Passeggio in bibicletta in una tarda serata di fine estate.
Mi trovo davanti alla Casa comunale del comune di Pompei.
Non abito a Pompei, ma mi capita spesso di trovarmici; si tratta di un comune adiencente a quello dove abito io.
Anzi, per chi non è del posto, non sembra nemmeno di trovarsi in un comune diverso, visto che qui di cartelli che avvisino dove finisce un comune e dove ne inizia un altro non v'è ombra.
L'edificio, una volta residenza del Beato Bartolo Longo fondatore del santuario dedicato alla Madonna del Rosario, si trova proprio di fronte alla facciata del santuario stesso.
Oltre ai giardini con la fontana, li divide un ampio tratto di strada inglobato in quella che è la piazza dedicata al Beato.
Proprio in corrispondenza dell'ingresso della casa comunale, al centro della strada, troneggia un ampia e maleodorante testimonianza del passaggio di uno o forse più d'un cavallo.
Cavalieri di passaggio in transito?
A volte se ne vedono, anche se di rado.
Forse militi in assetto da parata?
Anche di questi a volte se ne vedono. Non tanto in assetto da parata, quanto in vena di farsi ammirare nella pubblica via.
Si sa, il "Cavaliere" in divisa suscita da sempre un fascino particolare sulle attempate signore a passeggio.
Mi domando perché io, quando porto a passeggio il mio cane, debba avere con me – anche se non la uso - la paletta per raccogliere i suoi possibili residui di un potenziale bisogno fisiologico mentre chi va a cavallo no.
Eppure il mio cane, per quanto non sia di taglia piccola ma neanche grande, per dirla in breve "media" suvvia!, espleta necessità di molto ridotte, quasi sempre a ridosso dei marciapiedi o tra le aiuole, per nulla maleodoranti, e comunque giammai – e voglio sottolineare giammai - al centro della careggiata.
Farà anche questo parte delle stesse ragioni per cui è più facile che vada in gattabuia un ladro di mele piuttosto che un qualsiasi amministratore o direttore generale di una grande azienda a partecipazione statale?
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