Stamattina mi sono svegliato e ho pensato che non mi dovevo dimenticare che vi dovevo fare gli auguri.
Devo chiamare a papà! e subito mi9 sono alzato!
Però mi sono ricordato che dove state voi il telefono non ce lo avete e allora ho detto alla suora: suora! ma come faccio gli auguri di buona festa del papà a mio papà?
Ma lì il telefono non ce lo hanno?
Suora! ma neanche un cellullare piccolo piccolo...?
La suora mi ha detto che vi devo scrivere una letterina, che così ve la leggete.
Ma mio papà ci ha gli occhi che non ci vede bene, come fa a leggere la letterina?
Io mi ricordo bene: non riusciva neanche a vedere proprio niente!
Chi lo sa se poi qualcuno gliela legge.
Proprio così ho detto alla suora.
Non ti preoccupare: tuo papà ora ci vede bene! è guarito! Non ha bisogno che qualcuno gli legge le lettere che gli scrivi: se le può leggere da solo tutte le volte che vuole!
Papà! come sono contento ora che so che ci vedete bene! e che siete guarito! io non lo sapevo.
Meno male che vi hanno operato!
E spero che vi curano pure il braccio e la mano che non potevate più muovere tanto bene.
Io penso che veramente vi hanno operato anche se la suora dice che non non è così e che ora ci vedete e basta, e anche il braccio lo muovete che nemmeno vi ricordate che non lo potevate muovere.
Oggi è la vostra festa, e io vi voglio fare gli auguri! perché voi siete il mio papà!
Ma voi che sono tanti anni che non ci vediamo, voi ve lo ricordate sempre che siete il mio papà!
La suora dice che voi lo sapete bene che siete il mio papà e che ve lo ricordate molto bene, e anche che pure se io non me ne accorgo voi mi vedete tutti i giorni, e vi divertite pure quando dico una sciocchezza! e dice pure che chi vi sta vicino sente che ridendo dite che tengo sempre la capa fresca!
Papà! ve lo ricordate che me lo dicevate sempre che tenevo la capa fresca!?
Ora però non è più tanto fresca.
La tengo piena di pensieri e di preoccupazioni.
La suora dice che voi lo sapete che tengo un sacco di pensieri e di preoccupazioni.
Però un pensiero ve lo devo proprio dire: ma com’è che mi vedete se io non vi vedo? siete diventato magico?
Io ci sono le volte che tengo un poco paura perché penso che non so a chi devo chiedere un consiglio o raccontare una cosa che mi è successa.
A me mi pare che quando lo chiedo alla suora quella non sa che mi deve dire; secondo lei io lo devo chiedere a voi, perché voi mi rispondete sempre anche se a me non mi pare, e quello che poi faccio è perché me lo avete detto voi anche se mi pare che non vi sento.
Dice che basta che io vi penso e ve lo dico.
Pure se parlo a bassa voce perché voi adesso ci sentite pure benissimo.
Papà! io qua non ci capisco più niente! mi pare tutto così diverso ogni volta che mi sveglio che nemmeno mi ricordo più dove stavo quando mi sono addormentato.
Papà! ma perchè non mi venite a trovare che vi vedo qualche volta?
Venite voi e la mamma che pure a lei non la vedo da un sacco di anni e forse non si ricorda più di me.
Ma voi glielo dite poi che lei è la mia mamma? e perché la suora non mi dice mai che la mia mamma mi viene a trovare e mi sente?
Forse è perché le donne sono un pochettino strane.
Papà! ve le ricordate le zeppole che vi faceva la mamma quando era la vostra festa?
Erano grandissime e piene-piene di crema e amarena!
La mamma ci metteva la crema dentro e sopra! e poi pure l’amarena.
Una volta la facevamo a casa l’amarena: io me lo ricordo bene! e a San Giuseppe sulle zeppole mamma ci metteva quelle che facevamo noi.
Poi dopo le comprava perchè quelle comprate ci stanno tutto l'anno, le nostre finivano e si doveva aspettare che vendevano le ciliegie; che quelle buone per fare l’amarena costavano un pochettino troppo e non conveniva più farle a casa: meglio a comprarle quando servivano.
Papà! e mamma mia quante zeppole che faceva la mamma! e ce le mangiavamo tutte!
Io però mi ricordo pure che le zeppole vostre erano speciali, e infatti noi non le potevamo toccare perchè quelle erano le "zeppole di papà!".
Papà ora mi sono stancato un pochettino.
Ora chiamo la suora e ci dico se ve la può spedire lei la lettera che io non ho ancora capito bene quale è l'indirizzo che ci devo mettere sulla busta.
Lei ci ha sia l’indirizzo che la busta.
Papà io spero che quando ricevete la lettera mia non dite: e ma chi è mo' questo che mi ha scritto questa lettera! e che veramente vi ricordate di me e che veramente mi venite a trovare quando dormo.
Papà a me se mi venite a trovare pure qualche volta che sono sveglio o che non mi sono addormentato ancora mi fa piacere.
Ma pure se sto dormendo e mi sveglio che me ne importa! a me non me ne importa che stavo dormendo e che mi sveglio, e così quando mi salutate e mi date il bacino come quando ero più piccolo e mi tenevate in braccio, io vi sento! che così come fate ora io nemmeno lo so se me lo date un bacino!
La suora dice di sì e ci devo credere.
Papà! io ci credo però ci voglio credere proprio bene-bene!
Papà! però a me mi basta anche che mi date un bacino mentre che sto dormendo, perché così io lo so che non vi siete dimenticato di me e che mi volete sempre bene anche se stiamo lontani.
Arrivederci papà! Buona festa vostra!