Aprile.
Domenica: una di quelle dal sapore primaverile!
Sono in bicicletta e percorro la strada sulla
quale affaccia pretenzioso l’ingresso principale della Casa Comunale di Pompei.
L'edificio, una volta residenza del Beato Bartolo
Longo, si trova proprio di fronte alla facciata del santuario dedicato alla
Madonna ricco di marmi, colonnati e ingresso al campanile.
Oltre ai giardini con la fontana ricettacolo di
materiale di vario, li divide un ampio tratto di strada inglobato in quella che
è la piazza dedicata al Beato.
In corrispondenza dell'ingresso della casa
comunale dunque, al centro della strada e ben troneggianti in tutto il suo
spettacolare quanto maleodorante aroma si palesa impossibile a non vedersi la
testimonianza del passaggio di uno o forse più d'un cavallo.
Cavalieri della domenica in mostra? A volte se ne
vedono.
Militi in assetto da parata? Anche di questi a
volte se ne vedono.
Questa volta si tratta proprio di questi ultimi:
carabinieri che non avendo null’altro da fare inducono sofferenze ai garretti
degli animali loro affidati costringendoli su strade asfaltate piuttosto che liberarli
su terreni battuti o strade predisposte a essere calpestati da zoccoli.
Un tempo i comuni facendo di necessità virtù, provvedevano a organizzare un adeguato smaltimento dei liquami e quant’altro lasciati liberi in strada da
animali da soma.
Dunque oggi non è difficile incrociare lungo la
strada ufficiali della benemerita a cavallo e signori di tutto punto vestiti da
rustici cavallerizzi che invece che percorrere praterie, campagne e sentieri di
montagna onde consentire ai loro destrieri di esprimere il meglio di sé, amano
mostrarsi con ondeggiante e parsimonioso passo, percorrendo il centro cittadino,
con le fetide conseguenze del caso.
Così come per tutti quelli appartenenti ad altre
razze, anche i cavalli – in quanto animali - hanno necessità di espletare i
loro bisogni direttamente in strada; il cavalli come tutti gli altri loro
consimili, hanno però la caratteristica di lasciarsi andare con maggiore libertà ed entusiasmo!
Lo fanno restando in piedi lì dove si trovano quando stazionano in attesa di riprendere il cammino, oppure si liberano lungo la
strada senza darsi cura di chi viene dappresso.
Colpa del cavallo?
No, perchè il cavallo non è un animale domestico!
Non è dunque un animale educato!
Obbediente a ordini perché domato, meglio dire schiavizzato;
non certo domestico, non quindi educato perché non educabile.
Oltretutto tenendo in buon conto che tanto grande
è l’animale, tanto più grande è il risultato! si può immaginare lo spettacolo
che si apre agli occhi di coloro che oggi, domenica di turisti e pellegrini, attraversano la piazza!
Dunque ci sarebbe da chiedersi: se quella dei cani
deve essere raccolta dal padrone che lo porta a spasso, perché mai la
defecazione dei cavalli deve restare lì, in bella mostra, maleodorante, fetida,
ingombrante senza che nessuno si curi né di levarla ma soprattutto di far sì
che non venga raccolta dai “cavalieri” di turno?
Che il centro di un comune destinato a essere
punto di aggregazione di pellegrini che si recano al santuario, o di turisti in
visita agli scavi sia destinato a un tale scempio, e soprattutto nel corso di
un giorno festivo: quando cioè maggiore è l’affluenza, è davvero uno scempio
più che una vergogna!
Una offesa alla umana decenza!
Perché poi proprio i carabinieri invece che dare
il buon esempio come dovrebbero, nel rispetto che devono alla popolazione indigena e forestiera, non raccolgono – se proprio devono
mostrarsi al popolo circolando in sella a cavalli dallo sguardo afflitto, per
mantener vivo inutilmente il ricordo di un ormai desueto passato - quanto gli
animali da loro condotti lasciano andare liberamente in strada, e se ne
infischiano di aver sporcato la strada e infestato l’aria?
Mi fan pena i cavalli perché sicuramente soffrono.
Sono insopportabili i “cavalieri” per la loro
presunzione, ma sicuramente più ancora insopportabili per la loro arroganza e
inutile manifestazione di autorità sono i carabinieri.
Quelli a cavallo in particolare, ovviamente.