lunedì 2 dicembre 2013

Morire in auto scaraventati nel Sarno: a Pompei nel 2013. Accade per l’insipienza di chi dovrebbe investire in servizi e sicurezza.

Morire in auto scaraventati nel Sarno: a Pompei nel 2013. Accade per l’insipienza di chi dovrebbe investire in servizi e sicurezza.

Ma i servizi e la sicurezza non producono benefici visibili alle amministrazioni locali.

La strada che affianca il tratto del Sarno che va da Scafati a Pompei e poi oltre fino a proseguire verso Castellammare, è inserita in un tessuto urbano di periferia che alle amministrazioni locali interessa poco.
Via Bonifica prima e il suo prosieguo naturale Via Ripuaria, è una unica lunga strada che  coinvolge almeno due comuni giungendo alle soglie della periferia industriale tra Torre Annunziata e Castellammare.
La strada è accidentata, non ha marciapiedi che consenta ai pedoni che la percorrono di sentirsi riparati; camminare a piedi o in bicicletta è un rischiare in continuazione la vita.
Questa lunga via enumera sopratutto lungo la prima parte del suo percorso negozi di vario genere, un albergo, due pompe di benzina, una farmacia, un supermercato, salumeria, pasticceria, bar, tabaccheria, rivendita di biciclette e attrezzi ginnici; dà accesso al mercato settimanale per raggiungere il quale sono in tanti a percorrere quella strada in bicicletta a piedi e con carrelli della spesa; nessuna area di parcheggio: per sostare si è adusi ostruire il transito veicolare, o rischiare di far cadere l’auto nel fiume parcheggiando alla man peggio in finti slarghi che senza protezione si affacciano sul fiume.

La protezione… una ringhiera malmessa, arrugginita, spesso e per lungi tratti divelta o franata.
Una ringhiera alla quale è già pericoloso appoggiarsi, figuriamoci se può riuscire a contenere l’urto di una automobile violentemente tamponata.

La vegetazione cresce rigogliosa e incolta tanto da ostruire per lunghi tratti quella stretta lingua di cemento malmesso individuabile come unico calpestabile, che costringe i pedoni a camminare per strada.
Una volta all'anno passa qualcuno che ne riduce l'invadenza; spesso e volentieri c'è lascia l'auto o il tre ruote sulla via per raccogliere le canne da utilizzarle nel proprio terreno.
Scarsa l’illuminazione, inesistente la segnaletica: sia orizzontale che verticale.
Quella orizzontale in particolare sia a Scafati che a Pompei sembra venga fatta con l’acquerello: scompare quasi subito già senza bisogno che piova.

Dare la precedenza, oppure individuare come muoversi agli snodi o alla rotonda è solo grazie al buon senso spesso carente di chi vi transita.
La strada non ha drenaggi delle acque piovane: con il cattivo tempo il percorso è impraticabile a tutti; autoveicoli, motoveicoli, biciclette e pedoni.

Solo due o forse tre i segnali verticali messi senza alcun criterio.
In particolare uno indica a metà strada, senza che vi sia stato altro avviso in precedenza, che il transito è vietato ai camion.
Un camion che si trova già a metà strada che dovrebbe fare? Indietro non può tornare, non avrebbe come girare, e poi? Per dove dovrebbe transitare?

Un secondo un più avanti indica in 20 chilometri orari la velocità da mantenere: nessun controllo nessun rispetto, anche perché il segnale è scarsamente visibile.
E poi un segnale di quel tipo non è potenzialmente sospettabile: lascia l'idea di essere lì come avviso per i carretti a cavallo.

Un terzo compare d'un tratto e si scopre poi quanto sia contrastante: segnala all’incrocio con il ponte l’incontro con una strada senza diritto di precedenza - dunque precedenza a chi arriva da Via Bonifica - mentre all’incrocio proprio con quella strada ci si trova dinanzi a un cartello di stop; è la strada che dal ponte giunge all’incrocio che ha dunque la precedenza.

Una strada percorsa da centinaia di automobili, autobus e camion di varia taratura, che nei momenti in cui il traffico scarseggia fanno del rettilineo che la compone una pista da corsa nonostante il fondo stradale pessimo e pieno di buche, e coloro che entrano e escono dai negozi direttamente in strada.

Oggi che a un anno dalla creazione del centro commerciale “La Cartiera” l’incremento del traffico è notevole, non c’è stato alcun lavoro che ne migliorasse la percorribilità a parte l’incrocio con il ponte: però scarsi i segnali solo orizzontali ormai cancellatisi, incomprensibili i diritti di precedenza, nessun controllo.

Ecco dunque come si può finire con l’auto nel fiume e morire a vent’anni o restare dispersa essendo scaraventati con l’auto in un fiume le cui acque in più tratti finiscono per invadere a ogni temporale l'intera carreggiata.
Verrebbe da dire "da un marciapiede all'altro", ma di marciapiedi non v'è ombra o segno.

Controlli?
Non polizia urbana o di stato.

Una responsabilità implicita degli amministratori locali dovrebbe essere data per scontata, ma questa strada credo non produca voti: perché sprecarci soldi?

Ancora una volta non si tiene conto degli incidenti di piccola entità che sono campanelli d’allarme per situazioni più gravi.

Davanti alla tragedia poi tutti che si sconcertano e di disperano: amministratori locali davanti a tutti.
Loro che dovrebbero non farsi neanche vedere in pubblico, sono i primi a comparire.

Loro che sono colpevoli di un doppio disastro: non va dimenticata la disperazione nella quale continuerà la vita di colui che quell'incidente ha provocato e che continuerà a convivere con il ricordo di quell'episodio.

Perché un incidente può anche capitare; può succedere di tamponare un'altra auto per unqualsiasi disgraziatissimo motivo. Anche banale.

Può accadere che a seguito di quell'indicente qualcuno si ferisca.
E può anche succedere che c'è chi a quell'incidente non sopravviva.

Ma non sta né in cielo né in terra che accada quello che è successo all'interno di un perimetro urbano anche se di periferia: a Pompei!

Non sta né in cielo né interra che un incidente, per quanto violento, faccia terminare per giorni una auto con due persone a bordo nel fondale di un fiume senza che si riesca a individuare dove sia finita.

Non sta né in cielo né in terra che una delle due persone oltretutto non venga più ritrovata.
Non sta né in cielo né in terra che chi avrebbe dovuto provvedere a mettere in sicurezza quella strada se ne stia beato a casa senza passarsi le mani per la coscienza.
Lui che più di tutti dovrebbe essere disperato, avrà certamente trovato il capro espiatorio da incolpare.

Pompei vanta un centro di Protezione Civile: cosa fanno? Dove si trovano i dirigenti della protezione civile di Pompei?
Si vedono solo in rare occasioni: quando si vestono d'autorità effettuando il "servizio d'ordine" durante le manifestazioni; durante le fiere controllano che i visitatori abbiano pagato il biglietto.

Dove sono i vigili urbani di Pompei?
Negli incroci al centro del paese a chiacchierare? a prendere il caffè? a chiudere gli occhi su parenti, amici e conoscenti che commettono infrazioni per le quali non pagheranno mai?
Non saprei, ma il dubbio, per quel che mi capita spesso di vedere camminando a piedi per strada viene.
Poi è facile fare di tutta l'erba un fascio, ma intanto...

Quella dannatissima strada da chi dipende? Chi doveva far rilevare la sua pericolosità?
Ho abitato a Pompei 4 anni e poi a Scafati dal 1987: quella strada nel corso di questi anni è rimasta sempre nelle stesse condizioni di precarietà e la balaustra che funge da protezione è andata deteriorandosi scomparendo quasi del tutto in più tratti.

Di seguito le immagini che testimoniano le condizioni in cui quel tratto di strada che segue il percorso del Sarno ancora si trova.
Esse parlano più di qualsiasi testo o commento.


Lo stato pietoso della strada: non è campagna: è comune, con negozi, farmacie, bar, tabaccherie lungo il percorso che viene fatto a piedi da tanti che in quella area lavorano o abitano.                 


 al di là di quella ringhiera c'è il fiume.

 il percorso pedonale è istruito da campane, spazzatura, erbacce: oltre la ringhiera c'è il fiume.


  auto parcheggiano rischiando di finire nell'acqua.                      auto, furgoni per scarico e carico merci: un po' più avanti e si finisce in acqua
                        
   
       qui la ringhiera manca del tutto: marcita e finita in acqua.
                    si parcheggia per fare la spesa: il rischio è un bel tuffo in acqua con l'automobile.
 ...e d'un tratto, a metà percorso il segnale che vieta il transito ai camion. Nessun avviso prima: neanche prima del ponte che proprio ai camion dovrebbe essere inibito ma ci transitano lo stesso.
                                 
 ...e  d'un tratto il limite di velocità ad altezza aereo!              
                     La vegetazione ostruisce la parte pedonale.I pedoni devono camminare per la strada rischiando di essere travolti dalle auto.                                       

                                             In questo modo hanno sostituito la ringhiera caduta nel fiume insieme a una Citroen con tre ragazze a bordo lo scorso 14 novembre: una protezione davvero eccezionale!  Un piccolo spazio tra un pezzo di ringhiera e l'altro e si parcheggia. Tanto i pedoni si arrangiano.

Nessun commento:

Posta un commento