domenica 1 febbraio 2009

In ospedale. In visita alla zia.

Nella stanza sono in due. La zia di mia moglie, ed una ragazza.

È l'orario della cena, e l'infermiera si affaccia nella stanza. Verifica i nomi delle due degenti, controlla sulla sua cartella: per entrambe è prevista soltanto una bottiglietta d'acqua. Non possono mangiare niente.

La zia ha subito un intervento operatorio abbastanza serio all'intestino. Forse restare digiuna per chissà ancora quanti giorni.

La ragazza è stata invece ricoverata la sera precedente per una sospetta appendicite. Si sta decidendo se sarà il caso di operarla o meno.

Per ora soltanto medicinali che forse stanno risolvendo la situazione. Probabile una infiammazione, la sua.

Anche lei non può mangiare niente. È in osservazione.

Tutto tranquillo quando in visita alla ragazza arrivano due signore; forse parenti. Forse la mamma con una zia, la nonna…

Sono in due. La più anziana delle due è la più chiassosa.

Persone dall'aspetto indefinibile. La solita esuberanza meridionale le contraddistinge.

D'un tratto salta fuori una scatoletta di plastica. La ragazza si siede sul letto, si sistema di lato, gambe "appese", apre e preso il necessario inizia a mangiare mentre in tre stanno lì ad osservarla sorridendo e scherzando. Le due nuove arrivate, più un giovane dall'aspetto indecifrabile che era stato lì a tenerle compagnia.

Mangia tutto il contenuto, fino alla fine. Salsa compresa.

Nemmeno un ripensamento, nemmeno un dubbio.

Solo una breve domanda dal becero che era rimasto, fino all'arrivo delle nuove arrivate, a farle compagnia con la testa infilata in un giornale di scandali al sole: "Ma ho sient' ancora 'o dulore? Nun te fa male cchiù a panza? Te sta passanno? Eh… e visto… !

In ospedale, se qualcosa dovesse non andare per il verso giusto, quali spegazioni potranno darsi i sanitari?

Se starà male, si accuserà di certo il dottore e quindi l'intero ospedale, che…………

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