domenica 26 settembre 2010

Ferragosto.

10.05

Sabato 14. Domani e' "Ferragosto".
In realtà il 15 si festeggia l'assunzione della Madonna. L'onomastico di tutte le femminucce che si chiamano Assunta.
Assunta e' uno dei pochi nomi che non possono cambiarsi dal femminile al maschile o dal maschile al femminile.
Un esempio e' Ciro che al femminile diventa Cira, oppure Annunziata che al maschile assume come nome ufficiale il suo diminutivo "Nunzio".
Devo dire bruttissime entrambe le versioni.
Ma si sa che ogni occasione e' buona per far festa, sopratutto se si riesce a unire il sacro - la festività dedicata alla Madonna - con il profano - una nuova ulteriore occasione di pappatoria.
Il cadere della festività il giorno 15, in pratica il di' mezzano del mese, ha fatto cogliere l'occasione per un ulteriore festeggiamento a scopo mangereccio.
Tutto questo non poteva non essere ovviamente che occasione di una opportunità per la istituzione di una ulteriore tradizione, alla quale la mia famiglia non ha mai esitato un solo istante ad aderire e a mantenere solida negli anni:
Cannelloni
Pollo alla griglia
Cocomero gigante!

Il 14 era il giorno della preparazione psicologica ma, sopratutto, del completamento dell'approvvigionamento delle materie prime finalizzate ad ottenere il risultato finale.

Gli obiettivi principali: le confezioni di sfoglia per cannelloni - venivano comprate appena possibile, alle volte anche appena arrivati! - la ricotta, l'approvvigionamento di una bombola del gas supplementare perchè si sa che le cose finiscono proprio quando servono!, l'individuazione della rosticceria dove andare a ritirare, all'orario stabilito, due polli alla griglia.

La cerimonia vera e propria aveva inizio al mattino del giorno fatidico: il 15 agosto.
La ricotta doveva essere asciutta, ma non quella di pecora, per cui seppure acquistata soltanto il giorno prima, si era provveduto a effettuarne preventiva prenotazione.

La bombola di gas supplementare era questione di serenità familiare.
Ovviamente dovunque si era stati in fitto, e dal 1973 in poi nella casetta di proprietà a Villammare, quello disponibile era il gas in bombole. Ancora oggi dove trascorriamo le vacanze estive il gas detto "di città" non esiste.
Anche se la bombola nuova fosse stata acquistata il giorno prima, il terrore che questa finisse nel bel mezzo della cottura della pietanza principale intorno alla quale si incentrava tutta l'attività preparatoria, faceva necessitare il rifornirsi di una bombola di scorta senza la quale non si sarebbe mai dato principio all'impresa.

Nessuna ansia per la carne macinata: quella fortunatamente non era motivo di preoccupazione.

Dunque la verifica che tutto fosse stato incamerato in maniera sufficiente:
bottiglie di passata, formaggio parmigiano grattugiato, aromi e accessori integrativi della preparazione vari, il numero sufficiente di scatole di cannelloni atti alla predisposizione di almeno due teglie piene, due buste giganti di patatine fritte, e per ultima ma non ultima, una anguria la più grande possibile per la quale non era possibile riuscire a trovare posto nel frigo se non per una sua piccola parte.


La preparazione aveva inizio alle prime ore del mattino dunque, con la supervisione attenta del papà che faceva attenzione che tutte le fasi avessero la loro regolare successione, e nessun passaggio fosse dimenticato.
Soprattutto nessun ingrediente fosse dimenticato di essere aggiunto al momento opportuno.
I momenti più delicati erano due:
il primo la cottura delle sfoglie che avrebbero composto ogni singolo cannellone;
il secondo la preparazione vera e propria, che imponeva il valutare con attenzione il quantitativo giusto di imbottitura.
Tutti gli ingredienti erano stati sapientemente amalgamati e verificati che avessero il giusto sapore e la corretta consistenza.

Un automatismo consolidato negli anni consentiva la chiusura di ciascuna sfoglia così da confermare la propria morbidezza unitamente alla consistenza giusta che ne evitava la rottura.
Dunque il posizionamento nella teglia in file alternate intervallate con generose cucchiaiate di salsa.

Le teglie, due ma spesso e volentieri anche tre, venivano rifinite in modo tale da proporre il primo strato ricoperto di salsa e parmigiano grattugiato a volontà.
I cannelloni dello strato superiore erano i più ricercati perché nel corso della cottura la copertura si era amalgamata in un leggero strato croccante.

Negli anni in cui era ancora signorina, l’aiuto veniva dato da Marinella – mia sorella – e solo successivamente al mio accasaggio da Anna che restava a eseguire gli “ordini” senza scendere in spiaggia.

Gli altri di noi invece, si risaliva in tempo utile per sedersi in tavola lavati, asciutti e vestiti in orario decente per dare inizio allo sbafamento!

La soddisfazione di mio papà era non tanto il superare i suoi due cannelloni canonici – difficile andasse oltre – quanto il vedere tutti noi altri partire già da subito con un bel tris da replicare appena ripulito il piatto!

Dopo Mirabello. Pensieri.

A coloro che di sinistra, sento commentare di voler appoggiare Fini, e che questi par dire più cose di sinistra di quante non ne dica la sinistra stessa, voglio ricordare, se mai lo avessero dimenticato, che Fini è pur sempre un fascista: delfino di Giorgio Almirante; il lupo cambia il pelo ma non il vizio, e come un fascista che si rispetti manifesta chiare e inconfutabili contraddizioni.
Sicuramente Fini ha un suo personale progetto, che non è tanto quello del bene del paese - perché se così fosse, a sentirlo parlare non avrebbe appoggiato e non lo farebbe tutt'ora, questo governo - quanto piuttosto il raggiungimento di un suo tornaconto personale.
Magari quello di salire al Quirinale come padrone di casa.l
Mi domando: se lui ritiene che Berlusconi abbia fino ad oggi fatto approvare molte leggi ad personam, e se lui ritiene ingiustificati i di lui continui attacchi alla magistratura, mi domando come possa poi essere dell'avviso che vada comunque approvato il lodo Alfano che garantisce l'impunità al presidente del consiglio.
Se quello che ha dichiarato a Mirabello corrisponde al suo pensiero, e se è vero che i giudici eseguono in maniera corretta il loro lavoro e senza pregiudizi - anche se  per dare come sua abitudine un colpo al cerchio e uno alla botte, fa un breve cenno alla presenza tra costoro di frange politicizzate -  vuol dire che in Berlusconi qualcosa di poco chiaro lo intravede.
Qualcosa di anomalo in quella persona ci deve pur essere.
E questo per non voler citare le cose delle quali ha accusato la Lega: di fare cioè gli interessi esclusivi dei suoi propri elettori piuttosto che dell'Italia intera, tenendo sotto scacco il governo. Anzi: il capo del governo in persona.
Lo ha accusato, di difendere le piccole parrocchiette a discapito del resto del paese.
Bossi chiede all'Italia intera di pagare di tasca propria, le multe e i danni derivanti dalle truffaldinerie commesse da quello che considera il suo "zoccolo duro".
Bella la sua filosofia: a pagare pagano tutti, a incassare incassa solo lui. Lui o la moglie.
Bel modo di interpretare il federalismo!
E tutto questo perché Berlusconi non può opporre alcuna resistenza alle pretese di una specie di movimento secessionista che si è inventato un territorio che si fa fatica a reperire sulla cartina geografica.
E se anche lui ammette che Berlusconi ad altro non ha pensato in questi anni - sopratutto in questo disgraziatissimo periodo storico - che a far approvare leggi che gli consentano di non essere giudicato e, quando possibile di risultare non perseguibile addirittura perché prescritti i reati commessi - che altrimenti se non fosse colpevole, che motivo ci sarebbe di queste leggi che nessuno prima di lui si è mai sognato di proporre e far approvare? - perché dunque decidere di appoggiare il lodo?
Forse che in fondo in fondo l'Italia meriti di essere governata da un presidente del consiglio che più che a Montecitorio dovrebbe stare in galera?
Ma se questo decreto viene approvato, risultando applicabile a chiunque, ci rendiamo conto che dopo Berlusconi chiunque abbia carichi pendenti, abbia commesso reati e sia deciso a perpetrarne di nuovi, potrebbe, con la legge elettorale attuale, farsi eleggere in parlamento, diventare presidente del consiglio e quindi governare l'Italia? 
Ma davvero si vuole consegnare l'Italia al malaffare organizzato?
Io posso capire il mantenere fede alle promesse e alle premesse; capisco la lealtà e la fedeltà, ma questa è una banale e stupida giustificazione per restare incollati alle sedie.
Sarebbe dunque giustificata una moglie che vedendo il marito commettere un reato, per quanto grave o meno che sia, e solo per avergli promesso fedeltà nel giorno del matrimonio chiude gli occhi e fa finta di niente?
Oppure non sarebbe questa la ragione per considerare proprio il marito colui che ha rotto tra i due il patto di fedeltà reciprocamente commesso?
Ecco: Fini più che ammirazione o sorpresa, mi mette paura.
Paura che si stia scivolando in un baratro senza fine perché ormai non c'è più nulla che in Italia riesca a contrastare la smania di potere e il diffondersi della delinquenza dei colletti Bianchi. 

Dunque se quello che Fini ci racconta corrisponde davvero a ciò che pensa, quello che lui e gli altri chiamano "Patto di fedeltà con gli elettori" per giustificare la fiducia che comunque intenderanno manifestare a questo governo del malaffare, è una vergognosa, banale subdola scusa.
Il "Patto di fedeltà con gli elettori" verrebbe piuttosto rafforzato proprio dal riconoscere che questo governo e le sue decisioni non vanno più appoggiati.
È il PDL e Berlusconi in primis, a dover essere accusato di aver per davvero rotto il "Patto di fedeltà" con gli elettori.
Il rapporto di lealtà è nei confronti di chi ha creduto che questo governo avrebbe lavorato per il bene del paese, dei cittadini.
Qui invece si fa solo il bene di Berlusconi e dei suoi sodali, e con la scusa che bisogna salvaguardare la governabilità di quest'ultimo, si consentono benefici urbis et orbis.

Il "Patto di fedeltà con gli elettori" verrebbe rispettato non dando più l'appoggio a questa gente che quel patto ha tradito.
Ma è evidente che Fini e i suoi mirano ad altro, e tanto in alto da sopportare tutto il fango che gli viene spiaccicato in faccia senza alcuna dignità.
No, continuare in questo modo e con questo governo, non è una dimostrazione di serietà da parte di Fini.
Sopratutto dopo il suo discorso di Mirabello. 
Si, Fini e i suoi mi fanno paura; hanno avuto la possibilità di evitare all'Italia quel tracollo al quale Berlusconi la sta preparando.
Fini avrà tradito non solo il "Patto di fedeltà con gli elettori", ma l'Italia tutta consegnandola nelle mani di gente senza scrupoli che lo schiaccerà relegandolo nel dimenticatoio.
Fini si sta lentamente suicidando.
 

mercoledì 22 settembre 2010

Un cittadino modello.

Che sono due "falchi" lo si capisce subito.
Primo: sono in due e senza casco sulla stessa moto 
Secondo: la moto è di grossa cilindrata. 600 cc.
Mettiamoci che terzo: quello dei due seduto dietro, non riesce a nascondere del tutto la paletta, ma questo è secondario.
Conferma solo l'impressione. 
Chiedono informazioni a due tipi fermi all'angolo della strada.
È fuor di dubbio che hanno perso chi stavamo inseguendo; questo aumenta la rabbia che gli traspare dalla voce e dagli occhi.
Quello seduto dietro è il più eccitato. 
Alla fine decidono di transitare per l'area pedonale.
È evidente che motivi di restare nascosti non ce ne sono più. Tanto vale....
A Napoli i "falchi" si riconoscono subito.
In particolare perchè non portano mai il casco.
Sono gli unici a non portare il casco senza timore di essere fermati passando davanti a vigili urbani e polizia.
Gli altri lo portano tutti, e camminano anche piano.
Per non rischiare.
A Napoli i falchi si riconoscono da lontano.
Vestiti con jeans sdruciti, hanno i capelli arruffati e la barba di qualche giorno prima.
Chi vedendo due tipi strani in moto per giunta senza casco, e  ha qualcosa da nascondere non ha dubbi: scappa via a gambe levate..
Ormai senza casco in giro ci sono rimasti solo loro.  
 
Nei telefilm invece è la prima cosa che indossano.
La televisione deve essere educativa.
Anche se non è realistica.
Sarebbe comunque meglio se lo indossassero il casco.
Non è che se c'è un incidente non succede niente perché sono "falchi".
  
Io sono uscito da Fnac, e ho appena raggiunto l'angolo della strada.
A me non chiedono niente.
Non avrei potuto notare niente, e questo era evidente.
Penso a quel che ho letto spesso sui giornali su come viene trattato chi è fermato da una pattuglia di una volante o di Falchi, e sono certo che non avrei avuto il coraggio di denunciare qualcuno.
Non parliamo di chi viene fermato da un vigile urbano.
A Napoli non ci si può fidare di nessuno.
Men che meno delle forze dell'ordine.
Ma forse non solo a Napoli.
Si, sono convinto che le tante fiction su polizia e carabinieri, sono tutte tese a far vedere un lato umano che è sempre più raro a trovarsi.
Tutta pubblicità.
Mi reputo fortunato nel non aver visto. 
Sono casualmente restato un "cittadino modello" mio malgrado.
 

mercoledì 1 settembre 2010

Quasi come figli adottivi, eppure invece...

Rocco l'ho conosciuto solo in fotografia.
Quello che colpisce di lui al primo sguardo, sono i due occhi "ammarrati"; l'occhio "ammarrato" è quello che si presenta con il contorno tutto nero, palpebra compresa ovviamente, e che spicca nel chiaro del viso.
Come quando si riceve un bel cazzotto che centra giusto-giusto l'orbita.
Rocco è come se avesse ricevuto due bei cazzottoni: uno per occhio.
Una simmetria sconcertante; così perfetta che si stenta a credere che non si tratti di un maquillage appositamente preparato.
Che è ancora piccolo si vede, ma già dallo sguardo si intuisce la scaltrezza di chi sa di doversi difendere per sopravvivere. 
Soprattutto se per casa circolano altri coinquilini di più provata esperienza e furbizia.
Poche le notizie che ho su di lui, ma fondamentali per azzardare tra me e me un paragone con Gennarino.
In genere queste comparazioni vengono fatte tenendo in buon conto che ciascun "genitore adottivo"  distintamente presenta il proprio, come il più furbo, il più invadente, il più intraprendente, il più chiassoso, il più disubbidiente ma anche quello che cerca nella maniera più ingenua possibile di farsi perdonare, cosciente di averle commesse, tutte le sue più spericolate marachelle. Sopratutto quando si tratta di rubare in tavola prima ancora che ci si sia seduti per il pranzo o la cena.
Diversamente che quando si parla di figli, chi possiede un cane cerca di esaltare del proprio tutte le possibili e inimmaginabili scelleratezze.
Come fosse un vanto.
Tanto addirittura creando invidia in chi, vergognandosi quasi della tranquillità del proprio "figlio" adottivo, fa il possibile per far recuperare al suo troppo tranquillo virgulto posizioni negative il più possibile, spesso non riuscendovi pur inventandone di belle e buone.
Difficile raggiungere chi è ormai lanciato alla grande in un elenco descrittivo del suo beniamino casalingo, corroborato sopratutto dalla presenza se non fisica almeno delle immagini a garanzia del palmares.
E per quanto si può intuire di Rocco, non c'è che dire: davvero le immagini parlano da sole.
Le premesse per restare sulla cresta dell'onda ci sono tutte! 
Considerando oltretutto che deve vedersela con dei furbissimi e scaltrissimi gatti... non ha scelta!
Cosa dire io di Gennarino che non sia stato già raccontato in giro? 
Niente in verità. Perché ormai dopo oltre nove anni di vita, come si dice in queste austere aree meridionali "Gennarino è carta conosciuta!"  

Il circo equestre libico e i nuovi colonizzatori.

La lega? I soliti cerchiobottisti, falsi e ipocriti. Maroni ha semplicemente firmato la condanna di chi cercando di fuggire da un paese in guerra e da una probabile morte, finisce col trovare una morte certa. Gheddafi è un terrorista, e questo è un dato di fatto. Per trattare anche transazioni commerciali con un terrorista sono necessarï passaggi diversificati; dapprima occorre risolvere le questioni di carattere politico, quindi se ci sono le premesse giuste possono essere considerate le opportunità commerciali che quegli accordi, fermi e ferrei fissati dalla politica permettono. E per far questo occorrono politi con le "palle", e non puttanieri e affaristi ad uso e consumo proprio. Berlusconi è un burattino, un pupo nelle mani di Gheddafi, Putin e degli altri terroristi dei quali si vanta di godere l'amicizia, e che rientrati a casa gli ridono senz'altro addosso. Ma può mai essere che uno come Gheddafi sia così accondiscendente? Ma lo spessore politico tra i due, possibile che non lo si veda? E quel Frattini poi! Ridicolo oltre ogni misura! Gheddafi ha semplicemente trovato il pollaio giusto, con il galletto pronto a fargli divorare tutte le galline. E quello dei miliardi in cambio dei non "spingimenti" ne è il primo esempio. Il resto verrà. Quando si renderà conto che il momento sarà finalmente propizio, ci darà il colpo di grazia. E la Lega, che sta cercando di dissolvere quello che in anni è stato il tentativo ancora non realizzato di fare dell'Italia uno stato unico favorendo ancor di più la mai risolta divisione anzi alimentandola a tutta forza, contribuirà nel presentare all'estero uno stato internamente diviso al primo che deciderà di aggregarci. Stiamo attenti ai facili entusiasmi qualunquistici. Queste persone andranno via. La vita se li porterà. Se abbiamo a cuore i nostri figli e i loro, di figli che verranno, ribelliamoci subito prima che sia troppo tardi!