Giacinto
camminava pensieroso borbottando, tra sé e sé: gli mancavano cinquanta
centesimi per le sigarette.
Non fumava da
quasi tre ore, e sentiva una sensazione violenta di astinenza.
Il bisogno di
fumare lo stava irritando tanto non vedere quello che gli accadeva intorno; non
si accorse neanche di Felice, che offriva alla vista il suo baschetto con dentro
qualche moneta tanto per invitare i passanti, chiedeva l’elemosina proprio
all'angolo della piazza.
Felice usava
sistemarsi proprio accanto al varco di ingresso del bar “Il Paradiso del café”
di Nicola.
Era convinto che
quello fosse un buon posto.
Chi mai, dopo
aver sorbito un buon cafè più, non si sarebbe sentito tanto in pace con se
stesso e con il mondo da rifiutargli qualche spicciolo uscendo dal bar?
Praticamente
quasi tutti.
E questa cosa
tormentava molto il suo cuore.
Il brav'uomo
però, che non riusciva a rassegnarsi ad un'idea a dir poco… infelice,
diabolicamente nemmeno smetteva di insistere cercando un luogo alternativo.
Giacinto era
frettolosamente uscito dalla tabaccheria di Eulalio posta proprio di fronte al
bar, rammaricato dell'importo insufficiente: maledizione ai centesimi!
continuava confendere i venti con i cinquanta centesimi di euro; sembravano
tutti uguali e aveva sbagliato il conto.
Chissà perché
aveva lasciato a casa il portafogli!
In un primo
momento si era convinto di aver subito un furto con destrezza, ma ben presto,
andando a ritroso con la mente realizzò con rammarico che nella fretta di uscir
di casa lo aveva lasciato sullo scrittoio in camera da pranzo.
Borbottando a
mezza voce aveva raggiunto Felice che non desisteva di provare a indurre a
pietà i passanti.
Vedendo arrivare
Giacinto e sperando in un gesto di improvvisa generosità, generosità sulla
quale nessuno di coloro che lo conoscevano avrebbe mai scommesso un centesimo,
gli si fece da presso osando sussurrargli timidamente “Qualche spicciolo per le
sigarette, signore?”
E dicendo questo
offrì alla sua vista il cappellino con le monetine.
Il volto di Giacinto
si illuminò.
Sorridente
ringraziò Felice riptutamente e si scelse quanto bastava per raggiungere
l'importo mancante – due monetine da venti e una da cinque, e di corsa entrò nella tabaccheria e trionfante
ordinò il suo sospirato pacchetto di BIS.
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