domenica 1 luglio 2012

"Andrea Vitali-La mamma del sole." Io lettore penso che...


Alzi la mano chi, leggendo uno dei racconti di Andrea Vitali, non abbia ritrovato chiudendo gli occhi, uno spaccato di vita del proprio paese, del suo quartiere. Le fotografie di strade e palazzi a lui ben conosciute e note. Vite di vicini di casa, negozianti, amici e conoscenti che condividono insieme una stessa unica comunità.

Nelle grandi città in effetti, il quartiere è costituito proprio da una piccola comunità completa di tutto.
La sezione comunale, la farmacia, la parrocchia, gli uffici giudiziari, la salumeria, il macellaio e tutte quelle tante voci silenzione e aun tempo chiassose, invadenti, petulanti che sono proprie di un qualsiasi paesello di provincia.

Magari il momento storico è diverso, ma l’ambientazione di tutte le storie negli anni che precedono la seconda guerra mondiale, dà l’idea di immaginare cosa sarebbe stato e come sarebbe vissuto il lettore se fosse nato poco prima o poco dopo l’anno 1900.

Le storie si susseguono intrecciando le vite private e lavorative nonchè le abitudini personali di cisacuno dei personaggi, fino a farle confluire tutte in una unica storia complessiva.

Sin dalla sua presentazione, si sa che ogni personaggio che si inserisce per un qualche motivo nel contesto del racconto, sarà parte integrante della storia. Tutti sono a loro volta  “Il Protagonista” e nessuno di loro, per quanto breve possa sembrare la sua apparizione è da ritenersi un comprimario.

Ogni parte del libro è un racconto a sé stante, ed ogni racconto è composto da singole immagini ciascuna completa pur a volte nel suo breve svolgersi. Ciascuna di esse essenziale; non dispersiva, non astratta, non avulsa dal contesto. Si capisce subito che ciascuna immagine presentata è stata collococata al momento giusto.

Invece che perdersi in inutili e cervellotiche elucubrazioni, in esasperanti descrizioni ambientali, pericolosi ragionamenti filosofici, particolari descrizioni di scene appiccicate lì tanto per far volume, ogni flash è così completo pur anche nella sua brevità, che si tratti di poche righe o di due o tre pagine, si ha comunque chiara l’idea che tutto quello che costituisce il brano corrisponde a ciò che il lettore deve conoscere.

Tutto il resto – cioè quello che manca – è uno stimolo all’immaginazione, alla costruzione personale di una propria personale ambientazione in modo che chi leggi ritrovi quasi sé stesso o le persone che conosce.

Si. Meglio dire “avrebbe conosciuto” se fosse vissuto lì, e a quel momento.

La possibilità di collocare a proprio piacimento la darsena, la casa, il bar, il negozio, la parrocchia, la casa del prefetto o quella del maresciallo: ogni cosa è lasciata alla libera immaginazione. L’importante è lo svolgersi del racconto e il movimento dei protagonisti all’interno del palcoscenico.

Insomma: se Andrea Vitali avesse la stessa capacità di produzione continuativa di Andrea Camilleri, sarebbe un gran bene per il piacere di una lettura distensiva, gradevole, moderata nel proporsi e piena di informazioni storiche, e curiosità sociali e culturali. 

Si, sono proprio soddisfatto: 5 stelline su 5 di voto non danno sicuramente giustizia a questa ultima opera – in genere quella di chi scrive si usa definire “fatica”, ma a leggerlo sembra proprio che Andrea Vitali a scrivere non faccia proprio alcuna fatica – che come per ogni altra precedente, mi piace considerare essere “giusto quella prima della prossima”.

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