giovedì 30 novembre 2006

Che ore sono?

Touchè! La memoria comincia a vacillare? Forse si, forse no ma è sopraffatta da altra memoria che si aggiunge confondendo le parole, i pensieri, le azioni, i gesti, le situazioni.
Si confondono le immagini con la fantasia lasciando ripercorrere nella mente una serie di slides schizofreniche non sempre nitide e correttamente in sequenza.
Si, mi riconosco in quelle frasi che riaffermo senza dubbio essere le mie.
Anche se scrivere ormai è una azione che ripercorro su taccuini; blocchetti di carta che disperatamente cerco di tenere insieme per non perdermi dietro le righe del tempo.
Tanti i racconti in cui si mescolano la vita reale e le figure, forse disegni?, di quello che si sarebbe voluto fosse e non è stato, che cominciano e che non trovano la loro conclusione.
Perché il tempo li lascia sospesi nell’aria, nella speranza di ricostruirsi un giorno in un tutt’uno tra il reale e l’immaginario. Senza più distinzione.
Le velleità rivoluzionarie hanno sempre combattuto in me dall’interno, con la voglia di moderazione che imponeva un comportamento esterno conforme a quanto il modo degli altri si aspettava che fossi; creando un turbinio di sentimenti che ancora oggi pulsanti, tardano a scaturire.
Ecco, nulla è cambiato se non il moto. Tutto rimane fermo come su di una ruota che gira a ritroso. Tutto, tutto è fermo mentre la ruota gira ed io a margine, guardo le sagome senza vita di ieri che scompaiono ed apparire quelle di un domani che vogliono darmi la sensazione di un movimento che non c’è. Si perché nulla si crea e nulla si distrugge: ed è vero! E nulla si crea e nulla si distrugge perché non potrebbe ciò che non esiste essere né a sua volta non essere più
Grazie. Grazie per avermi riportato, seppur solo per un istante alla luce!