domenica 17 novembre 2013

Istituto Tumori Napoli Fondazione G. Pascale: il Wi-Fi ospiti. Una esperienza diretta.

Il Wi-Fi ospiti: un servizio che è a disposizione del pubblico nei Centri Commerciali, in aere aperte di un buon numero di comuni, e spesso anche negli Ospedali.


Mi collego al server attivato dalla Fondazione Pascale di Napoli.
L'IRCCS oncologico di Napoli e tra i più importanti del Sud Italia.

Che meraviglia: e poi dicono che qui giù non funziona niente!
Collegarsi a internet per attendere il proprio turno: una maniera per esorcizzare il motivo che porta a essere in quel luogo.
Sia come paziente che come accompagnatore.

Dunque accedo alla rete e si apre la maschera per la richiesta delle credenziali che serviranno a connettersi per una durata di sette giorni a partire da quello del collegamento.

Un tempo più che onesto e che si spera sia superfluo: in caso di necessità se ne potranno richiedere di nuove.

Pochissimi i dati da inserire; anzi solo due: numero del cellulare ed account e-mail.
La prima volta che non ho da inserire anche nome, cognome, indirizzo, titolo di studio, professione, numero di scarpe.... una vera sorpresa!

So' come funziona: in pochi secondi mi arriverà un SMS sul cellulare con i dati da inserire.
Dappertutto è così, sarà... deve... essere la stessa cosa anche qui...

Quindi prendo il telefono e attendo.... 
...e poi però non accade niente.... passano alcuni minuti... occorre dare il tempo perché il sistema elabori la richiesta.... niente ancora... forse ho calcolato troppo presto il tempo: la famosa storiella della pentola che a guardarla l'acqua che contiene non bolle mai... ma no... e sono passati cinque minuti... aspetto ancora un po'... 
Silenzio...!

Continuo a guardare il cellulare in attesa del messaggio che mi fornisca i dati da inserire nelle caselle giuste..... altro che guardare la pentola... è che sembra che sia spento proprio il gas...

Insomma: non giunge niente.....
.....controllo e il gas... cioè... la linea c'è..... TIM: tutti i pallini sono evidenziati!
Istintivamente scuoto un po' l'apparecchio.... un gesto istintivo... non accade nulla... non potrebbe d'altronde...

Qualcosa non sarà andato per il verso giusto... ho saltato qualche informazione essenziale? Nell'entusiasmo o nella fretta sicuramente mi sarà sfuggirò qualcosa... sì, deve essere così...

Ripercorro la stessa strada di prima ma mentre mi accingo a pigiare il tasto di invio, mi accorgo che sopra la casella nella quale va inserito il nome utente - la maschera è unica e suddivisa in due sezioni: nella parte alta si inoltra la richiesta mentre in quella bassa si inseriscono le credenziali - compare ben evidenziato un avviso: 
Le informazioni per l'accesso alla rete mi sono state inviate alla casella di posta elettronica.

Bene!
Tutto a posto allora!
Aspettavo un SMS mentre mi hanno inviato una e-mail..... poco male.... 

eh... ma no.... un momento.... credo però che ci sia un problema.... 

alla casella di posta elettronica posso accedere soltanto collegandomi alla rete... ma per collegarmi alla rete devo inserire le credenziali....

...ma le credenziali mi sono state inviate nella casella di posta elettronica... alla quale posso accedere solo se posso collegarmi alla rete... alla quale posso collegarmi solo se inserisco le credenziali....

...ma le credenziali... 
...sembrava in verità troppo facile.... un inghippo avrei dovuto aspettarmelo...

Più che in un Ospedale Oncologico sembra di essere in un centro di neurologia psichiatrica... forse si tratta di una specie di test d'ingresso pre-visita...

martedì 5 novembre 2013

Marco Malvaldi: Argento vivo. L'ho letto e penso questo.

Anche se lentamente, si nota una evoluzione narrativa di non poco conto.

Abbandonare il bar, i vecchietti e la fissazione del racconto giallo che vede in detective del tutto inappropriati i solutori di misteriosi delitti è sicuramente stata una felice decisione.
Un filone quello, che richiama facilmente ai vari “Don Matteo” o prima ancora “I racconti di Padre Brown” di Chesterton.
Il racconto giallo bisogna saperlo gestire e manipolare con competenza.
Per chi è abituato ai telefilm americani, questi son storielle per bambini.

Questa volta si nota una buona abilità nella gestione del racconto e della sua strutturazione.
Restano spesso poco nitidi e di difficile intuizione i protagonisti che appaiono a ogni cambio di scena: aprire un nuovo capitolo sarebbe stato più semplice anche per la continuità della narrazione.
Il paragrafo non può essere necessariamente indicativo di un cambio immagine.

Capire chi dice a chi, dove, come e quando non è sempre facilmente intuitibile.
Per questo motivo il nuovo personaggio non è sempre subito individuabile.

In ogni caso il meccanismo, seppure da affinare, è apprezzabilmente ben concepito.

Resta inspiegabile il motivo del "romanzo" inserito nel racconto; il contenuto è realtà o fantasia? mancando la possibilità di un accreditamento scientifico di quanto si legge resta una sola risposta.

Le parti non sono eccessivamente lunghe e non sono molte; non sono integrate nel contesto del racconto e quindi possono essere “saltate” senza alcun danno.
Ciò infatti non porta alcun disagio alla continuità del racconto e quando incontro un libro che mi permette di non leggere una sua parte senza generare incomprensione, me ne fa sminuire il valore complessivo.
Quella parte di testo è totalmente scollegata da tutto il libro: non serve a niente.
Opinione del tutto personale ovviamente.

La fine è poi giunta troppo in fretta e proprio mentre il lettore si aspetta una ulteriore seppur breve serie di passaggi incrociati tra i personaggi.

L'impressione che ne viene è quella di una repentina stanchezza nello scrivere, o fretta di dover consegnare il manoscritto.
In ogni caso la parola "fine" sarebbe stato opportuno inserirla al termine delle pagine dell'"Epilogo" che mi si presenta comunque troppo frettoloso anch'esso oltre che un po' confuso.

Del tutto superfluo ritengo sia il "Capitolo ultimo" quindi, ma ancor più inutile e per certi versi fastidioso il "Per finire": l'autore dovrebbe decidere di essere diventato adulto e di smetterla con i ringraziamenti personalizzati.
Che ci sia chi aiuti e chi collabori è del tutto normale.

Se si vuole dir grazie pubblicamente lo si può fare nel corso di una presentazione o una conferenza stampa.

Anche perché a quei nomi non è associabile nessun riferimento che faccia comprendere a chi legge di quale sia il rapporto con l’autore.
Non è che lo si vuol sapere necessariamente, ma messo così quell’elenco è del tutto superfluo visto che chi doveva essere ringraziato lo sarà sicuramente stato nel privato.

Un buon passo  avanti, una lettura comunque piacevole e accattivante per tutto il libro a parte gli ultimi due capitoli, interrotta da brevi pause quasi tediose e sicuramente a mio avviso superflue e facilmente superabili senza danni.

La sensazione è che l'autore stia iniziando finalmente a entrare nel contesto dell'artifizio letterario.
Restano da superare sicuramente alcune infantilità, e la tentazione di creare un racconto all'interno del racconto.

C'è già chi ha fatto qualcosa del genere con risultati davvero penosi!

(Nota Bene) L'immagine inserita corrisponde alla copertina del libro prelevata dalla versione in formato elettronico/eBooks.