domenica 13 luglio 2008

L'esame di guida.

Ciccio e Tore non riuscivano a nascondere la loro emozione.
Il gran giorno era finalmente arrivato.

Oggi avrebbero fatto l'esame di pratica dopo aver superato egregiamente quello di teoria.

I quiz erano andati alla grande: un solo errore ciascuno.
Non avrebbero mai saputo quale, ma quella lunga serie di domande tra le quali scegliere quella o quelle corrette tra le tante risposte già in elenco, era ormai alle spalle.
Importante ora, era non farsi prendere dal panico.

Sapevano entrambi che poteva bastare poco per rendere vano tutto il tempo trascorso, tra le guide fatte con l'istruttore e quelle “estorte” ai rispettivi padri scettici nell'affidare la guida della propria automobile, a degli inesperti prossimi autisti.

Entrambi avevano dovuto far festa a scuola, perchè l'esame era programmato a partire sin dalle otto e trenta del mattino.

Amici ma non compagni di classe; le loro strade scolastiche si erano divisde alla fine del biennio scegliendo, ognuno di loro, un percorso successivo diverso.

Quando sarebbe stato il loro turno e chi dei due il primo, non era però dato saperlo.

Per quel giorno sarebbero stati circa una decina in tutto.

Prima o poi sarebbe toccato a tutti. Si trattava solo di aver pazienza.

Il dubbio era il solito: meglio prima, quando l'ispettore è ancora fresco ma forse per questo più esigente, oppure a fine giornata, quando è ormai stanco ma probabilmente proprio per questo nervoso?

Arrivarono in agenzia con largo anticipo e scoprirono di essere stati i primi a presentarsi.

Anche se questo non avrebbe significato essere i primi ad affrontare l'esame.

Graziella, la ragazza della scuola guida con la quale si era creata una buona amicizia, sorrise nel vederli e subito si accorse del timore che li pervadeva entrambi.

Nel corso delle guide avevano raccolto sistematicamente i complimenti dell'istruttore; la loro abilità gli aveva evitato di affrontare un incremento di spesa per ulteriori esercitazioni.

“Salve ragazzi!, già qui? É ancora presto. Siete i primi.”

Non poteva non accorgersi del loro stato. Glielo si leggeva in viso.

Fino al giorno precedente sempre scherzosi, ora invece tutti seri e tirati.

“Suvvia, non vi dovete preoccupare. Vedrete che andrà tutto bene”.

Il tentativo di tranquillizzare i due esaminandi non riusciva a raggiungere il risultato sperato.

“Vi ho detto di stare tranquilli. Credetemi.” Insisteva Graziella.

Visto che le sue parole finivano nel vuoto, decise che di Ciccio e Tore poteva fidarsi.

Gli avrebbe raccontato un segreto che avrebbe dovuto religiosamente tacere.

“Vi dico una cosa che non dovete raccontare a nessuno. Siete capaci di mantenere un segreto? Di star zitti anche a casa? Se si venisse a sapere me la passerei davvero male!

Oggi siete tutti fortunati: l'ispettore che sarebbe dovuto venire per l'esame ha avuto un impedimento improvviso. Se ci fosse stato quello, avreste dovuto fondare tutto sulle vostre abilità e sul vostro sangue freddo.

Al suo posto viene una ispettrice donna. Si è presentata subito. Ha visto quanti siete da esaminare, e ci ha fatto il conto degli euro da darle per ciascuno di voi per promuovervi, altrimenti ha detto “li boccio tutti senza distinzione”. Ovviamente abbiamo accettato la sua richiesta. Quindi.... Ma mi raccomando: silenzio!”

Ancora pochi minuti e cominciarono ad arrivare anche gli altri.

Gli esami iniziarono a metà mattinata.

Due le auto: una con l'ispettrice, l'istruttore e l'esaminando di turno.

L'altra dietro a seguire con altri quattro aspiranti patentandi in attesa.

Il tutto finì nel corso del primo pomeriggio.

Sembrava fosse durata un'eternità, ma alla fine la gioia fù incontenibile: andarono subito in agenzia a ritirare la patente già pronta.

I saluti ed i ringraziamenti di rito, le risate, le battute e finalmente... era fatta!

Effettivamente era andato tutto come previsto e come era stato annunciato.

Tutti promossi.

Davvero se la sarebbero meritata comunque, oppure se il titolare dell'agenzia si fosse rifiutato....?

Ciccio e Tore non volevano pensarci nemmeno.

Quel documento magico che li autorizzava a mettersi alla guida di un auto, era finalmente in loro possesso.

Se si fossero comportati bene, nessuno gliela avrebbe tolto più.

La loro coscienza era tranquilla, perchè erano convinti di non aver avuto nessun regalo.

Insieme andarono al bar per un succo di frutta liberatorio e poi finalmente a casa.

Ora ad entrambi non restava che l'ultima lotta: convincere i rispettivi papà ad affidargli l'auto di famiglia.


Di nuovo il referendum

Chi governa uno stato è l'espressione del popolo che lo ha votato.

Se questo è uno dei principi di una democrazia, e se l'Italia è un paese democratico come dice di essere, questo è un principio che vale anche per chi ne è il suo popolo.

Se un altro dei principi della democrazia stabilisce che a governare sia colui che è stato eletto dalla metà più uno degli aventi diritto al voto, per rispetto a questa metà, l'altra, quella metà meno uno degli aventi diritto al voto, ha l'obbligo di accettare il risultato.

Perchè dunque tanto accanimento nei confronti di Berlusconi e compagni, laddove la sua presenza quale primo ministro, è il risultato dell'espressione della maggioranza del popolo, che in lui si è riconosciuta.

In lui ed in quelli che lo contornano.

Non ho votato Berlusconi e nemmeno lo voterò mai, ma devo accettare ob torto collo che oltre la metà dei miei connazionali si identificano in lui.

In quello che è stato, in quello che è, che ha fatto, in quello che pensa, in ciò che pensa di fare.

A mio avviso è inutile che si urli ora allo scandalo, sia l'opposizione di pseudocentrosinistra che quella di finto centro.

Opposizioni che fino ad oggi hanno accettato che andasse avanti chi non ha mai cercato di nascondere le sue intenzioni ed il suo modo di interpretare la gestione della cosa pubblica.

Passato lo scoglio del primo scandalo, quello “Originale”, ormai è necessario, fa d'uopo, accettare silenziosamente, passivamente tutto il resto.

Lo scandalo “Originale” è stato quello di consentire che si candidasse a primo cittadino della Repubblica colui al quale oggi, dopo un bel po' di tempo dalla sua elezione, e dopo reiterati tentativi di accordi andati a mal partito, si imputano azioni e cose che erano già note prima.

A questo punto il “premier” & C. hanno perfettamente ragione: se si è deciso che potessero governare, ora è necessario che li si lasci fare.

Inutile stare a scandalizzarsi per cose che si conoscevano anche prima.

Oltre tutto essendoci stata una esperienza precedente, non si può nemmeno avere a propria giustificazione la sorpresa o l'inganno.

Non è oggi che l'attuale primo ministro non dovrebbe poter governare.

Non gli si sarebbe giammai consentito di potersi candidare.

Se l'ha fatto, e se è stato financo eletto, allora vuol dire che tutto gli è concesso.

Anche farsi le leggi ad personam.

Perchè così vuole la maggiopranza degli italiani.

Una maggioranza che testimoniando la propria incompetenza a decidere chi debba governarla, stabilisce ipso facto che a decidere siano altri.

E questi altri oggi sono il Partito della Libertà.

Quale libertà, da chi e da cosa, e sopratutto di poter fare cosa, è chiaro già da anni.

Non aggiungiamo la beffa al danno.

Si è accettato passivamente che avrebbe potuto far tutto quello che si sapeva e capiva avrebbe fatto?

Beh ora che lo si lasci fare.

Evidentemente la dose di vaccino non è stata sufficiente.

Ne occorre un'altra.

I referendum dunque andavano fatti prima.

Probabilmente si sarebbero persi, visto come sono andate le cose.

Visto anche che chi lo ha votato ha deciso tra due opzioni:

  1. so chi è e che cosa ha fatto, che cosa potrebbe fare, cosa certamente farà e lo voto lo stesso perchè mi conviene.

  2. non credo assolutamente a quello che si dice su di lui, sono tutte calunnie. Quindi lo voto.

Chi non ha visto, o pure avendo visto ha accettato, continuerà a non vedere e ad accettare.

Il referendum di oggi, quello che vuole Di Pietro, persona pur stimatissima ed intelligente, è solo una perdita di tempo e danaro.

Per i prossimi cinque anni le cose non cambieranno.

Piuttosto che continuare a viverli come la sinistra - centrista o meno che sia - ci ha fatto vivere questi ultimi sei anni e poco più, viviamoli così come vengono. Continuare a contestare non servirebbe a far altro che a radicare nelle persone la convinzione di una condizione di martire in cui il desso si crogiola di farsi ritenere.

D'altronde mi chiedo dove sta la “sinistra” che può contrastare il Popolo della libertà, visto che sino ad ora è stata proprio la “sinistra” a convalidarne l'ascesa al potere?