da SEBINA che attraverso la piattaforma "INDACO" permette di fornire in prestito all'utenza monografie in formato elettronico.
Il sistema è molto semplice ma non è questa l'occasione per spiegarne il funzionamento.
Il sito al quale aderiscono ormai sempre più numerose biblioteche pubbliche (comunali e provinciali in particolare) è www.bibliando.it.
Per iniziare sarà sufficiente una persona di buona volontà tra le tante che girano senza meta in uno degli uffici del comune pur percependo uno stipendio mensile, un PC e un po' di pubblicità. Il budget da considerare sarà molto ridotto.

Arriviamo all’“Archivio Maiuri”: un tesoro inestimabile “nascosto” a un pubblico anelante di conoscenza al secondo piano dell’immobile sede del comune.....!
Archivio? Museo? Credo di aver capito che si tratta di cose sconosciute ai più.
Da trasferire in luogo più idoneo: e dove?

Ciliegina sulla torta: il teatro e i biglietti gartuti delle prime file che vengono (dall’amministrazione comunale? dal gestore/proprietario del teatro stesso?) regalati ad amici, parenti e conoscenti a discapito di chi vorrebbe andare a teatro avendo anche i solini per pagare il biglietto, ma no può: il posto non c’è, non è disponibile, è riservato!
Scusi Presidente: ma dove sta l'illegalità?

Comunque... bene, grazie dell’elenchino presidente Marmo: deve però girare tutto al signor  sindaco.

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Se queste cose sono da annoverarsi nell’ambito dell’illegalità, è ovvio e chiaro che la responsabilità è degli amministratori locali.
Che però non potrebbero intervenire sull’argomento né difendersi (da cosa poi?) perché assenti.

Ma dopo questo elenco il Dr. Marmo cosa farà, oppure cosa sta facendo? 
Risposta: Trasmette le notizie al sindaco.
Vedo il sindaco che ringrazia e lascia tutto lì: che fa, si mette in discussione? Risponde con il solito “Non c’ero io, e quindi noi non abbiamo colpe?”.
Ma una volta che è defunto il debitore, non viene richiesto agli eredi di pagare?

E comunque mi domando: ma dove sta in tutto questo l’illegalità?

E perché coloro che si ritengono responsabili - sempre che si tratti di illegalità! - e che sarebbero ben individuabili non sono sotto inchiesta?
Non è che forse sono gli amministratori comunali a dover rispondere in prima persona?

E quale è l’illegalità da mettere sotto osservazione a riguardo della biblioteca chiusa e dell’archivio Maiuri seminascosti ai più, o meglio ancora i biglietti omaggio regalati in giro?

Immagino che il proprietario del teatro, o il suo gestore, possa voler fare come crede e pensi: se decide di incassare meno perché intende regalare in giro uno, dieci, cento o anche tutti i biglietti, chi può contestarlo?
Il regalo lo si fa a chi si vuole e nessuno può contestare alcunché.


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E tutte le illegalità che passano quotidianamente sotto gli occhi degli addetti della polizia municipale che fine fanno?
E quelle degli amministratori comunali?
E non si macchiano di illegalità anche coloro che chiudono un occhio o anche tutti e due?
Non sarebbero forse loro i primi a dover finire sotto inchiesta, essere controllati nel loro operato?
In una situazione territoriale come quella che costringe a essere in un unicum i comuni di Torre Annunziata, Pompei, Scafati, Castellammare, una iniziativa del genere che voglia aver una sua fattività avrebbe preteso una stretta collaborazione operativa tra tutte le amministrazioni comunali coinvolte.

Tra Pompei e Torre Annunziata non c’è una frontiera da attraversare, tra Pompei e Scafati non viene richiesto il passaporto.
Anzi: alle volte neanche si capisce bene quale sia il comune nel quale ci si trova: vedi zona Mariconda e confinanti, ad esempio.

Della droga e dello spaccio nessuno ha detto nulla, dell’ampia diffusione dell’alcool nessuno ha parlato, della violenza anche spicciola che si muove nelle strade incontrollate, dei giovani che trasformano le strade in circuiti per auto e moto silenzio assoluto.
Della totale mancanza di controllo e di gestione del traffico veicolare e di sosta neanche a parlarne.
Delle strade gruviera, delle segnaletiche inesistenti, dell'inefficacia dei rimedi attuati che sono peggiori dei mali...
Si è sottolineato che illegale è l’alzare il volume della radio o del televisore… a chi fa questo bisogna dire di smetterla….

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Basta, termino non se ne può più di continuare a ricordare e a raccontare.
Non mi soffermo su quanto detto dalla D.ssa Padulosi per non aggiungere “nulla” al tutto altro “nulla” che ho ascoltato.

Di quanto ha detto mi ha colpito la parte del suo discorso in cui spiega e racconta:


“Ha fatto l’esempio il presidente delle deiezioni dei cani… per dire che noi partiamo e vogliamo la legalità come rispetto delle norme… la legalità significa vivere sociale… chi ha dettato le norme, chi ha dettato i regolamenti, chi ha dettato… le regole per vivere nel rispetto degli altri l’ha fatto perché… perché la vita sociale… la vita nella città sia regolata… se noi non la regoliamo è la morte (notte?) assoluta… e allora partiamo (passiamo?) dalla piccola regola e dal rispetto... la deiezione del cane… il presidente forse l’ha fatto questo esempio perché io così… parlando… con lui dissi… forse ce ne sono pochi… io ho un cane… anche io ho un cane… e noto che pochissimi hanno al collare del cane la bustina necessaria… mi dispiace parlare di questi argomenti… ma sono… il discorso è che mio figlio… 15 anni… quando porta il cane… a lui spetta portarlo la sera… stacca il ciondolino con le bustine e se le mette in tasca e io non capivo il motivo… una volta, due e tre  e ho chiesto a mio figlio perché facesse così… e lui mi ha risposto ‘mamma mi prendono in giro’… questa cosa mi ha… cioè ti prendono in giro… e tu ??? rispondere che sono loro che sbagliano e che tu stai ??? un alto senso di civiltà e loro che sono gli incivili se ti pigliano in giro perché tu rispetti… perché tu pulisci il marciapiede che hai sporcato….”

Ehi! Segretario?! Avvocato?! Avvocatessa?! Rappresentante in comune dell’opposizione?! 
Ma non c’è forse una legge che punisce chi porta cani in giro e non ha con sé paletta e bustine per la raccolta delle deiezioni?

Non dovrebbero a questo controllo, e a multare i trasgressori, essere preposti i dipendenti della polizia municipale?

Avvocato: la legge c’è!: 
Ordinanza della Salute pubblicata nella Gazzeta Ufficiale n.209 di venerdì 6 settembre 2013 - pagina 4 - DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI - MINISTERO DELLA SALUTE - Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell'incolumità pubblica dall’aggressione dei cani, che esordisce con la frase "Visto l’articolo 32 della Costituzione;” etc… etc...
(http://www.quotidianosanita.it/allegati/create_pdf.php?all=6844606.pdf)

L’illegalità non la commette chi non raccoglie le deiezioni del proprio cane, quello è un trasgressore; illegale è il comportamento dell’ufficiale di polizia municipale che non rileva l’infrazione e non emette la sanzione!

Avvocato: credo che ci sia una gran confusione di idee tra la trasgressione - che è punibile, sanzionabile - e l’illegalità/illecito perpetrato da chi quella trasgressione non rileva e vi soprassiede con chiara ed esplicita complicità.

Così come illegale non è parcheggiare in divieto di sosta, nelle curve, sulle strisce pedonali per non pagare il balzello; quelle sono trasgressioni sanzionabili: illegale è il non elevare contravvenzione o far effettuare la rimozione dei veicoli da parte della polizia municipale che spesso e volentieri chiude entrambi gli occhi.
Avvocato!? Avvocatessa!? Segretario?! Presidente?!: dovete guardarvi alle spalle prima che davanti! 
L’illegalità l’avete in casa!

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Avevo dimenticato: tra gli argomenti trattati dal presidente nell’ambito delle “illegalità” generalizzate c’è anche quello delle deiezioni dei cani.

Non quelle dei cani randagi, ma quelli dei privati cittadini.
Perché il far circolare cani randagi in giro per per le strade del comune, cioè il non provvedere alla loro rimozione per quanto dolorosa possa essere la fine che saranno costretti a fare, non è una delle tante illegalità commesse da chi ne sarebbe proposto al controllo....?!
I cani randagi sono senza padrone e quindi non sono oggetto di illegalità!
Possono fare quel che vogliono: sono esonerati dall'essere ritenuti "illegali"
Da ridere!

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Sì: se dovessi sintetizzare cosa il segretario dell’Osservatorio abbia detto non saprei davvero cosa dire.
Un’ora e poco più di trentacinque minuti è per me stato un tempo sufficiente per rendermi conto in quali mani si trovino coloro che si ritengono persone per bene e ragionevoli.

Confesso di essere rimasto sconcertato: tra i componenti dell’osservatorio vorrebbero essere addirittura inseriti i commercianti, i rappresentanti dell’ASCOM, degli Alberghi etc… etc… 

Cioè i probabili autori di trasgressioni oggetto di repressioni e sanzioni in base a leggi esistenti e in vigore: cosa dovrebbero controllare?
Che chi sia preposto alle verifiche chiuda un occhio?
O li si autorizza a diventare una specie di delatori ante litteram…?

Perché è questa l’unica cosa che possono fare: giammai autodenuncerebbero un pubblico ufficiale che non ha sanzionato un abuso, una trasgressione personale; si accerterebbero che lo abbiano invece fatto con un concorrente, un “nemico”.

L’incontro procede quindi con una specie di “j’accuse” generalizzato da parte di alcuni dei presenti che considerano illegale il comportamento del proprietario del parcheggio confinante, di chi ha pagato multe o sanzioni per illegalità “scoperte” laddove altri sono riusciti a salvarsi o hanno potuto farsi condonare gli abusi…. ci si parla sopra, di fianco e di lato.

Si alza la voce sull’ago della discordia principale: il Centro Commerciale. 
Abusivo in tutta la sua genesi: dalla nascita a oggi.

Evidentemente nessuno dei presenti è riuscito a trovare spazio al suo interno per la propria attività, oppure non ha figli, mogli o parenti stretti che vi lavorano….
Cosa vorrebbero se ne facesse non ho capito: chiusura? abbattimento? altra miseria da aggiungere alla miseria esistente?
No, confesso di non aver capito.

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Si alza ben alta la voce del presidente che spiega apertamente il suo ruolo che tralascio di specificare in quanto non molto chiaro e definibile: credo non abbia nessun ruolo specifico di rilievo od operativo.
Di sicuro però tutto quanto è stato sottolineato, urlato, gridato non è cosa che lo riguardi o che possa interessare l'"Osservatorio".

Al massimo si rende disponibile per accogliere le denunce da trasmettere a chi di competenza non essendo la sua figura e il suo un ruolo istituzionale all’interno del consiglio comunale.
Ecco: una specie di Blocco per appunti
Un “Notes”.

Guardo i presenti tra il pubblico questuante e mi viene da pensare - dopo averne ascoltati un bel po’ di loro - che “tra questi che stan lì a santificare, a parlare e ad accusare forse il più pulito c’ha la rogna!”
Vado via quando mi sembra ben chiaro che hanno dato già tutti il meglio di loro stessi.

Che avvilimento! 
Che tempo sprecato per tutti: ma sopratutto per me!


Immagini: in parte da Web - Googe Images - parte archivio personale