giovedì 12 settembre 2013

Bar e Tabacchi!


Giacinto camminava pensieroso borbottando, tra sé e sé: gli mancavano cinquanta centesimi per le sigarette.
Non fumava da quasi tre ore, e sentiva una sensazione violenta di astinenza.

Il bisogno di fumare lo stava irritando tanto non vedere quello che gli accadeva intorno; non si accorse neanche di Felice, che offriva alla vista il suo baschetto con dentro qualche moneta tanto per invitare i passanti, chiedeva l’elemosina proprio all'angolo della piazza.
Felice usava sistemarsi proprio accanto al varco di ingresso del bar “Il Paradiso del café” di Nicola.
Era convinto che quello fosse un buon posto.
Chi mai, dopo aver sorbito un buon cafè più, non si sarebbe sentito tanto in pace con se stesso e con il mondo da rifiutargli qualche spicciolo uscendo dal bar?
Praticamente quasi tutti.
E questa cosa tormentava molto il suo cuore.

Il brav'uomo però, che non riusciva a rassegnarsi ad un'idea a dir poco… infelice, diabolicamente nemmeno smetteva di insistere cercando un luogo alternativo.

Giacinto era frettolosamente uscito dalla tabaccheria di Eulalio posta proprio di fronte al bar, rammaricato dell'importo insufficiente: maledizione ai centesimi! continuava confendere i venti con i cinquanta centesimi di euro; sembravano tutti uguali e aveva sbagliato il conto.

Chissà perché aveva lasciato a casa il portafogli!
In un primo momento si era convinto di aver subito un furto con destrezza, ma ben presto, andando a ritroso con la mente realizzò con rammarico che nella fretta di uscir di casa lo aveva lasciato sullo scrittoio in camera da pranzo.

Borbottando a mezza voce aveva raggiunto Felice che non desisteva di provare a indurre a pietà i passanti.
Vedendo arrivare Giacinto e sperando in un gesto di improvvisa generosità, generosità sulla quale nessuno di coloro che lo conoscevano avrebbe mai scommesso un centesimo, gli si fece da presso osando sussurrargli timidamente “Qualche spicciolo per le sigarette, signore?”
E dicendo questo offrì alla sua vista il cappellino con le monetine.
Il volto di Giacinto si illuminò.
Sorridente ringraziò Felice riptutamente e si scelse quanto bastava per raggiungere l'importo mancante – due monetine da venti e una da cinque,  e di corsa entrò nella tabaccheria e trionfante ordinò il suo sospirato pacchetto di BIS.


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