mercoledì 1 settembre 2010

Quasi come figli adottivi, eppure invece...

Rocco l'ho conosciuto solo in fotografia.
Quello che colpisce di lui al primo sguardo, sono i due occhi "ammarrati"; l'occhio "ammarrato" è quello che si presenta con il contorno tutto nero, palpebra compresa ovviamente, e che spicca nel chiaro del viso.
Come quando si riceve un bel cazzotto che centra giusto-giusto l'orbita.
Rocco è come se avesse ricevuto due bei cazzottoni: uno per occhio.
Una simmetria sconcertante; così perfetta che si stenta a credere che non si tratti di un maquillage appositamente preparato.
Che è ancora piccolo si vede, ma già dallo sguardo si intuisce la scaltrezza di chi sa di doversi difendere per sopravvivere. 
Soprattutto se per casa circolano altri coinquilini di più provata esperienza e furbizia.
Poche le notizie che ho su di lui, ma fondamentali per azzardare tra me e me un paragone con Gennarino.
In genere queste comparazioni vengono fatte tenendo in buon conto che ciascun "genitore adottivo"  distintamente presenta il proprio, come il più furbo, il più invadente, il più intraprendente, il più chiassoso, il più disubbidiente ma anche quello che cerca nella maniera più ingenua possibile di farsi perdonare, cosciente di averle commesse, tutte le sue più spericolate marachelle. Sopratutto quando si tratta di rubare in tavola prima ancora che ci si sia seduti per il pranzo o la cena.
Diversamente che quando si parla di figli, chi possiede un cane cerca di esaltare del proprio tutte le possibili e inimmaginabili scelleratezze.
Come fosse un vanto.
Tanto addirittura creando invidia in chi, vergognandosi quasi della tranquillità del proprio "figlio" adottivo, fa il possibile per far recuperare al suo troppo tranquillo virgulto posizioni negative il più possibile, spesso non riuscendovi pur inventandone di belle e buone.
Difficile raggiungere chi è ormai lanciato alla grande in un elenco descrittivo del suo beniamino casalingo, corroborato sopratutto dalla presenza se non fisica almeno delle immagini a garanzia del palmares.
E per quanto si può intuire di Rocco, non c'è che dire: davvero le immagini parlano da sole.
Le premesse per restare sulla cresta dell'onda ci sono tutte! 
Considerando oltretutto che deve vedersela con dei furbissimi e scaltrissimi gatti... non ha scelta!
Cosa dire io di Gennarino che non sia stato già raccontato in giro? 
Niente in verità. Perché ormai dopo oltre nove anni di vita, come si dice in queste austere aree meridionali "Gennarino è carta conosciuta!"  

Nessun commento:

Posta un commento