venerdì 24 agosto 2012

“Michela Murgia - Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria. ” Io lettore penso che…





Il libro ha tre valenze:
1 - Innanzitutto si tratta di una lettura piacevole.
Scorrevole: un libro scritto per bene, senza sbavature e volgarità. Cosa rara in una scrittrice donna.
Le espressioni utilizzate un po' "forti" non creano alcun disagio.
Il tono discorsivo da diario o da blog, che alla fine è la stessa cosa, lo rende davvero amabile.
Si capisce sin da subito che l'autrice ha piena consapevolezza di quello che scrive dal modo stesso in cui plasma e conforma il testo secondo la sua personalità di espressione.
Giammai appare una indecisione o una incertezza.
Definirlo un libro divertente mi sembra una forzatura e non rende giustizia all'intento di chi ha scritto e alle vicissitudini raccontate: non fa ridere – cosa propria di un testo umoristico, cosa che non è questo libro – quanto piuttosto sorridere in alcune delle sue parti.
Forse siamo così abituati a trovarci dinanzi a brutture abbandonate senza finirle, che l'avere davanti un libro del quale non si stanno a contar le pagine lette grazie alla sua leggereza narrativa, ce lo fa sembrare chissà cosa.

2 - È una guida utile per chi viene sistematicamente assalito dalle telefoniste dei call center che propongono di tutto.
Dai vini ai cambi di provider per forniture elettriche, telefoniche, internet e il cielo sa cos'altro!
A nulla è valso farsi inserire nell'elenco di coloro che vogliono essere esclusi dalle finte indagini di "marketing" e quant'altro.
Fatta la legge trovato l'inganno: ogniqualvolta rispondiamo di accettare che i nostri dati possano essere utilizzati per ricevere informazioni su prodotti e servizi - spesso rispondendo "no" non si procede alle registrazioni - confermiamo di voler ricevere telefonate dai call center proponenti le cose più disparate.
Inutile dichiarare di non voler far cedere i propri dati a terze parti: quasi sempre quelle "terze parti" sono dipendenti strettamente dalla prima, e quindi...
Questo libro non permette più di poter dire "Io non avevo capito, non sapevo, mi hanno fregato." La risposta è "Ti sei voluto/ta far fregare coscientemente!"

3 – È una immagine dettagliata di uno "spaccato" di vita dei giovani e dei non più tanto giovani.
Svela definitivamente la presenza di quei veri e propri "Falchi" autorizzati che si aggirano tra le pieghe delle leggi sul lavoro,  per arricchirsi con vero e proprio cinismo sulla pelle di persone deboli, indifese e disilluse.
Il precariato è una piaga della società e le leggi che lo permettono sono frutto di una truffa colossale perpetrata ai danni di tutti: giovani e vecchie generazioni.
I primi non riescono a sganciarsi dai secondi, e i secondi hanno sempre più difficoltà a sostenere i primi.
L'autrice fa più volte riferimento alla Legge Biagi la cui approvazione bipartizan è stata uno dei drammi degli ultimi anni, e che è all’origine della esperienza lavorativa raccontataci.

Si è fatto leva sulla emotività collettiva scaturita da un episodio drammatico per far passare una legge che forse lo stesso promotore avrebbe potuto rivedere forse anche in un secondo momento per magari migliorarla, cambiarla, meglio definirla forse non proporla affatto.

Con questo libro sottolineo che come descritto al secondo e al terzo punto di questo commento vengono tutti informati, tutti allertati: i potenziali acquirenti sono avvisati, i potenziali lavoratori/trici altrettanto.

Per i primi: fate attenzione, per un pollo è facile finire spennato e bollito.
Non vergognatevi a considerarvi polli se doveste scoprire di poter essere annoverati in questa categoria: solo se ne avrete coscienza potrete salvarvi!

Per i secondi: fatevi furbi. Non fatevi sottomettere il cervello e restate sempre voi stessi. Nessuno vi regala niente; nessuno Buon Samaritano si preoccuperebbe mai di risolvere da solo quello che lo Stato e le Leggi se ne fregano di risolvere.
Questo tipo di imprenditori possiamo considerarli il “Gatto e la Volpe”!

Immagine da "www.bookrepublic.it"



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