venerdì 26 settembre 2014

25 settembre 2014: ottavo anniversario.

Oggi è nuovamente il 25 settembre.
Era durante la notte del 24, domenica! quando uno squillo sqarciò il silenzio annunciando il dolore che portava con sé.
Porto da quel giorno il rammarico di non essergli stato vicino come sempre ogni sabato precedente, in quello che sarebbe stato proprio l'ultimo in cui avrei potuto parlargli e stargli accanto.

Decisi di andare a trascorrere un fine settimana alla casa al mare.

Ci vediamo lunedì? 
Certo! risposi.....

Al mio papà buono come il pane, generoso come la terra, sereno nella sofferenza così come lo era nella vita, sorridente anche nelle difficoltà e in silenziosamente discreto pur se nel dolore fisico, non l'addio ma l'arrivederci.
A presto, a tardi: chissà!
Per quanto sia lunga la vita, la fine sembra arrivare veloce e rapida come un lampo nel cielo lasciando nell'animo la sensazione di tutte le occasioni non colte!
...e al rombo del tuono associo il forte e immediato dolore che a quel lampo fa seguito nell'animo di chi resta.

Ciao papà!
Nelle mie orecchie risuona ancora quel tuo
“Resta un altro poco, non te ne andare ancora!”
A questa stessa stessa domanda invece tu non m’hai aspettato.
Sei andato via in fretta e senza un saluto!

Voglio credere e credo! che sia stato questo l'inizio del disegno divino
che ora vede coinvolto te 
in apparenza incomprensibile 
e che ci consente non la fine ma il principio!
pur se rimane il dubbio di non ritrovarti più.
Questo più d’altra cosa da allora m’angoscia l’animo.
Pensa e proteggi ancor più da dove sei il figlio tuo! 

perché il tuo figlio ha ancor più bisogno del suo papà!
Papà! non lasciar mai solo il figlio tuo,

anche se quel figlio ha lasciato solo il suo papà!

martedì 23 settembre 2014

Panglos e Candide: la fisolofia di Voltaire che aiuta a sopportare un momento di difficoltà.

Ai primi di febbraio del 1977 ebbe inizio un nuovo episodio della mia lunga vita lavorativa bruscamente e inaspettatamente conclusasi al raggiungimento del suo trentottesimo anno solo un paio di mesi addietro.

In quel mese mi trovai a essere assunto da una azienda editoriale che mi fece firmare in anticipo una lettera di dimissioni qualora fossi partito per il servizio militare, per vedermi attribuire un incarico ben diverso che non quello per il quale avevo accumulato esperienza e formazione.

Raggiunsi dunque Cosenza andando via definitivamente da Firenze, sito di transito,  passando solo per un aggiornamento dei bagagli da portare con me, Napoli: città natale che mi ha visto nascere, crescere e dal quel momento in poi giungere e ripartire con una continuità altalenante.
Furono in tanti a commentare il mio discendere dalla Toscana alla Calabria con sarcasmo e ironia.
Intanto la Calabria è la regione che più sento a me vicina!

Dopo un primo periodo nel corso del quale ho soggiornato in quello che a tutti gli effetti poteva definirsi un hotel di medio ordine - ne ricordo ancora il nome "Hotel Mondial”; chissá se esiste ancora! - per motivi economici fui costretto a pagarmi asilo in un hotel che si palesò quasi subito essere di "infimo ordine".

Vi alloggiavano sí persone che vi soggiornavano per motivi di lavoro, studio o altro, ma sopratutto si consentiva ricovero temporaneo a certe donnine succintamente vestite - devo dire che l'aggettivo "succintamente" era un eufemismo - che avevano come loro missione, ma anche come loro necessaria fonte di reddito, quella di rendere per qualche ora - si fa per dire, ma in realtà si trattava di minuti visto il tempo che la gran parte dei loro ospiti impiegavano tra l’entrare e e l’uscire - la vita piú piacevole e meno triste a signori di ogni etá.

Non saprei in vero dire se effettivamente erano allegre o meno perché piú che risate, le mura confinanti della camera in cui cercavo di addormentarmi lasciavano individuare strani rumori che rendevano incerto e agitato il mio giusto e meritato riposo.

Questa caratteristica di cui mi resi conto già nel corso della prima sera, mi diede modo di comprendere - come avevo accennato più sopra - il motivo per il quale il costo era estremamente conveniente!

La camera era di per sé abbastanza squallida; no, non abbastanza: molto; moltissimo anzi!
Letto, tavolo, sedia, una lampada che spargeva una scarsa illuminazione dal centro del soffitto, un lavandino di marmo scuro dozzinale comprensivo di gocciolatoio per piatti. 
Di quelli che una volta si trovavano giá installati nelle cucine economiche delle vecchie case.
Il bagno, alla turca per rigidi motivi di igiene!, era comune a tutte le camere di uno stesso piano.

Nel corso dei mesi estivi il caldo era molto forte.
Gli ospiti fissi o di passaggio si ritrovavano tutti in cortile seduti sulle sedie sdraio per leggere o chiacchierare fino a ora tarda.
Si aspettava che l'aria iniziasse a rinfrescare per andare finalmente a dormire.

Era un albergo che per la sua economicitá era utilizzato anche dai camionisti.
Ne ricordo uno in particolare presente per una o due notti consecutive a settimana.
Arrivava con un furgone della ARTSANA che parcheggiava all'interno; riforniva di prodotti parafarmaceutici le farmacie della zona.
Non saprei dire se questa ARTSANA esista ancora o meno; questa informazione non ha alcuna importanza per quel che voglio dire.

Anche lui si fermava in cortile a chiacchierare e ogni tanto regalava in giro pacchettini di profilattici: i famosi Settebello!
Forse lo ricordo per questo suo strano modo di manifestare amicizia.
Era simpatico e cordiale.

Fu durante il periodo del mio soggiorno in questo albergo del quale non riesco a ricordare il nome, quello in cui tra gli altri libri mi capitò di leggere "Candido" di Voltaire.
Una edizione della Garzanti che ha sempre annoverato tra le sue fila i migliori traduttori all'epoca eistenti; soprattutto per le opere degli autori russi.
Poco importa questa annotazione visto che Voltaire é (di un personaggio importante si parla al presente o al passato?) francese

Quello che ricordo é di aver sottolineato i seguenti concetti:
  1. Dio tende al bene.
  2. Secondo questo principio poiché é Dio quello che ha creato il mondo in cui viviamo, questo non puó non essere il migliore dei mondi possibile.
  3. Nel migliore dei mondi possibile tutto quello che accade non puó non essere che la cosa migliore possibile che possa accadere.
Ora io non voglio che mi si creda uno di quei presuntuosetti che pretendono di parlare di concetti filosofici di alto livello dando lezione financo a professori e studiosi, né dare a credere di voler far mio il ragionamento che Voltaire intendeva trasmettere atteaverso i due personaggi principali della storia: Candido e Pangloss.

Non posso peró non considerare che se non mi fossi trovato nella situazione in cui oggi sono a causa di una certa cosa accaduta solo un paio di mesi fa, non mi troverei di diciannove settembre qui a Sapri, a stemperare, godendone, con bagni di mare e raggi di un docile sole, la calura che continua a solleticare sensibilmente il desiderio di frescura.

Non voglio peró neanche dire "Che fortuna che quel che é accaduto sia accaduto!" per caritá!
Anzi: nella mia ignoranza avrei pensato che se non fosse accaduto del tutto, o almeno non quando quel che è accaduto é accaduto, sarebbe stata una cosa per me molto positiva e buona.

Ma visto che é accaduto, volendo io per mia comodità personale concordare con quel che più in alto mi son pregiato di evidenziare - si tratta della solita storia del voler vedere il bicchiere mezzo pieno! questa la morale di tutto -  quel che é accaduto in quel momento specifico doveva accadere perché era proprio quello che di meglio mi sarebbe potuto accadere in quel momento!

E quest'é!

22 Settembre 2014: Pr 3,27-34 - Dal libro dei proverbi.

Oggi ventidue settembre la lettura della liturgia, l'unica quando si é in giorno feriale, riporta un passo dal libro dei proverbi:

Figlio mio: non negare un bene a chi ne ha il diritto, se hai la possibilità di farlo.
Non dire al tuo prossimo:
«Va’, ripassa, te lo darò domani», se tu possiedi ciò che ti chiede.
Non tramare il male contro il tuo prossimo, mentre egli dimora fiducioso presso di te.
Non litigare senza motivo con nessuno, se non ti ha fatto nulla di male.
Non invidiare l’uomo violento e non irritarti per tutti i suoi successi, perché il Signore ha in orrore il perverso, mentre la sua amicizia è per i giusti.
La maledizione del Signore è sulla casa del malvagio, mentre egli benedice la dimora dei giusti.
Dei beffardi egli si fa beffe e agli umili concede la sua benevolenza.

Non posso non pensare a quanta malvagitá sia stata manifestata nei miei confronti nel corso di questi ultimi anni ma sopratutto nel breve periodo che ha anticipato, concludendosi poi nel giorno stesso dello scorso undici luglio.

Non é tanto perché quel che è accaduto sia accaduto - attendevo il momento seppur sperando che fosse ancora lontano di almeno dodici mesi - ma quel che ferisce è il metodo utilizzato nel compierlo.
Della lettura mi colpiscono i tre seguenti passi:
  1. Figlio mio: non negare un bene a chi ne ha il diritto, se hai la possibilità di farlo.
  2. Non tramare il male contro il tuo prossimo, mentre egli dimora fiducioso presso di te
  3. La maledizione del Signore è sulla casa del malvagio, mentre egli benedice la dimora dei giusti.
Ora io non maledico nessuno - giammai questo! - perché sarei io il malvagio o l'ingiusto.
Né posso stabilire se chi ha perseguito il suo obiettivo nel modo in cui lo ha fatto meriti il titolo di malvagio.

Non sta a me giudicare.
Non posso però impedirmi di pensare e ripensare al modo, all'inganno balordo, sciocco, inutile, perverso offensivo usato nell'agire. 
Non posso però impedirmi di pensare e ripensare a coloro sono stati coinvolti e che vi hanno preso parte.
Non posso però impedirmi di pensare e ripensare alla mancanza di dignità che tutti questi hanno manifestato senza alcuna vergogna; anzi probabilmente soddisfacendosi del risultato raggiunto.

Se sarà deciso che vengano inseriti tra i malvagi, allora non potrà non accadere che la maledizione del Signore cada su di loro.
Se il mio pensare a questa eventualità é invece un peccato di orgoglio e presunzione, che il Signore mi perdoni in considerazione che il mio peccare è dettato dalla sofferenza che il mio cuore continua a patire per l'offesa subita.

mercoledì 17 settembre 2014

Dalla liturgia del 17 Settembre 2014: Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

. 1Cor 12,31-13,13.

Noi abbiamo la fortuna di poter correggere i nostri errori perché abbiamo la possibilità di poter leggere e seguire gli insegnamenti che ci vengono dati dagli apostoli.

Abbiamo “l’obbligo” di farlo! Per essere d’aiuto a noi a agli altri!
Agli altri dobbiamo proporci perché capiscano; se non ascoltano la prima volta occorrerà ripetere ancora una seconda e una terza volta!

Ricordiamoci che non verranno perdonati gli errori di coloro che sanno di sbagliare ma perseverano negli errori non facendo nulla per correggersi pensando che sia sufficiente un pentimento alla fine per ottenere il perdono determinante!
La perseveranza è un bene se ci porta al bene, ma è un male se tende a farci restare nel male.

Io credo che il testo di San Paolo presente nella liturgia di oggi, sia una lettura forse più importante del brano del Vangelo perché non è una parabola dalla quale individuare quale sia l’insegnamento da seguire: parla con franchezza, direttamente in faccia e in maniera brutale.

La “Carità” è quella che ho visto durante tutti i giorni che sono stato a Lourdes.
Una carità semplice, spontanea, che non si manifestava apertamente per farsi lodare.

Quasi nascosta: Lourdes è anche la manifestazione della carità nei gesti, nei volti, nella disponibilità e sopratutto nel sorriso gioioso anche al termine di una giornata stancante e faticosa, degli angeli che si vedono in continuazione girare per i viali.

La carità non chiede il contraccambio, la carità vera é un impulso spontaneo che viene direttamente dal cuore per essere protesi verso gli altri. 
Ha il sorriso, la dolcezza, la comprensione incondizionata.
La carità non si mostra in pubblico per essere additata e plaudita.

La carità è anche nella condivisione!

Certo fa piacere condividere gioie, successi, premi, momenti di gloria: è facile condividere le cose belle
Troppo!
Sì: anche troppo quando il voler condividere significa il creare negli altri invidia, sottolineare gli altrui insuccessi, le altrui difficoltà!

Sicuramente procura piacere condividere la nascita di un figlio, un matrimonio, una laurea, un anniversario: è naturale farlo perché ci piace gioire con gli altri della nostra felicità purché senza cattiveria o civetteria!
E accettiamo anche di condividere le cose belle anche degli altri, ma sempre peró che “quegli altri” ci siano vicini: parenti, amici di lunga data.
Ma questo tipo di condivisione è solo pura e semplice futilità: non ne rimarrà traccia né in noi né negli altri!

Difficile invece è condividere il dolore, le delusioni, gli insuccessi, le difficoltà, le malattie, i problemi: non i nostri però!
Quelli degli altri.
Sopratutto di chi non conosciamo, non ci è vicino; sopratutto di chi non ci è amico o parente.

E condividerli con la certezza di poter essere d’aiuto, di riuscire a portare sollievo.
Essere in grado di far questo significa avere la certezza che quando ne avremo bisogno ci sarà chi vorrà condividere il nostro dolore, le nostre delusioni, i nostri problemi, le nostre malattie.

Occorre cercare di non pensare a essere gli unici a comportarci in un cero modo; il dirsi “mica poi son tutti come me!”

Se crediamo che davvero non ce ne siano altri come noi, occorre diventare un esempio perché altri facciano lo stesso e non godere della altrui mancanza: Lourdes ha spiegato anche questo.

Non siamo soli ma in tanti! 
Tantissimi! così tanti che pensare a un numero viene in mente la risposta di Gesù a Pietro quando gli chiede quante volte bisogna perdonare a chi sbaglia: settanta volte sette!

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Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi


Fratelli, desiderate intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.

Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.


E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.


E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.


La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. 
Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine. 

Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. 
Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. 
Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 
Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. 
Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.


Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. 
Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. 

Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. 
Ma la più grande di tutte è la carità!

lunedì 15 settembre 2014

Eccesso di galanteria....!

Entrano in due.
Il ragazzo alto, non proprio altissimo ma piú alto di me.
Che poi non é che ci voglia molto.
Segaligno guarda tra i pantaloni dei modelli a gamba lunga e stretta.
Collezione per la nuova stagione appena esposta.

Lei slanciata, magra, dall'aspetto giovanile ma giovane davvero non proprio più.
Di quei tipi che nonostante l’età si fanno notare per il modo originale ed eccentrico che usano nel mostrarsi in giro.

Bionda; un acceso "biondo coiffeur”.
Due gambe tornite e dritte sotto un abitino leggero color rosa con fantasie di fiori bianchi e che termina poco sopra il ginocchio.

Caviglie snelle e un paio di scarpe estive aperte con tacco alto, non sottile.
Giusto.
Per sminuire la differenza d'altezza con il ragazzo.
Smalto rosso fuoco alle mani e ai piedi; una scollatura tentatrice che nasconde un seno piccolo ma interessante.

Il trucco… ben fatto, niente da dire, ma che non riesce peró a mascherare completamente l’età.

Si muove con grande perizia e agilità tra gli scaffali con gli occhi azzurro cielo che rincorrono, tra una camicetta e l'altra quella giusta.

I suoi modi lasciano intendere che sa il fatto suo e non ha bisogno di consigli; mi rivolgo al ragazzo che, lasciato solo pare proprio aver bisogno d'aiuto.

Complimenti, esordisco! Lei ha una mamma che é davvero una bella donna! 
Sembrate quasi fratelli!

So di mentire, ma so farlo con garbo e con delicatezza; far complimenti alle mamme ha sempre portato buoni risultati.

Vedo che il ragazzo si ferma restando immobile.
Lo guardo meglio in viso e mi vien da pensare che deve utilizzare davvero un buon rasoio... o forse non ha ancora fatto la sua prima barba...

Resta a guardarmi fisso negli occhi tacendo.

A voltarsi verso di me é la signora e quelli che prima sembravano essere due occhi celestiali si trasformano in due tizzoni ardenti!
Mi spara linguacce di fuoco e mentre il suo volto cambia mettendo in risalto le rughe degli occhi e del collo mi urla:

Non sono la sua mamma, e lui non é mio figlio! 

Parole come vetriolo: vorrei sprofondare!

Lui é il mio compagno! E lei é un villano screanzato che non mi vedrá mai piú metter piede qui dentro!
E tu...! Cretino...! Cosa fai con quella bocca aperta a dar asilo alle mosche senza dir nulla...? Non sai difendere la tua donna...? Corri qui, vieni! Andiamo subito via.

E quest'é!

PREVENZIONE AUTOCONSERVATIVA.

Signore....?! Scusi....? Signore....?
Abbia pazienza.... mi perdoni se la disturbo...

Vedo che che sta per scendere in acqua... sa, questo mare un po' agitato... con questi tre bambini....
Tutti suoi figli? Complimenti! Bei bambini! Davvero!

Il piú grande ha quattro anni? Perbacco! Si é dato da fare negli ultimi tempi...!
Complimenti anche alla mamma!

Dunque..., le volevo dire... volevo far presente.... lei ora va in acqua... 
Cioè: andate "tutti" in acqua giusto... ah certo! fa bene a far indossare i braccioli ai bambini sa...? Che non si sa mai...!
Ma infatti... ecco... Volevo dirle... tenga presente che questo mare cosí agitato... Queste onde.... insomma... non é che sia una situazione proprio tranquilla... c'é chi finisce con l'andar sotto anche con il mare calmo, figuriamoci oggi....

Ah lo sa? Sì, è vero... proprio di recente é capitato che... 
Ma infatti di questo era che....

Insomma.... no, no.... non le sto per dire che dovete evitare il bagno, o almeno di evitarlo ai suoi figli.... sa, per principio non mi metto mai in mezzo nelle cose degli altri, anzi... faccia... facciate pure...!

Però vorrei che notasse che qui, in questo momento... su questo pezzo di spiaggia... ci siamo solo lei, i suoi tre figli, sua moglie che immagino vedendola tutta vestita... non abbia alcuna intenzione di bagnarsi, e io...

Ecco... non vorrei che poi le dovesse pensar male di me, ma sa, ci tengo a mettere le cose in chiaro sin da subito per non creare equivoci.... insomma.... se lei o qualcuno dei suoi figli dovesse.... come dire... rischiare di finir sott'acqua... con la testa dico... sa... alle volte... un'onda più violenta.... anomala... cioé dovesse rischiare di annegare.... ecco... non so come dirglielo perché la vedo già rabbuiato... ma sia sereno, via! 
Quando si metton subito le cose in chiaro è sempre preferibile... niente recriminazioni, nevvero...?
Eco gliela butto lì, di brutto... nuda e cruda... voglio dire: non conti su di me per un aiuto!

Dica anche a sua moglie che non mi chiami perché é inutile.... non mi butto in acqua per tentare di portare a riva né lei né alcuno dei bambini... dei suoi "sfortunati" bambini...
Beh, sfortunati piú che per quel che accade loro per il padre che... 

Non, non é che non so nuotare, anzi... ma con queste onde... Non vedo come possa pensare che... io che rinuncio a scendere in acqua nonostante il gran desiderio di... insomma come possa pensare che io rischi la mia vita per un... ma sí, via! diciamocela tutta e in faccia... per un deficiente come lei? Ma neanche per sogno!

No-no!... si fermi... stia calmo...! non vede come sono tranquillo io...?

Si, capisco... i bambini... Ma se i suoi figli hanno un padre deficiente, e sua moglie ha "sposato" un deficiente, che cosa posso farci io?
Posso mica mettere a rischio la mia vita per tentare di salvare quella di tre probabili futuri cretini... sà... perché poi é facile che... perché i figli ereditano in genere dai padri principalmente...

Ecco: ora è tutto a posto... ci tenevo a essere chiaro... così che non ci fossero equivoci... accuse...! 
Sono sicuro che mi capisce... sono "certo" che comprende che la mia é solo prevenzione dovuta a spirito di autoconservvazione.

Perché poi l'alternativa sarebbe quella che io prenda subito tutte le mie cose... prima che lei e i bambini mettiate un piede in acqua... e me ne vada... così da non essere presente quando.... ma sa, a me piace molto stare qui.... a guardare il mare...!

…e quest’è…!