
Ormai è andata. Non c'è più.
Non avrò più modo di guardarla, accarezzarla lentamente per staccare da lei la leggera polvere che riusciva ad attraversarne la spessa copertura.
Farle sbarluccicare nei raggi di una tiepida giornata di sole invernale, le sue meravigliose cromature che mi costringevano ad usare gli occhiali schermati perché gli occhi non bruciassero.
È andata, non c'è più. Non l'ultimo saluto nel vederla salire sul furgone che la portava via da me per sempre.
Un silenzioso addio che ha procurato una cascata di lacrime interne. Tutte mie.
Che nessuno ha potuto vedere, capire, consolare.
E non volevano essere consolate.
Con lei ho lasciato andar via quella parte di me che ancora mi legava alla giovinezza.
Una giovinezza ingiusta perché ormai passata.
Una voglia di adolescenza disperata, che non riesco a tenere a freno, e che si consuma nei ricordi di una realtà di immagini non realizzate.
Quel senso perenne di cosa avrei voluto essere e non sono mai stato, fare e non ho mai fatto, detto e non ho mai detto.
Per la paura di affrontare una vita che non sarebbe stata quella decisa per me, mentre la mia desiderosa voglia di crescere cercava di portarmi lontano.
E lei era la mia speranza di poter un giorno intraprendere il viaggio; non da solo; in compagnia; in tre: io, la mia Annì e lei: la mia moto dei sogni d'infanzia.
Quei sogni di una adolescenza che mi costringevano immobile, senza parole, davanti alle vetrine ad immaginare cosa avrei fatto quando quella che vedevo sarebbe stata mia, pensando al giorno in cui mi sarei seduto su quel sellino per abbracciare la strada affacciato su quei manubri in cui si specchiavano le calde giornate d'estate….
Ho dovuto mettere i piedi a terra, scendere da quella fantastica immagine che ci vedeva liberi di scegliere dove e quando andare, e se e quando tornare.
L'età ha avuto ragione dei miei, dei nostri entusiasmi, costringendoci a seguire quel percorso obbligato di tutti coloro che si avviano lentamente verso l'immenso infinito di una incertezza senza fine….
Quando finalmente credevo di aver raggiunto quel sogno seppure a fatica, provando a farlo durare il più a lungo possibile – ho fatto di tutto perché fosse così, ho dovuto accettare il suo inevitabile disperato - anticipato? - tramonto…..
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