domenica 25 marzo 2007

Toh! Guarda chi si vede!?

L’INPS che per anni si è disinteressata di me tant’è che avevo per molto tempo avuto la sensazione di non esistere affatto per questo benemerito e stranissimo Ente, di un tratto s’è palesata.
Per anni ha registrato con sistematica lentezza le annualità dei contributi versati dall’azienda di cui ero e da quella della quale sono attualmente dipendente.
Tanto per dare un’idea di situazioni recenti ecco un paio di brevi appunti
Alla data del 19 marzo 2006, erano stati registrati i contributi relativi a tutto il 31 dicembre 2003.
A quella del quattro febbraio 2007 si era finalmente giunti con tanta fatica al 31 dicembre 2004!
Questo nonostante la puntuale regolarità dei versamenti effettuati.
Ora come annotavo più sopra, l’ INPS si degna di scrivermi provvedendo a farmi pervenire il “Rendiconto” dei versamenti effettuati dall’Azienda presso la quale sono alle dipendenze, effettuati nel corso dell’ultimo biennio: 2005 e 2006.
Con tanto di invito a verificare la correttezza dei dati ed a mettermi in contatto con la mia sede di competenza per eventuali chiarimenti od errori da evidenziare.
Come mai questa "strana" iniziativa? A cosa è dovuto questo repentino cambio di rotta teso ad evidenziare tanta solerzia?
La risposta era contenuta nella busta insieme al “Rendiconto”.
Un simpatico e pratico opuscolo intitolato “TFR – Scegliere oggi pensando al domani”.
In seconda pagina il messaggio personale introduttivo del ministro Damiano.
Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale.
L’ho letto. Devo essere sincero: in qualche pagina sono andato un po’ veloce.
Ma questo non ha influito sulla comprensione del suo contenuto.
Devo dire che non mi sta bene, no! Non mi sta affatto bene che questo centrsinistra persegua ancora oggi quell’obiettivo di matrice stalinista della “propaganda”.
I tempi oggi sono forse un po’ cambiati, e quel tipo di Comunismo “forse” oggi non esiste più.
Credevo che questi metodi fossero appannaggio solo del centrodestra.
Ecco i punti che mi hanno colpito:
A) Viene dato per scontato che il lavoratore debba necessariamente scegliere di aderire ad un fondo pensione. Magari proprio quello gestito dall' INPS? e perché no?
B) Le spiegazioni e le esemplificazioni presentate sono finalizzate a lasciar intendere che l’unica strada percorribile sia comunque quella di destinare il TFR ad un fondo pensione.
C) L’impressione è quella di trovarsi di fronte ad una intimidazione: o scegli di destinare il TFR ad un fondo pensione, oppure vivrai male gli ultimi anni della tua “lunga” e bella vita che ti resta.
Una considerazione:
No, non è affatto vero quel che c’e scritto nella breve introduzione del ministro.
Non è affatto vero che si vive meglio e di più.
Non è vero che le due cose siano sempre concomitanti, certamente non lo sono per tutti.
Probabilmente è vero solo che si vive di più, e già questa è una affermazione che non sempre vale per tutti.
Ma certamente non meglio. È vero: anche questo non vale per tutti.
“Meglio" vive solo una parte della popolazione, e non di tutti gli ex lavoratori.
Solo quella parte benestante che ha un reddito alto pur se in pensione, e che gli consente di godere di una sanità privata ed a pagamento, e non certo del tanto vantato “Servizio Sanitario Nazionale”.
Quel che non viene spiegato ed illustrato è:
a chi conviene versare il TFR in un fondo pensione? A chi conviene lasciarlo in azienda?
Manca un esempio che veda coinvolto un lavoratore al quale mancano solo otto/nove anni al quorum: sessanta anni d’età, quaranta di contributi.
Cosa consigliare? In che modo dovrebbe comportarsi?
Niente di tutto questo. Solo pubblicità e non informazione.
Solo e soltanto propaganda. Come ai vecchi tempi.
Che peccato, un'altra occasione perduta.