martedì 23 settembre 2014

22 Settembre 2014: Pr 3,27-34 - Dal libro dei proverbi.

Oggi ventidue settembre la lettura della liturgia, l'unica quando si é in giorno feriale, riporta un passo dal libro dei proverbi:

Figlio mio: non negare un bene a chi ne ha il diritto, se hai la possibilità di farlo.
Non dire al tuo prossimo:
«Va’, ripassa, te lo darò domani», se tu possiedi ciò che ti chiede.
Non tramare il male contro il tuo prossimo, mentre egli dimora fiducioso presso di te.
Non litigare senza motivo con nessuno, se non ti ha fatto nulla di male.
Non invidiare l’uomo violento e non irritarti per tutti i suoi successi, perché il Signore ha in orrore il perverso, mentre la sua amicizia è per i giusti.
La maledizione del Signore è sulla casa del malvagio, mentre egli benedice la dimora dei giusti.
Dei beffardi egli si fa beffe e agli umili concede la sua benevolenza.

Non posso non pensare a quanta malvagitá sia stata manifestata nei miei confronti nel corso di questi ultimi anni ma sopratutto nel breve periodo che ha anticipato, concludendosi poi nel giorno stesso dello scorso undici luglio.

Non é tanto perché quel che è accaduto sia accaduto - attendevo il momento seppur sperando che fosse ancora lontano di almeno dodici mesi - ma quel che ferisce è il metodo utilizzato nel compierlo.
Della lettura mi colpiscono i tre seguenti passi:
  1. Figlio mio: non negare un bene a chi ne ha il diritto, se hai la possibilità di farlo.
  2. Non tramare il male contro il tuo prossimo, mentre egli dimora fiducioso presso di te
  3. La maledizione del Signore è sulla casa del malvagio, mentre egli benedice la dimora dei giusti.
Ora io non maledico nessuno - giammai questo! - perché sarei io il malvagio o l'ingiusto.
Né posso stabilire se chi ha perseguito il suo obiettivo nel modo in cui lo ha fatto meriti il titolo di malvagio.

Non sta a me giudicare.
Non posso però impedirmi di pensare e ripensare al modo, all'inganno balordo, sciocco, inutile, perverso offensivo usato nell'agire. 
Non posso però impedirmi di pensare e ripensare a coloro sono stati coinvolti e che vi hanno preso parte.
Non posso però impedirmi di pensare e ripensare alla mancanza di dignità che tutti questi hanno manifestato senza alcuna vergogna; anzi probabilmente soddisfacendosi del risultato raggiunto.

Se sarà deciso che vengano inseriti tra i malvagi, allora non potrà non accadere che la maledizione del Signore cada su di loro.
Se il mio pensare a questa eventualità é invece un peccato di orgoglio e presunzione, che il Signore mi perdoni in considerazione che il mio peccare è dettato dalla sofferenza che il mio cuore continua a patire per l'offesa subita.

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